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martedì, febbraio 28, 2006

 

Se godo del libero arbitrio, perchè la mia religione mi impone le sue scelte?

La crisi di identità cattolica stempera nella ragione
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Testimonianza
di Giusy Beccaria
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Sentivo un forte senso di inquietudine mentre mi trovavo a far fronte ad una notevole quantità di pensieri che mi frullavano nella mente e che non sapevo controllare. Era uno dei tanti momenti in cui raffrontando le scelte della vita con i miei saldi principi d’area fortemente cattolica, ne uscivo confusa e sconfitta.
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La mia attenzione, quel giorno, si era soffermata sul concetto dell’amore, dell’infinita capacità di donare, comprendere, aprire, condividere e non riuscivo a conciliarla con la storia di Silvia, privata della maternità che, impietosamente, si sentiva rispondere dalla mia religione che avrebbe dovuto sottomettersi al volere di Dio. Ma come poteva questo dio consentire, con la sua infinita misericordia, che una giovane donna, sana, fresca, proiettata verso il futuro, si sentisse negare la possibilità, che la scienza le concedeva, di vivere una delle esperienze più coinvolgenti della natura?
Amore! Mah!
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Pensavo sconcertata, nel tourbillon dei fantasmi che si paravano alla mente, al pianto sommesso di un uomo che pur rivestendo l’abito talare amava disperatamente, e nell’ombra, quella donna che da venticinque anni gli era con discrezione al fianco. Eppoi ancora, pensavo a Giovanni. Mi aveva confidato quella mattina, quanto desiderasse essere felice. Dalla morte della moglie l’unica gioia era stata quella dell’incontro con lei, divorziata da venti anni, alla quale non sapeva rinunciare per potersi riconciliare con dio.
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O a Piera, che doveva attendere che il marito scegliesse di andarsene per non trovarsi nella condizione di aver “innescato” la separazione e quindi la sua condizione di peccatrice.
Amore!
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O a Claudio che, con due figli e un matrimonio annullato grazie alla sacra rota, poteva sposare l’altra sull’altare malgrado l’ordine: “non separi l’uomo ciò che Dio unisce”.
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Queste ed altrettante domande in un vortice senza fine fino a sfiancarmi nell’ultima di esse: come mai, se godo del libero arbitrio, la mia religione mi impone le sue scelte, per non essere considerata dalla stessa un’appestata, di una peccatrice destinata a perire nella profondità dell’inferno?
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Perché? Perché devo temere dio se dio è Amore?
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Ripercorrevo le tracce della mia fede, dell’educazione ricevuta e della mia appartenenza alla religione cattolica e non mi identificavo più. Com’era possibile che questo soffio di una nuova e fresca percezione, invadendomi, mi facesse sentire bene come mai avevo provato prima?
La realtà quotidiana era la difficoltà del vivere di ciascuno di noi nella sofferenza, nel dolore, nella gioia, nel godimento, nell’appagamento. Questo dio di misericordia mi obbligava ora a soffrire per star bene dopo, a conclusione della mia vita? Perché non combattere ora il dolore, la sofferenza? E perché mai non godere dei piaceri della vita e dell’appagamento, soffocando gli istinti di cui madre natura ci ha dotati andando contro la natura stessa?
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Perché dover seguire pedissequamente dettami fuori del tempo, dello spazio, dell’era di appartenenza, in nome di una religione che frena la natura, lo sviluppo, la scienza. Perché tollerare di dover rispettare un ordine religioso precostituito che continua a imporre fardelli pesanti agli altri ma se ne guarda bene dal portarli? impone ma non soggiace, si erge a predicatore dal pulpito ma vive nell’opulenza andando contro tutti i precetti della povertà, pretendendo pure l’obolo dalla pensionata con quattrocento euro al mese?
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Avevo ascoltato indignata, qualche tempo prima, l’ennesima richiesta del predicatore di turno che rimproverava dal pulpito, per non aver ricevuto, durante la quaresima, il venti per cento di quanto percepito mensilmente da ciascuno dei presenti, che per questo sarebbero stati attesi nel confessionale. Ricordavo, il forte contrasto tra il desiderio di urlare “infame” e la mia silenziosa rabbia.
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Ma perché dover continuare a credere in “poveri” uomini portatori di dogmi assurdi e fuori di ogni realtà quando la mente è portata a credere in uno spirito che aleggia nell’uomo e ne permea la natura senza ostacoli, impedimenti, astrusità?
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Ero catechista ma il vortice delle domande non mi davano più pace. M’impedivano di proseguire nella mia “missione”. Sentivo la mia mente ribellarsi, sdoppiandosi ormai in un ragionamento continuamente confutato e respinto. Le considerazioni sulla realtà quotidiana, con prediche, orazioni, celebrazioni venivano sottoposte a revisione.
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L’apice di tutto questo tumulto interiore era stato l’incontro con un abito talare che affermava di non credere più alla chiesa e mi consentiva, interiormente, di dare un senso e una misura alla realtà che mi circondava.
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Com’è possibile che una religione che sostiene principi quali amore, povertà, perdono, si sia macchiata da tanta inaudita violenza con azioni o omissioni, accondiscendendo tacitamente al male di migliaia di guerre ingiuste, dove milioni e milioni di innocenti hanno subìto torture, stupri, violenze di ogni genere? Perché l’accumulo di ricchezza; perché la vita vissuta nell’opulenza?
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Com’è possibile altresì che possa quietare la propria coscienza e dichiararsi coerente solo a parole? Posso accettare questa dottrina che ritengo ormai anacronistica socialmente e storicamente? Posso credere nei suoi dogmi creati a tavolino? Una vergine che partorisce un figlio e rimane illibata pur restando col marito per tutta la sua vita coniugale, e che, infine, sale al cielo anche con il proprio corpo? O posso credere nella divinità, dichiarata tale a tavolino nel 323 d.c. per un uomo che per questa gode “di una doppia natura, umana e divina”? Posso credere in un dio – cristo la cui storia coincide con quella di Osiride – nato il 25 dicembre, da una vergine, morto e risuscitato dopo tre giorni e via discorrendo?
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Stavo prendendo coscienza di una crisi in corso ma non mi davo per vinta. Combattevo con me stessa non potendo tollerare un cambiamento a trecentosessanta gradi. Ma la mia lotta, al momento, era impari a mani nude. Avevo rispettato fino all’età adulta di tutti i dettami della mia religione, ne avevo assorbito i principi e avevo dato applicazione all’indottrinamento incontrollato, ma ora sentivo che, via via che mi affacciavo ad un nuovo modello di vita, un nuovo senso di liberazione ed emancipazione rendevano la mia mente aperta a nuovi orizzonti, scevra da preconcetti o pregiudizi di sorta.
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Vedevo, in questa nuova ottica, innanzitutto, la sofferenza di una umanità mutilata della libertà di pensiero, di azione, di progresso; mi continuava a frullare in testa il concetto del “potere mondiale di controllo della mente” che, un amico libera-mente mi aveva suggerito, ed aveva aperto un varco nel mio orizzonte.
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Ero dunque lì che rispondevo alle domande di Giulia, cattolica in crisi come me, che non riusciva a coordinare la dottrina con la fede, l’ordine religioso con i principi del cristianesimo, e mi faceva comprendere quanto la mia realtà fosse attuale anche per lei. Scoprivo di condividere con Antonio, già attivista cattolico, lo sconcerto per l’inganno, il raggiro e con Elena, la collega, anche lei ora cattolica in crisi, lo sgomento, la rabbia, il rifiuto. Cercavo di capire cosa stesse mai capitando a tante persone, contemporaneamente, in uno stesso ambiente e se la crisi non investa, invece, un numero di persone di gran lunga maggiore ed in ambienti assolutamente diversi.
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Una situazione di tal fatta mette in discussione tutta la vita di una persona. Alla nuova luce vengono rivisti rapporti sociali, intellettuali, affettivi… tutto viene sottoposto al vaglio implacabile della razionalità, della logica, della coerenza. L’individuo è sottosopra. Si va alla ricerca istintivamente, nella cultura contemporanea, di qualche autore che possa aiutare a chiarire se stessi, oppure qualche saggio, o qualche persona che conoscendo retroterra culturale sappia elargire qualche consiglio, per scoprire infine che, l’esperienza di ciascuno è esclusivamente personale.
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Vaghi alla ricerca di te stesso, rifiutando ogni preconcetto, ogni dottrina, ogni imposizione nozionistica. Vuoi essere tu l’artefice del tuo cambiamento che sai essere irreversibile. Guardi alla cultura storica della tua nazione e riesci ad intravederne le contraddizioni, le incoerenze, lo strapotere temporale, legato indissolubilmente al potere economico che lo ha fagocitato.
Tutto transita da esso: i rapporti umani, sociali, politici, scientifici.
Tutto sotto lo spietato potere temporale economico.
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Ma mentre assisti ribelle alla tua nuova condizione, razionalizzi di respirare aria ricca di ossigeno nuovo. Stai aprendo gli occhi su una nuova umanità fin’ora sconosciuta, quella di una mente illuminata che percepisce la propria interiorità vibrare al battito di una nuova esistenza senza limiti imposti se non dalle scelte di vita che ha voluto per te stessa. Senti di appartenere a quella straordinaria armonia che viene dalla dolcezza della natura, dove, immergendoti, finalmente percepisci la presenza della vita, quella da cui, realmente, desideri non volerti più separare. E, ti senti libera mente.
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Giusy Beccaria

domenica, febbraio 26, 2006

 

Il parroco di Uruffe

Direttorio morale
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Questo è l’ultimo Direttorio Morale che il Vernacoliere pubblica. Dobbiamo inchinarci ai tempi: si profila al mondo un patto nero tra teledipendenza e sfruttamento della superstizione religiosa che impone di abbandonare i misteri del confessionale, per tornare ad imbracciare le armi della critica. Però prender commiato dai lettori stringe il cuore; intenerisce pensare ai cultori del sacro che rimarranno orbi dei nostri commentarî, sempre volentieri erogati in modo pio. Perciò vogliamo lasciare imperituro ricordo di noi, con l’esegesi di uno dei fatti più neri dell’ultimo cinquantennio.
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Il ventre dell’Europa alberga da sempre stranezze e nefandezze, non c’è bisogno di ricorrere ai quadri di Hyeronymus Bosch per ricordarlo; ma neanche il suo pennello potrebbe dipingere il volto di questa figura ecclesiale: Guy Desnoyers, che il 3 dicembre 1956 era parroco ad Uruffe, ridente villaggio germano-francese, dipartimento di Meurthe et Moselle, nella bilingue Lorena prototipo dell’unità e dell’integrazione europee. Mise al mondo suo figlio, nel senso che con le proprie mani aprì il ventre della madre, la sua concubina, la peccatrice Régine, incinta di otto mesi, da lui stesso preventivamente assassinata, e quindi, piamente battezzato il bimbo, dopo averlo portato alla vita gli dette la morte, e con essa la vita eterna. Come poteva infatti lasciare in vita la figlia d’Eva, la tentatrice, assieme col figlio della colpa, per di più oramai orfano? Sgozzò anche lui; ma, per non contraddire S. Agostino, prima lo battezzò, col sangue della madre. Convinto che, così depurato del peccato originale, il bimbetto se ne sarebbe volato difilato in Paradiso. Fu un padre omicida ed infanticida, un prete fornicatore e sacrilego. Al tempo stesso non si scordò dei suoi doveri di sacerdote, di erogatore della sacralità battesimale, e divenne l’emblema orrendo di una civiltà europea bruttata nelle viscere più intime dalla morte di Dio. Di essa Marx e poi Nietsche e quindi Freud andaron predicando nei secoli passati, trovando convinti seguaci tra quei pochi che son adusi a sottilizzare utilizzando la ragione e l’intelletto. Non così il semplice prete di Uruffe, che era di quei tanti che ragionan poco, e praticano la morte di Dio ma immaginano di credere alla sua vitale promettente permanenza nei cieli, sulla terra e nel loro cuore. La pena di morte che la Francia di allora comminava volentieri e spesso ai partigiani algerini fu civilmente risparmiata al parroco, condannato all’ergastolo perché potesse quotidianamente pentirsi del suo misfatto orribile sino alla fine dei suoi giorni. Dopo 22 anni, nel 1979, fu graziato. Aveva potuto assaporare prigione e bagno penale; nei pessimi anni Ottanta entrò in convento dove rimase un’altra ventina d’anni, per lasciar il millennio, la vita e la valle di lacrime pochi mesi fa. La storia del crimine e del criminale indicano che c’è un abominevole vincitore in tutto questo: l’apparenza, la forma. Essa prevale sulla sostanza, il sembrare vince sull’essere, il concreto dolore di una madre sventrata e di un figlio sgozzato si stemperano nella riconciliazione di un’immaginario paradisiaco perdono celeste. Secondo quanto si racconta, almeno due infatti sono le anime conquistate dal parroco di Uruffe al Signore: quella del bimbo, morto battezzato innocente, e quindi salvo; quella del babbo, cioè la propria, pentito e penitente sino all’ora della propria morte, avvenuta in convento, munito, ovviamente, del viatico dei moribondi (della povera Régine, la seduttrice, poco importa). L’estrema unzione data come linimento: basta un po’ di pentimento, e godi per l’eternità.Addio, figliuoli, e - come predicava san Francesco di Sales - state allegri.
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p. Edwardus O.F (Pardo Fornaciari)
dal Vernacoliere del Giugno 2001
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Nella foto, Pardo Fornaciari

 

La laicità e la croce. Una gran confusione ideologica per la sesta sezione del Consiglio di Stato

di Maria Mantello
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L’imposizione del crocifisso nei luoghi pubblici contrasta con il supremo principio della laicità dello Stato? Nessun problema! Stabiliamo per legge che è un simbolo laico. E’ questa la verbalistica acrobazia della recente sentenza del Consiglio di Stato n.7314/2005, depositata il 13 febbraio scorso e relativa al ricorso della signora Soile Lauti che aveva chiesto la rimozione del simbolo religioso cristiano dalle aule del “Vittorino da Feltre”, la scuola di Abano Terme frequentata dai figli Dataico e Sami Albertin.
I giudici della Sesta Sezione del Consiglio di Stato, non potendo rimettere in discussione il fatto che lo Stato italiano non può essere né tutore, né propagatore di confessionalismo, quello cattolico compreso, hanno tentato di identificare la croce con la laicità. Anzi, di farne l’eccellente emblema della laicità stessa. Un tribunale amministrativo, quale appunto è il consiglio di Stato, non può contraddire infatti le autorevoli sentenze della Cassazione (in particolare 439/2000) e della Corte Costituzionale (in particolare 203/1989), che hanno sempre ribadito che la religione cattolica non è più religione dello Stato, come stabiliva lo Statuto Albertino a cui anche le normative fasciste si rifacevano per l’imposizione della croce in edifici pubblici: scuole, uffici, tribunali, ecc. Quelle stesse normative a cui si richiamano attualmente quanti vogliono oggi rimettere le croci nei locali statali. Pertanto, i giudici del Consiglio di Stato hanno cercato di dare una mano a questi ultimi impelagandosi in tutta una serie di strumentali dissertazioni linguistiche sul valore e il significato della laicità, allo scopo di individuarne nel Crocifisso il supposto simbolo identitario dell’intero popolo italiano.
La laicità, ha sentenziato la Sesta Sezione del Consiglio di Stato, non è un valore assoluto, ma va interpretata in riferimento “alla tradizione culturale, ai costumi di vita, di ciascun popolo”.
Così, secondo una visione che ricorda la destra hegeliana, è stata riproposta la stantia assimilazione identitaria tra “spirito del popolo” e “religione cristiana”, presupponendo per il popolo italiano un’organicità statuale in chiave cattolica. Teorizzazioni queste che in Italia (non ci stanchiamo di ripeterlo) hanno avuto tanto successo nella dottrina dello stato etico fascista.
Ma torniamo alla sentenza del Consiglio di Stato n.7314/2005, per la quale il simbolo della Croce non è da vedersi in modo univoco, ovvero come simbolo della fede cattolica, perché può assumere diversi significati e servire per intenti diversi in relazione al luogo in cui è esposto. Pertanto, se esibito in un posto dove si prega, sarebbe essenzialmente religioso, ma in una sede non religiosa, come una scuola, sebbene per i credenti continui ad avere questa valenza, per tutti gli altri potrà svolgere una funzione simbolica altamente educativa, a prescindere dalla professione di fede.
“È evidente –si legge nella sentenza n.7314/2005- che il crocifisso è esso stesso un simbolo che può assumere diversi significati e servire per intenti diversi; innanzitutto per il luogo ove è posto. In un luogo di culto il crocifisso è propriamente ed esclusivamente un “simbolo religioso”, in quanto mira a sollecitare l’adesione riverente verso il fondatore della religione cristiana. In una sede non religiosa, come la scuola, destinata all’educazione dei giovani, il crocifisso potrà ancora rivestire per i credenti i suaccennati valori religiosi, ma per credenti e non credenti la sua esposizione sarà giustificata ed assumerà un significato non discriminatorio sotto il profilo religioso, se esso è in grado di rappresentare e di richiamare in forma sintetica immediatamente percepibile ed intuibile (al pari di ogni simbolo) valori civilmente rilevanti, e segnatamente quei valori che soggiacciono ed ispirano il nostro ordine costituzionale, fondamento del nostro convivere civile. In tal senso il crocifisso potrà svolgere, anche in un orizzonte “laico”, diverso da quello religioso che gli è proprio, una funzione simbolica altamente educativa, a prescindere dalla religione professata dagli alunni”.
Insomma, parafrasando il motto “non è l’abito che fa il monaco”, qui l’abito (ovvero il luogo) farebbe il simbolo. E che simbolo! Un Cristo ad uso e consumo del luogo. E non più, come dovrebbe essere (se non altro per rispetto alla fede) un Cristo che rende sacro il luogo in cui si trova.
Ma c’è dell’altro. Secondo le affermazioni di questi giudici: “è del tutto evidente che in Italia, il crocifisso è atto ad esprimere, appunto in chiave simbolica ma in modo adeguato, l’origine religiosa dei valori di tolleranza, di rispetto reciproco, di valorizzazione della persona, di affermazione dei sui diritti, di riguardo alla libertà, di autonomia della coscienza morale nei confronti dell’autorità, di solidarietà umana, di rifiuto di ogni discriminazione, che connotano la civiltà italiana”.
Una opinione che contrasta palesemente con i fatti storici. Qualche esemplificativa domanda vorremmo porla: Era valore di tolleranza la persecuzione degli ebrei in nome della croce? Compresi i battesimi coatti dei bambini ebrei, i cui echi sinistri sono risuonati ancora in piena shoah? E anche dopo impedendone la restituzione alle loro famiglie ebree? O i roghi degli eretici o delle donne accusate di essere le amanti del diavolo, ovvero le fantomatiche streghe? E ancora: Propagavano la libertà e la valorizzazione della persona anche gli inquisitori (oggi prefetti per la difesa della fede) imponendo stermini ed indici dei libri propibiti? Oppure le bande dei sanfedisti finanziate dal clero? E le scomuniche contro il Risorgimento le vogliamo occultare? Per non parlare dei reiterati anatemi contro la libertà di pensiero in nome dell’appartenenza identitaria all’unica anima cattolica? E poi ancora contro liberali, repubblicani, socialisti, comunisti, mentre si legittimavano massacri e dittature degli “uomini della Provvidenza” in cambio di Concordati? E tutto questo (e ancora tanto altro) sempre in nome della Croce, di cui la Chiesa cattolica apostolica romana si diceva (e si dice) univoca interprete e depositaria?
Ma la Croce, il credente, stando al dettato evangelico, non dovrebbe prenderla su di sé, invece di scagliarla sugli altri, fosse pure attraverso le pareti delle aule scolastiche?
Questa sentenza, allora, sembrerebbe dettata più da un uso ideologico della legge che da una serena applicazione della Legge. Costituzione repubblicana in primis. Una Costituzione che è nata dalla guerra di Liberazione, anche contro chi benediceva i gagliardetti fascisti e nazisti.
Una sentenza che assomiglia più ai virtuosismi linguistici di una summa teologica nella pretesa di ricondurre sempre e comunque ogni cosa (laicità compresa) al principio dell’universalismo confessionale cattolico.
Una sentenza dove la laicità si dovrebbe annegare nella fede al motto di “crocifiggiamo l’Italia”. Per quello che ci riguarda auspichiamo che la Croce resti il simbolo delle fedi cristiane.
E’ dal contrasto con le fedi che sono nate tolleranza e la libertà. In una parola la laicità. Il diritto di credere o di non credere è una conquista della laicità e non deriva certamente dall’imposizione di una Croce che dall’Editto di Teodosio in poi è stata ufficialmente causa di tante carneficine.
Alla scuola l’ardua impresa di educare alla libertà di pensiero e di coscienza. Questo il compito che la Costituzione Repubblicana le affida per la formazione di individui liberi e responsabili. Un compito che alla scuola viene da lontano. Da quando nel V secolo la filosofia greca pose le radici laiche dell’Europa e dell’Occidente nella scelta e nel dubbio.
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Maria Mantello
(docente, pubblicista e saggista. Vicepresidente associazione nazionale del libero pensiero Giordano Bruno)

 

Meglio un figlio drogato che un figlio frocio. Chi è responsabile di tutte queste disgrazie?

A: Carlo Azeglio Ciampi
Presidenza della Repubblica Italiana
Piazza del Quirinale 41
00187 - ROMA
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Caro Presidente Ciampi,
Le ho fatto pervenire (per mano di persone affidabilissime), il 25 febbraio u.s., il testo di un mio discorso tenuto il 9 febbraio presso la Protomoteca del Campidoglio davanti ad un pubblico di intellettuali, deputati, etc. Non avendo ricevuto alcun cenno di risposta da parte Sua in merito alla questione gravissima da me sollevata, chiedo che ufficialmente venga aperta un'inchiesta da parte delle Istituzioni. Una seria indagine da attuare sulle reali condizioni di vita delle persone omo-, bi-, e pan-sessuali, in collaborazione tra Forze dell'Ordine, università, sociologi, psicologi, psichiatri, operatori sociali ed organizzazioni panolebi. Le posso confermare che in Italia sono stato oggetto di gravi offese e minacce, che ho subìto danni relativi alle mie attività lavorative e anche fisici, insieme ad impedimenti di un sereno svolgersi dei sentimenti di amicizia, affettivi e di amore, come milioni di Italiani.
Attendo quindi una Sua esauriente risposta e sicuro della Sua sensibilità umana e morale nei confronti di tutti i cittadini, Le porgo i miei più cordiali saluti,
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Joan Peter Boom
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Allego questo testo
Avete mai assassinato Michelangelo?
di Joan Peter Boom
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Sono 42 anni che faccio il militante gay e onestamente non so più cosa fare per rompere l'orrenda barriera antigay italiana. Ora, a quasi 66 anni, mi sono veramente stufato e tenterò ancora di richiamare tutti alla propria responsabilità. A cominciare dal Capo dello Stato Ciampi, che stimo per molte ragioni, ma che ora mi sento costretto a tirare in ballo nella sua qualità di più alto responsabile politico in Italia. Lui, ultimamente, ha nominato gli ebrei, ma non le altre categorie assassinate durante l'olocausto, altri numerosi esseri umani, che ancora sono scomodi e non mi si dica che è una dimenticanza casuale. Il Capo dello Stato rappresenta il popolo italiano, ma evidentemente non rappresenta Michelangelo e una bella fetta dei residenti passati, presenti e futuri. Poi c'è, molto più grave ancora, quel capo che si spaccia per "infallibile tramite" tra un Dio cattivissimo e l'umanità. Asserendo di rappresentare Gesù Cristo, questo capo blatera giudizi dall'alto del suo palazzo imponente indossando sontuose vesti ricamate d'oro. E poi i preti cacciano via travestiti e femminielli. Una parte rilevante della popolazione è "panolebi" (pansessuale, omosessuale, lesbico, bisessuale, trans, etc.), gente che viene torturata psicologicamente dal non dire di certi e dalle condanne di altri. Torturati fino alla più nera disperazione, fino al suicidio, soprattutto coloro che vivono in provincia e sono la maggior parte. A loro è stato insegnato che è meglio nascondere il sesso, l'amicizia, l'affetto, l'amore e a vergognarsi di se stessi.
Alfredo Ormando non è ancora riuscito a farci vergognare tutti di questa società che si vanta di essere civile e cristiana, neanche bruciandosi vivo in piazza San Pietro. Quando un omosessuale impazzisce, si droga, si dà all'alcool, si lascia ammazzare o si suicida, allora cercano di nascondere la vera causa di tutto questo. L'omosessuale, anche dopo morto, rimane una vergogna, come era una vergogna fino a non molti anni fa avere un figlio andicappato.
Abito a circa 80 chilometri da Roma, città gloriosa per la sua storia, sede della cristianità e ancora sento dire: "Ammazzerei tutti i froci", "Meglio un figlio drogato che un figlio frocio", "Se mio figlio fosse frocio, lo ammazzerei".
Pensate che in queste condizioni una ragazza o un ragazzo possa dire apertamente di essere gay? Rischierebbe troppo. Non si può contare su molti spontanei "coming out" il "dichiararsi" a causa del terrore di venir scherniti, allontanati dalla famiglia, dagli affetti, dagli amici, di perdere il lavoro e di venir in ogni modo ostacolato, condannato, emarginato. Nelle grandi città i gay possono usufruire di luoghi di incontro, alcuni anche molto pericolosi come dimostrato dall'alto numero degli omicidi. Anche lì moltissimi nascondono ancora la propria naturale inclinazione agli amici, alla famiglia, sul lavoro o a scuola.
Chi è responsabile di tutte queste disgrazie?
Chiedo ufficialmente che venga aperta un'inchiesta da parte delle istituzioni. Una seria indagine da attuare in collaborazione tra Forze dell'Ordine, università, sociologi, psicologi, psichiatri, operatori sociali e organizzazioni panolebi. Un'arma efficace contro la distruzione continua di moltissime vite è necessaria.
Non crediate che io abbia paura di denunciare per grave inadempienza civile e sociale il Capo dello Stato e per omicidio volontario plurimo attraverso l'uso della parola un Papa anticristiano. Una denuncia che va fatta in Italia, in Europa, nel mondo. Da troppo tempo è tempo di cambiare.
:
Joan Peter Boom
pansex@libero.it
via Forno di sotto 47
01031 Bagnaia (Viterbo)
tel. +39 0761289479
mobile +39 3388358603
http://digilander.libero.it/pboom
http://digilander.libero.it/pansexuality
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Nella foto, Joan Peter Boom
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Would yoy kill a Michelangelo?
by Joan Peter Boom
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After more than 42 years of gay militancy I still don't know how to fight and demolish the horrible antigay barrier in Italy. Now at 66 I'm completely fed up and I'll try once more to recall State and Church to their responsibility. I'll start with the President of the Italian Republic Mr. Ciampi, whom I respect and esteem for many reasons, but now I feel obliged to involve as the highest politically responsible person in Italy. Lately, he mentioned the Jews, but not the other categories killed during the Holocaust, other numerous human beings still considered inconvenient, and nobody can tell me it's just a casual oversight. The Head of the State represents the Italian people, but evidently doesn't represent Michelangelo and an important part of the former, present and future residents. Then, much more serious, that "Head" who is regarded as an "infallible intermediary" between a terrifying God and poor humanity. Asserting that he represents Jesus Christ, this Head passes judgments from his lofty position. A relevant part of the population is "panolebic" (pansexual, homosexual, lesbian, bisexual, transsexual, etc.), people who are psychologically tortured by the criminal silence of many and the condemnation of others. Tortured to the point of utmost desperation, to suicide, especially those who live in the provinces, and that's the majority. They were told that sex, friendship, affection and love must be hidden, and that they have to be ashamed of themselves. Alfredo Ormando has still not succeeded in making us feel ashamed, after he burned himself alive in St.Peter's square in Rome on the 13th of January 1998 in protest against the Catholic Church which demonizes homosexuality. When a homosexual goes mad, takes drugs, becomes an alcoholic, lets himself to be killed or commits suicide, still then people try to hide the real cause. A homosexual, even after death remains a cause for shame, the way it was a shame, not many years ago, to have a handicapped person in the family.
I live only about 80 kilometers north of Rome, glorious historic "Caput mundi", seat of Cristianity and still I must hear people saying: "I'd kill all the faggots", "Better a badly drug-addicted son than a gay son", "If I had a homosexual son, I would kill him". Is it imaginable that, under these conditions, a girl or a boy admits openly to being gay? It is simply too risky. There are very few spontaneous "coming outs" because of the terror of derision, of being disowned by the family, of losing friends, job, everything, of being condemned and marginalized in every way. In the bigger cities gays can find places to meet, some very dangerous as is shown by the number of murders. Also in Rome and Milan many gays feel they have to hide their natural inclinations in front of their friends, their family, at work or at school.
Who is responsible for all this?
Therefore I ask officially that the Institutions open an inquiry. A serious investigation to be realized in collaboration with Police Forces, Universities, Sociologists, Psychiatrists, Psycologists, Social workers and Panolebic organizations. An efficient way of combatting the continuous destruction of so many lives must be found.
Nobody must think I'm afraid to impeach the Head of the State for grave civil and social default and an unchristian Pope for responsibility with regard to homicide due to the use of marginalizing phrases. An impeachment that has to become executive in Italy, in Europe, in the world. This situation has existed for far too long. The time has come for change.
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Joan Peter Boom

sabato, febbraio 25, 2006

 

Cose che ci hanno condizionato la vita in realtà sono delle incredibili bufale

Cara MG,
spesso accade che qualcosa per noi nuovo, che non conoscevamo, riguardo a qualcosa che siamo convinti di conoscere bene, e di cui non abbiamo mai sentito parlare in quei termini, ci appaia inverosimile ed astruso...
Ma forse è solo utile informarci un po' per farci passare lo shock, e magari divertici pure a scoprire che cose che ci hanno condizionato la vita in realtà sono delle incredibili bufale, oppure belle favole, diverse e spesso in contrasto con la realtà documentabile.
Se conosci un po' l'inglese troverai le notizie essenziali su
http://en.wikipedia.org/wiki/Luigi_Cascioli
Se poi stuzzicassero la tua curiosità puoi provare con google, digitando semplicemente Luigi Cascioli puoi ottenere molte notizie interessanti.
:
Certo può apparire sorprendente che qualcuno dimostri, documenti storici alla mano, che la Chiesa cattolica e in generale il Cristianesimo sono stati costruiti e mantenuti (e molti ci hanno guadagnato e altri rimesso la pelle) per 2000 anni circa sulla base di storie non diverse da quelle che ci deliziavano da bimbi.
L'info su Cascioli, sui suoi studi e sulla sua azione di denuncia dell'abuso di credulità popolare contro la chiesa e i suoi rappresentanti portata fino in tribunale, in Italia non passa nei grandi media, all'estero invece si e con grande rilievo (grazie evidentemente alle ingerenze vaticane anche nel campo giornalistico, ma se sono falsità perchè temere che la gente ne sia informata?).
Potrei continuare, ma non voglio tediarti.
Puoi invece divertirti a leggere "La favola di Cristo - Inconfutabile dimostrazione della non esistenza di Gesù".
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Alba Montori

 

Suore con santino anticomunista

«Maria, ottieni da Dio il trionfo del bene, la liberazione dal male, dal comunismo, dal marxismo». Non è la preghiera di un gruppetto di fedelissimi del Cavaliere, ma la scritta che compare sul retro di decine di santini, con l'immagine nella parte anteriore della Madonna del Soccorso, messe in circolazione dalle suore del convento Boccone del Povero Giacomo Cusmano di Sciacca (Agrigento). La singolare iniziativa, che sta creando polemiche nella città termale, è stata organizzata in occasione della processione della Madonna, patrona di Sciacca. I santini sono stati distribuiti all'interno della Chiesa di Sant'Agostino e poggiati su alcuni banchetti in modo che i fedeli potessero prenderli. A notare e denunciare i toni della preghiera anticomunista sono stati Giovanni Titone, preside della scuola media di Montevago, e Nico Miraglia, insegnante e figlio di Accursio, il sindacalista della Cgil ucciso dalla mafia agraria alla fine degli anni Quaranta, durante le lotte contadine contro il latifondo. La vicenda è approdata in Consiglio comunale e ora l'arciprete di Sciacca, Alfonso Tortorici, si dissocia dall'iniziativa delle suore. L'arciprete, che ha promesso di ritirare le immagini sacre e anti-comuniste, tenta una giustificazione: «Lo scenario politico di oggi è completamente diverso da quello di cinquant'anni fa e dunque certi accostamenti non sono assolutamente condivisibili». (a.p.)
da "Il Manifesto"

 

Esperienza vissuta tra i Neo Catecumenali

Testimonianza
:
Ho 53 anni, cultura media superiore, lavoro come funzionario amministrativo in un Ente pubblico. Avevo moglie, tre figli maschi, ora hanno 28, 27 e 19 anni. Avevo una bella casa alla "Montagnola", facevo politica, ero consigliere circoscrizionale al 3° mandato, collaboravo a varie iniziative parrocchiali. Avevo una fede sconfinata nella Chiesa Cattolica, facevo la comunione spessissimo. L’esperienza neo catecumenale mi ha cambiato radicalmente la vita: non ho più nulla!
Quello che dirò sarà volutamente circostanziato, perché in tal modo non sarà possibile smentirlo.
Dodici anni fa, nel 1985, entrai, con tutta la famiglia in una "comunità Neo Catecumenale" che si istallò alla Garbatella, per merito di alcuni così detti "catechisti" provenienti da viale Marconi, nella zona sud di Roma. Il loro massimo responsabile di zona era ed è il Dott. Roberto Piermarini, giornalista della Radio Vaticana. Dopo le mie vicende la comunità neo catecumenale è andata via dalla Garbatella, reimpiantandosi presso la comunità madre, nella zona di viale Marconi.
I "catechisti", nascondendo di essere appartenenti ad una particolare organizzazione e, soprattutto, nascondendo che iniziava, per i presenti, un impegno che sarebbe durato almeno venti anni, cominciarono un bombardamento di concetti pseudo-protestanti che divennero subito evidenti alle orecchie di uno come me che aveva fatto nella Chiesa tante esperienze formative, come Azione Cattolica, insegnamento catechistico, "cursillos di cristianità", ecc.
Non ostante queste "stonature" ero fiducioso, perché il mio parroco (poi divenuto vescovo nello stesso anno), dando loro la sede, legittimava e garantiva il loro operato.
Ero magnetizzato dalla loro catechizzazione, dalle loro certezze, anche perché davano l’impressione che tutto quello che succedeva non era precedentemente preparato a tavolino e, soprattutto, che quello era l’unico modo autentico di essere cristiani.
Io e mia moglie siamo sempre stati "aperti" alla vita: oltre ai tre figli maschi, ci sono state altre due gravidanze che, a causa della incompatibilità sanguigna da fattore Rh, sono sfociate in aborti spontanei e i medici ci hanno chiaramente detto che ulteriori tentativi avrebbero solo prodotto aborti spontanei. Ebbene, non ostante ciò e non ostante le cinque gravidanze, il fanatismo dei Capi-responsabili fu tale da far prendere decisioni folli ed irresponsabili a mia moglie, senza neanche consultarsi col marito!.................................... Eravamo destinati a diventare una "fabbrica di aborti"!
Mi lasciavano sorpreso le continue e preoccupate affermazioni dei capi della organizzazione sempre tese ad assicurare che loro godono dell’appoggio incondizionato del Papa!Ho avuto modo di paragonare quello che loro insegnano con quello che il Papa insegna e non mi sembra che dicano la stessa cosa! Ricordo il nervosismo e l’imbarazzo che sui loro volti si leggeva quando proponevo, ad esempio, di pregare come il Papa (in ginocchio), mentre loro addirittura lo proibivano! Ho anche avuto modo di paragonare quello che la Chiesa Cattolica insegna nel recente "Nuovo Catechismo della Chiesa Cattolica" e posso dire che in molti punti diverge da quanto si insegna nel "Neo Catecumenato"!
Nei tre anni che frequentai il Neo Catecumenato mi resi conto della potenza persuasiva dei loro capi e del fatto che la concezione di famiglia ha ben poco a vedere con la classica famiglia cristiana; loro attuano una unica grande famiglia di circa 40 / 50 persone che viene guidata dal "Capo-famiglia-Catechista", la progettualità di coppia non esiste e al suo posto c’è una progettualità che (attraverso la struttura piramidale) viene ispirata direttamente dal suo fondatore (Kiko Arguello)!
In quegli anni mi resi conto che i loro capi riuscivano a monopolizzare la vita privata delle singole persone, con il moltiplicarsi degli impegni di gruppo, con l’aumento naturale delle amicizie tra i membri del gruppo e, soprattutto con il controllo psicologico dovuto alle "confessioni pubbliche", nelle "risonanze" e "giri di esperienze".
Quasi a paventare misteriosi pericoli futuri, sin dai primi incontri, veniva insegnato che ci saremmo dovuti ben guardare da chiunque ci avesse voluto dire cose diverse da quelle che i "responsabili"ci insegnavano; che nella stessa Chiesa cattolica ci sono molti che li odiano, e che il motivo è solo quello che "loro" sono i veri ed autentici riscopritori del cristianesimo dei primi secoli. Ci insegnarono subito che molti avrebbero sentito il desiderio di abbandonare quella esperienza, ma che mai nessuno avrebbe avuto convenienza a lasciare il loro ambiente, perché al di fuori di "essi"ci può essere solo "perdizione" ed infelicità.
Sfruttando la difficoltà che nella nostra epoca obiettivamente esiste per la nascita e il mantenimento delle amicizie, costringendo i neofiti a frequentarsi molto spesso per i coinvolgenti e numerosi incontri, fanno sì che trascorrano anni senza vere amicizie esterne. Facendo apparire la loro esperienza come l’unica cosa al mondo che abbia importanza, costringono gli adepti a non provare, man mano, più interesse per la cultura, per l’arte, per lo sport, per la politica o altro. Tutto è secondario!
I loro "capi - responsabili" insinuano subito nei neofiti il sospetto che i cattolici che vanno alle Messe "normali" sono cristiani di serie B, e poi lo affermano chiaramente chiamandoli "cristiani della domenica".
Venne, pian piano, imposto di liberarsi di tutti gli affetti, intendendo che quelle persone care che non si riesce a trascinare nella Comunità, E’ MEGLIO PERDERLE!
Un obbligo singolare, quanto ingiusto, è quello che vede imporre a tutti o la soluzione matrimoniale (controllata dal Movimento) o la consacrazione sacerdotale o monacale, imposta (e qui sta il singolare) dai Capi supremi: Kiko Arguello, scapolo e Carmen Hernandez, ex suora, ora nubile!
Quando, col passare degli anni, gli adepti diventano un gruppo fisso in modo granitico, arrivano ad imporre la "Endogamìa" (obbligo di sposarsi nell’interno del gruppo), e poi a dire esplicitamente: "sposate le figlie di Israele".
Quando un giovane si fidanza con una ragazza esterna, o una ragazza con un giovane esterno, non hanno pace finché non costringono anche l’esterno ad entrare nella loro ....."esperienza".
Se non riescono nel proposito, allora costringono l’interno ad abbandonare il loro ....paradiso, ma solo dopo atroci sofferenze psicologiche, perché intanto l’hanno convinto che solo con i neocatecumenali ci può essere il vero, autentico cristianesimo!
Per gli sposati è la stessa identica cosa, ma quando uno dei due coniugi è stato reso fanaticamente schiavo della loro organizzazione (cosa che accade più spesso di quanto non si creda), arrivano anche a farli vivere separati a vita (divorzio di fatto), se l’altro coniuge non apprezza la "comunità"!
Io non ho mai apprezzato il Cammino Neo Catecumenale e se ci sono stato dentro per anni l’ho fatto solo per cercare di salvare il matrimonio che, invece, si stava distruggendo proprio per le follie del "Cammino"! Un giorno mia moglie onestamente mi disse:"La mia e la tua sono due Religioni molto diverse!" Allora provai a far finta che mia moglie avesse aderito realmente ad un’altra religione, e provai a tirare avanti con il dovuto rispetto, ma, quando mi accorsi che tornando la sera stanco dal lavoro tutti erano usciti, chi per la "liturgia della parola", chi per preparare gli incontri, chi per preparare i canti, a seconda dei diversificati incontri delle diverse comunità cui appartenevano, non potetti nascondere neanche più a me stesso, cenando solo come un cane, che erano riusciti a distruggere la comunità familiare dal profondo!
Nonostante si vantino di essere cattolici, quando si viene a creare un conflitto tra la partecipazione alle loro riunioni e la partecipazione alla celebrazione di un qualsiasi sacramento, essi impongono sempre la superiorità della partecipazione alla loro organizzazione! Non ne parliamo poi quando la concorrenza è con impegni di studio, o sociali, artistici, sportivi, di amore, di politica o della "odiata cultura"! I Catechisti ci dicono: Sono "IDOLI"!
Io pensavo che, di fronte alla sacralità e alla indissolubilità del matrimonio, avrebbero consigliato un coniuge dubbioso di scegliere sempre il salvataggio del matrimonio, di fronte a qualsiasi dilemma, invece no! Uno dei loro più potenti Capi, tale Avv. Franco Voltaggio, dopo aver promesso a me e a numerosi Vescovi, che, per salvare qualsiasi matrimonio avrebbero volentieri rimandato a casa il coniuge da loro eccessivamente, diciamo così, "entusiasmato", dimostrò quanto sono bugiardi anche nel mio caso!.....
E’ successo proprio a chi scrive: quando mia moglie ha dovuto scegliere: o frequentare una parrocchia senza gruppi neo - catecumenali insieme al marito, oppure una parrocchia con i gruppi neo - catecumenali ma senza il marito, ha preferito cacciare da casa il marito e separarsi, con l’appoggio morale e materiale dei capi neo - catecumenali! Il giorno 27 aprile 1992 alle ore 17, nella Chiesa di S. Leonardo Murialdo, ex S. Tito, in Via Pincherle, una traversa di Viale Marconi, zona sud di Roma, l’allora parroco in carica, Padre Domenico Paiusco, ordinò a me di vivere il resto dei miei giorni lontano da casa mia, dai miei figli e da mia moglie perché, con la mia opposizione alla organizzazione Neo Catecumenale, mi ero messo contro la Chiesa Cattolica! La decisione era stata presa dai massimi "catechisti" della diocesi di Roma ed era irrevocabile! Feci presente che il mio e suo Vescovo di settore, lo aveva pregato di fare il contrario, ma lui rispose che ubbidiva solo alla sua coscienza (in effetti ubbidiva al vertice della organizzazione!).
Andai a protestare col mio vescovo di settore, ma lui mi rispose che i capi neo catecumenali non lo ascoltavano, non poteva più farci nulla.............; andai dal vescovo, mio ex parroco alla Garbatella, ma lui mi rispose che forse era meglio che iniziassi una causa di separazione legale, considerando che mia moglie non poteva, perché lei era neo catecumenale.......;andai dal mio nuovo parroco, recentemente divenuto anch’egli Vescovo, ma lui mi rispose che nessuno mi avrebbe ascoltato, perché mi avrebbero tutti preso per matto, i N. C. sono troppo potenti,....... ero uno dei pochi che faceva presente le cose negative......;andai dal cappellano nell’Ente pubblico per cui lavoro, ma lui mi rispose che ero una voce fuori dal coro.........dovevo adeguarmi........; andai dal vescovo incaricato ai problemi della famiglia, ma lui, dopo avermi detto che la situazione era più grave di quanto io pensassi, mi disse anche che in pubblico mai avrebbe obiettato nulla verso i N. C.!!!
Chiesi molte volte a mia moglie di venire a vivere con me, anche ufficialmente, con lettere del 18 maggio ‘92, del 29 agosto ‘92 e del 24 maggio ‘93, ma lei si è sempre rifiutata!
Mia moglie dovette affrontare una operazione chirurgica in ospedale, mi offrii di restarle accanto per la notte; ciò sarebbe stato possibile e la stessa mia moglie sembrò favorevole: i suoi fratelli e sorelle di comunità me lo impedirono, vollero restare loro, per evitare la mia vicinanza in un momento di sua particolare vulnerabilità!
Frequentando la "comunità", eravamo costretti a versare almeno il 10% di quanto entrava in casa, e questo danaro, anziché andare ai poveri, andava ai così detti "catechisti itineranti", perché andando in giro per l’Europa per allargare la loro organizzazione, non mancassero di nulla: dal vestiario alla automobile, dalla casa alla beby sitter. Ricordo che, quando fui cacciato da casa, i primi tempi, io ho dovuto dormire in automobile!
Uno dei momenti più drammatici fu quando morì mia madre ed io chiesi piangendo a mia moglie di pregare quella sera con me, non lasciandomi solo col mio dolore; lei mi rispose che doveva pregare con i suoi fratelli di comunità, che erano la sua vera famiglia in Cristo!! Altro momento drammatico: il mio primo figlio, constatata la mia avversione al "neo Catecumenato", e considerando che, secondo lui, quella organizzazione è una emanazione di Cristo, tentò di uccidermi tramite soffocamento.
Sia il primo che il secondo figlio non mi chiamarono più "papà" per punirmi di aver sempre e a qualunque costo ostacolato la loro organizzazione!
Il secondo figlio, ancora giovanissimo, ha già due figlie, viene utilizzato come generatore di nuovi neo catecumenali e non mi ha fatto neppure conoscere la seconda nipotina; chi critica l’organizzazione neo catecumenale non ha diritti! A tanto conduce il fanatismo che questa organizzazione infonde nell’animo di molta gente, creando tanti "fondamentalisti" pseudo cattolici che ben poco differenzia dai tanto deprecati "integralisti islamici"!! Recentemente ho saputo che il mio primo figlio è considerato un elemento fedele e affidabile: è stato nominato "Responsabile di Comunità"!
Ricordo con orrore le Pasque che sperimentai su me stesso in quegli anni! Due giorni di digiuno assoluto e rigorosissimo, obbligatori e intrisi di fanatismo, a cui seguiva una intera nottata di canti nell’isolamento più profondo dalla Vera Comunità, quella parrocchiale. Il tutto seguito da una "agape"(un pranzo) alle sei del mattino, con il vino e con lo stomaco che, all’improvviso, riceveva quantità enormi di cibo, alcuni si sentivano male, altri si ubriacavano. Poi si andava a dormire tutta la giornata di Pasqua, senza poter trascorrere neppure mezz’ora con familiari ed amici non neo catecumenali!!... e alla comunità parrocchiale si faceva credere che noi raggiungevamo le vette della più sublime ascesi!
Tra l’altro, ricordo molto chiaramente che nei loro martellanti insegnamenti aveva un ruolo fondamentale questo: "Solo Dio deve essere veramente amato!(che poi significa la loro organizzazione)! Se il tuo coniuge ti è d’impaccio, odialo, e lo stesso fai se chiunque altro vuole separarti da noi, figli compresi, fratelli e genitori compresi"!!
Credevo che il mio fosse un caso limite, forse un caso raro......, macché, quello che è successo a me è successo a molta altra gente! Molte coppie hanno avuto il matrimonio rovinato per sempre da questa strana organizzazione, che a volte da l’impressione di somigliare ad una : "SETTA"!
L’intimità affettiva e psicologica, unite alla progettualità, sono i cardini su cui si basa qualsiasi rapporto di coppia, invece per decenni questi sono esercitati con estranei alla coppia stessa! Immaginate gli effetti distruttivi che ne scaturiscono!
La differenza con le altre coppie rovinate sta solo nel fatto che di queste si sono perse le tracce, in quanto hanno poi abbandonato completamente il Cristianesimo, perché, dopo anni di frequenza, si tende ad identificare il "Cammino Neo catecumenale" con il "Cristianesimo". Allontanando l’uno, si perde l’altro! Ecco perché il mio può sembrare un caso singolare! Altre coppie "trattate" dai neo catecumenali sono precipitate nell’ateismo e nella Chiesa non resta traccia!
E pensare che quando insegnavo catechismo ai ragazzi della Garbatella dicevo: "la Chiesa Cattolica, pur di difendere la indissolubilità di un solo matrimonio, preferì subire lo scisma anglicano!"
I capi dirigenti (così detti Catechisti) della organizzazione chiamata "Cammino Neo Catecumenale" dicono che gli aderenti sono, non so più quante migliaia di migliaia, ma nessuno ha mai riflettuto sul fatto che i fuoriusciti sono dieci volte tanto! E in che condizioni di sofferenza! Spessissimo senza più la fede !
Quando fui cacciato da casa, uscii dalla loro organizzazione e cominciai ad indagare sulla loro struttura scoprendo che, mentre vogliono dare a tutti l’impressione di essere dei gruppi innocui e spontanei, guidati solo dallo Spirito di Dio, sono invece organizzati come una "Chiesa nella Chiesa"! Hanno i "responsabili"di ogni singola comunità, i capi responsabili (detti "catechisti") del complesso di comunità di ogni singola parrocchia dove sono presenti (che contano molto più del parroco!), i capi settore (che contano molto più dei Vescovi di settore!), strutture regionali e nazionali, che si sovrappongono segretamente alle strutture della Chiesa ufficiale!
Scoprii che i Neo - Catecumenali (senza che nulla traspaia fuori dagli ambienti ecclesiastici) vengono contrastati nettamente dagli ambienti più culturalmente impegnati, sia della parte ecclesiale più "progressista", che da quella più "tradizionalista".
Il Cardinale Carlo Maria Martini di Milano, il Cardinale Silvano Piovanelli di Firenze, il Cardinale Giovanni Saldarini di Torino, il Cardinale Salvatore Pappalardo, ex vescovo di Palermo, il vescovo di Brescia Bruno Foresti, il vescovo di Ivrea Mons. Bettazzi, i vescovi di Novara, Trieste, il vescovo di Foligno Mons. Bertoldo, Perugia, e tanti altri, hanno evidenziato la pericolosità di questa organizzazione . Mons. Cesare Pagani, vescovo di Perugia, nel 1988 morì di infarto dopo una animata discussione con i capi di questa organizzazione, che, anziché riflettere sul proprio fanatismo, preferì parlare di punizione divina!
Nel gennaio dello scorso 1996, in Inghilterra, a Clifton, il Vescovo cattolico, Mervyn Alexander, ha avviato una indagine contro il Neo Catecumenato, che, quando si è conclusa, ha vietato a questa organizzazione di reclutare nuovi membri in quella diocesi!
L’Assistente Nazionale della "Azione Cattolica", Mons. Agostino Superbo, Vescovo pugliese, insieme a tutti gli altri 19 vescovi pugliesi, ha indirizzato a dicembre scorso, ai preti della regione una nota pastorale (tutti i Vescovi d’accordo, nessuno escluso), nella quale si sostiene che il Cammino Neo Catecumenale "mette a rischio la comunione nella Chiesa Cattolica" (vedi pag. 36 del mensile "Jesus" di febbraio scorso!)
A Vicenza hanno creato non pochi problemi! Ho saputo per certo che, vicino Firenze, per un certo periodo una parrocchia si è scissa; per merito dei neo catecumenali dovremo assistere anche ai dolorosi piccoli scismi?
Da giovane studiai un poco di teologia e di catechismo, fui dirigente della "Azione Cattolica", preparai alla prima comunione o alla cresima molti giovani, per cui non mi è difficile vedere che il motivo principale per cui questa organizzazione è invisa alla parte più progressista della Chiesa, risiede nel fatto che i neocatecumenali tradiscono completamente tutte le aperture conciliari di natura sociale, tutti i tentativi di realizzare nel mondo la "teologia della giustizia", tutto l’interesse ecclesiale per i poveri e gli emarginati, tutte le premesse di democratizzazione nella Chiesa stessa!
Di contro, alla parte più tradizionale della Chiesa, quella che maggiormente ha a cuore la conservazione della dottrina cattolica, che ha permesso alla Chiesa di rimanere integra lungo duemila anni di storia, non sfuggono le gravi eresie degli insegnamenti, che, cosa ancora più grave, sono scritti nel catechismo neo - catecumenale, che io stesso ho potuto leggere e che viene tenuto rigidamente segreto anche ai semplici neo catecumenali privi di specifiche cariche! Il solo primo volume (Orientamenti alle equipes) consta di ben 373 pagine! Ne hanno sempre negato l’esistenza!
Gli insegnamenti luterani sono penetrati abbondantemente nel catechismo neo catecumenale: la fede (fanatismo) ci permette di annullare completamente i peccati! Le opere non contano! La libera interpretazione delle Sacre Scritture ci fornisce l’unica forma di morale! Il vero sacerdote è "l’insieme dei fedeli", il prete è solo un presbitero che "presiede"! I sacrifici, i digiuni, le promesse a Dio, i pellegrinaggi, sono tutte cose inutili! Il S. Rosario è screditato ed emarginato!
Il Sacrificio Eucaristico è negato, la Transustanziazione è ridotta a simbolo! Il Sacerdozio Ministeriale soppresso! (Questo è Luteranesimo, no Cattolicesimo!).
"L’uomo non può fare il bene perché si è separato da Dio, perché ha peccato ed è rimasto radicalmente impotente ed incapace, in balia dei Demoni. E’ rimasto schiavo del Maligno. Il Maligno è il suo Signore."
(Questo è Giansenismo, no Cattolicesimo!).
Si deride la pratica di conservare il Santissimo nel tabernacolo, per loro la presenza del corpo di Cristo nel pane e nel vino consacrati, cessa con la fine della celebrazione.
In base ai miei modesti ricordi personali, il primo valido sacerdote che lanciò l’allarme sulla pericolosità dei neo catecumenali fu Padre Virginio Rotondi, che nei seguitissimi articoli sul quotidiano "IL TEMPO" denunciò che quel "popolo eletto"si ostina a non voler riconoscere che Dio non ci parla solo attraverso le Sacre Scritture, ma anche tramite gli insegnamenti della Chiesa; e ancora: le scritture non devono essere ammantate di un alone di "magia"!
Poi altri sacerdoti si accorsero della pericolosità dei N. C.; ricordo sopra a tutti il grande teologo passionista Padre Enrico Zoffoli, che scrisse numerosi libri di testimonianze ed altri di studio teologico accurato, tra i quali è interessante quello che si intitola: "Magistero del Papa e Catechesi di Kiko....confronto", che la dice lunga sulla scarsa cattolicità di quella organizzazione!
Anche la parte ecclesiale più progressista, soprattutto in Inghilterra, per opera di molti vescovi, ha preso posizione contro questo movimento e da ultimo, uno sconvolgente libro ha raccontato con chiarezza e coraggio quello che si nasconde dietro gli "innocui" capi dei neocatecumenali: "Le Armate del Papa" di Gordon Urquhart - Ed. Ponte alle Grazie . Firenze £ 38.000, facilmente reperibile in ogni libreria.
Con gli ossessivi e martellanti concetti che i così detti "catechisti" neo catecumenali ripetono continuamente, si ottiene una trasformazione della personalità individuale che arriva ad un vero e proprio lavaggio del cervello. Tutto diventa normale, dal versamento della "decima", praticamente una tangente del 10% sulle entrate familiari (anche i più poveri), alla messa a disposizione dei beni patrimoniali ed immobiliari!
Questo spiega il condizionamento economico che a volte intorpidisce la volontà dei parroci che hanno accolto questa organizzazione e spiega anche il moltiplicarsi del numero dei seminari particolari ed esclusivi dei neo catecumenali (28) che creano numerosi sacerdoti che di cattolico hanno ben poco e che obbediscono più ai capi della organizzazione che ai Vescovi!
Con una strategia che somiglia a quella attuata dalla Massoneria, hanno organizzato una puntuale occupazione dei punti nevralgici e decisionali degli strumenti di comunicazione di massa, che può velocizzare lo sviluppo della loro organizzazione (alcuni giornalisti della Radio Vaticana, come il Dr. Roberto Piermarini, il direttore di Radio Maria, alcuni vaticanisti delle redazioni di quotidiani e settimanali, ecc.).
Sino dai primi incontri viene insegnato che il Matrimonio, la famiglia, il lavoro, i figli, gli averi, sono "idoli"che vanno odiati. Kiko, ai suoi catechisti fa insegnare: "la famiglia è un mito terribile quando diventa religione. La Cristianità la deve distruggere!"(Quindi tenere al primo posto la "Comunità"!).
Viene insegnato : Se la moglie è innamorata di suo marito, o il marito è innamorato di sua moglie, si è creato un idolo!....allora bisogna imparare ad odiarlo!!
Negli "scrutini"si insiste molto sul fatto che il legame genitori - figli sia spezzato, che essi vengano offerti alla comunità (figli della Comunità); i figli sono "idoli" e, inoltre, soffrono molto vedendo l’amore "umano" e "nevrotico" dei genitori! (Kiko è convinto che i genitori siano tutti "nevrotici" perché non desideravano i loro figli!).
Quei poveri ragazzi, poi, risucchiati completamente nel "cammino", vengono privati di tutte le cose principali della gioventù: amicizie esterne, divertimento, esplorazione del pensiero di oggi, libertà, cultura contemporanea, opportunità di ragionare e di scegliere per se stessi! Le attività politiche, sociali, e persino quelle caritative, sono, per loro, una perdita di tempo.
I venti anni di "cammino" sono un macchinario che crea cristiani in serie. I cambiamenti hanno luogo in momenti precisi, ne prima, ne dopo; l’azione della Grazia non esiste, con le sue improvvisate. La Fede arriva solo all’ultimo momento (rinnovamento dei voti battesimali), non prima.
Con i riti arcani e le conoscenze segrete, il Neocatecumenato richiama le furbizie del più antico "Gnosticismo"e della più attuale "Massoneria". E’ un misticismo a poco prezzo che descrive l’incontro con il movimento come il fatto più importante dopo la venuta di Cristo!
Durante il periodo da me trascorso nell’interno di questa esperienza religiosa, ricordo che il passato veniva sempre dipinto come completamente negativo, vuoto, disperato, inconcludente,.....fino all’incontro con i neo catecumenali, soluzione luminosa a tutti i problemi!
Chi non si adegua a questa visione collettiva obbligatoria, viene compatito, perché non ha ancora incontrato Cristo! Gli altri invece, sottomettendosi alla autorità del Movimento e rinunciando alla propria personalità, ai propri desideri, alle proprie idee, vengono "coltivati"e "costruiti" per assumere sempre maggiori responsabilità!
Prevedendo che qualcuno potrebbe aprire gli occhi e ribellarsi al "lavaggio del cervello" non mancano di allertare gli adepti: "Se vostro padre, vostra madre, vostro marito, dubiteranno della bontà e santità del Cammino Neo Catecumenale, allora sarà il Demonio a parlare in loro, non ascoltateli!"!
In poco tempo, persino il modo di parlare, i termini linguistici, i movimenti del corpo e delle braccia, lo sguardo, tutto viene omologato ai neocatecumenali e con il mondo esterno inizia una situazione di perenne incomprensione!
Vivendo nella Comunità non ci si rende conto della esistenza di strutture che orchestrano tutto, persino le emozioni! Pian piano, tutto ciò che è esterno alla Comunità perde valore, perde interesse! Le lunghe e stancanti liturgie notturne, fiaccando il corpo e la mente, ti indeboliscono a tal punto che tutto ciò che ti viene imposto dai responsabili lo credi ciecamente! L’effetto di intorpidimento della mente fa parte del processo di indottrinamento. Ti senti inebetito ed ubriaco, sei convinto che la tua vita è solo là e che non potrà mai essere da nessuna altra parte per il futuro.
Siccome anche gli altri hanno le stesse identiche sensazioni, i "responsabili"ti convincono che questo dimostra la presenza forte dello Spirito di Dio! Ne resti talmente convinto che quando sei in altri ambienti, sei talmente vulnerabile che corri il rischio di deprimerti! Non puoi fare a meno di quella organizzazione, sei legato a vita a quelle persone; quella e solo quella è la tua vera famiglia!!
Il segreto ti ossessiona: non si possono fare domande su ciò che seguirà, non si possono rivelare particolari del "cammino"ad esterni e neanche ai membri di livello inferiore, non deve trapelare nulla di quanto accade all’interno! I Capi, con lo sguardo spiritato, dicono solo che nei prossimi "passaggi"(esami periodici) si accederà ad una vicinanza sempre maggiore alle meraviglie di Dio; l’importante è fidarsi del "cammino"(di loro!) e ringraziare di non essere "cristiani della domenica"!
Ti conducono a vivere tutta la vita entro il recinto dell’organizzazione, quasi come se l’esterno fosse fonte di infezione. Anche gli interessi esterni, la cultura, la scuola, la politica, l’arte, la filosofia, persino i preti e i Vescovi non neocatecumenali, possono contaminarti e farti allontanare da quella che è divenuta una prigione e non te ne sei accorto. Sin dal primo scrutinio sono pronti a rinfacciarti continuamente che hai messo la tua firma sul "libro della vita"(sulla Bibbia della "comunità") e quindi non puoi "tradire"... "Gesù (tramite loro) è passato questa volta per te, potrebbe non passare più! Gesù sta agendo tramite i "catechisti"". Riescono a condizionare anche le intelligenze più libere e aperte!
La paura, il senso di colpa e di dipendenza dalla "Comunità" sono enormi! Per bloccare le rare fughe cercano di spaventare i membri, giocando sulla loro paura di essere "rifiutati" dalla "comunità". Attuano il terrorismo psicologico.
E’ molto importante riuscire ad annullare la autostima dei membri e far trionfare il concetto che solo il "Neocatecumenato" può dare benefici, portandoli ad una completa dipendenza.
I due anni di precatecumenato sono durissimi: raggiranti mistificazioni si sviluppano tra minacce e promesse di nuove mirabolanti rivelazioni: "stanotte la "Chiesa"vi darà la Croce Gloriosa". Intimoriti e sottomessi i poveri membri non potranno più uscire dalla "comunità" se non altro perché si stabilisce un legame indissolubile con quel gruppo di persone che è a conoscenza dei segreti e delle paure più nascoste, attraverso le "confessioni pubbliche"!
Alcuni fanno a gara nel raccontare le disgrazie che sono capitate a quelli che si sono allontanati dal "Cammino"o solo hanno pensato di farlo!
Ogni "comunità"è convinta di aver avuto da Dio il compito di salvare la Chiesa Cattolica che sta morendo e quindi la salvezza può essere trovata solo tra i neo catecumenali! Anzi: addirittura, pian piano, cominciano ad usare il termine Chiesa come sinonimo dell’insieme delle Comunità neo catecumenali!! Qualsiasi cattolico praticante non appartenente al movimento viene compatito ed etichettato come: bigotto, "collotorto"o addirittura pagano! Il cristianesimo normale è senza valore!
Loro, invece, non vogliono essere definiti (neanche come movimento), in quanto vogliono apparire sempre più come "l’insieme dei veri Cristiani che sono in cammino"! Esattamente come i Testimoni di Geova dicono di se stessi: "siamo quelli della Verità, non siamo una organizzazione!"
I neologismi ed il gergo dei neo catecumenali, secondo la tecnica del lavaggio del cervello, portano i membri ad accettare idee nuove senza alcuna garanzia di attendibilità! Il linguaggio particolare crea un senso di dipendenza e di obbedienza cieca, nonché di fortunata appartenenza esclusiva ad un gruppo elitario!
Per convincere che la vera famiglia è solo la comunità neo catecumenale, si adottano i termini "fratello"e "sorella"per riconoscersi tra membri; si abbandona il termine sacerdote per presbitero, si "sparano" parole come "Kerygma", "Koinonia", "Kenosis", esistenziale, ontologico, servo di Jahvè, croce gloriosa, per millantare di avere sempre Dio in tasca e fare impressione sulla gente semplice!
Nelle parrocchie, senza che ci si faccia caso, i neo catecumenali si impadroniscono di una specie di "esclusiva" per le interpretazioni delle Sacre Scritture, dell’insegnamento catechistico ai comunicandi e ai cresimandi, dei canti e della liturgia pasquale!! Arrivano ad estromettere chi è loro contrario, a sostituirsi alle altre associazioni. Il Parroco non ha più il controllo della situazione. Nei rari casi in cui il parroco riesce ad allontanare questa organizzazione, non sa come sanamente sostituirla, dopo tanto fragore e fanatismo esasperato.
Le tecniche di suggestione vengono utilizzate per formare coloro che, in coppia andranno a cercare la gente, fin nelle loro case, per portarla alle prime catechesi; dicono, recitando, un discorso imparato a memoria, forzosamente carico di entusiasmo e, con voce alterata e sicura, si danno il cambio ai punti prestabiliti.
Una seria organizzazione internazionale, che ha studiato le sette religiose nel mondo (la FAIR) ha osservato: "Le sette usano tecniche sofisticate che causano la distruzione dell’io, la modificazione del pensiero e la dipendenza psicologica. Le sette possono mantenere i membri in uno stato di elevata suggestionabilità attraverso la mancanza del sonno, apposite alimentazioni o digiuni, esercizi spirituali, il continuo indottrinamento e esperienze di gruppo controllate"!!!
Le "Confessioni pubbliche" sono la tecnica più classica e collaudata che viene usata per cementare tra loro i membri di una "comunità" e per controllarli nell’intimo dell’animo.
Nelle "convivenze" che si effettuano in alcuni "fine-settimana" i membri delle comunità vengono sottoposti ad un controllo (il così detto "giro di esperienze") e ad una pressione psicologica che è superata solo dagli "scrutini"(terribili esami in cui i capi laici inquisiscono l’anima dei poveri "fratelli", in quanto hanno l’autorità di stabilirne il grado di crescita nella Fede)!
Talvolta si usano artifizi psicologici, come la "oscurità totale" (il così detto "lucernario") unita a lunghi silenzi, che ottengono un impatto travolgente su quelle povere menti stressate. Tutte cose preparate e predisposte sinistramente e meticolosamente dal loro "santone" Kiko Arguello, nel libro segreto: "Orientamenti alle equipes di catechisti per la fase di conversione"(che circola solo in fotocopia).In questo libro Kiko dispone in modo dettagliato i rituali pensati apposta per creare il massimo impatto psicologico e drammatizzare al massimo la situazione.
Mentre il senso critico dei membri si indebolisce, aumentano da parte dei "catechisti"le richieste di obbedienza completa ed irrazionale !
Attraverso il controllo dell’ambiente, la manipolazione personale nella atmosfera rarefatta, le confessioni pubbliche, lo scambio di esperienze sorvegliato e l’uso del gergo esclusivo del movimento, i responsabili hanno il pieno controllo di ogni individuo, riuscendo anche ad influenzare i suoi desideri futuri. D’altronde è risaputo che restringendo il vocabolario usato, vengono ridotte in uguale misura le capacità di pensare e di sentire.
La trasformazione dell’immagine che ogni individuo ha di se stesso è facilitata dal riesame di tutte le vicende precedentemente vissute. "Prima" tutta la vita era brutta, dopo l’incontro con i neo catecumenali, la vita è luminosa, c’è qualcun altro che mi dice cosa devo fare!
La distruzione della personalità individuale, non è un obiettivo poi tanto nascosto dai Capi neo catecumenali, dal momento che palesemente ti dicono: "devi morire a te stesso, annientare te stesso"! Poi non ti resta altro da fare che dipendere in tutto dal movimento e vivere dei suoi trionfi, delle sue lotte, delle sue raccolte di soldi; i suoi amici sono i tuoi, i suoi nemici sono i tuoi! Non hai più radici, tutto il resto conta così poco!
Ti insegnano a non reagire ai torti che ti vengono fatti, così si creano l’alibi per assicurarsi l’acquiescenza dei membri e la dipendenza dai Capi!
Tutto ciò che può essere oggetto di attaccamento affettivo o di dolce e limpido amore (dai propri libri al proprio marito, dal proprio passatempo al proprio orologio, alla propria carriera) viene imposto che vengano odiati e bollati come: "idoli", come se si volesse, per gelosia, eliminare concorrenti alla "comunità".
La valorizzazione delle risorse individuali (fantasia, creatività, ecc.) che vengono incoraggiate in associazioni cattoliche benemerite (scout, caritas, S. Egidio, Azione Cattolica, ecc.), vengono represse tra i neo catecumenali.
In occasione delle nuove catechesi bombardano qualsiasi tuo amico o parente con le classiche frasi, mutuate dai Testimoni di Geova: "Vieni a conoscere i nostri amici, vieni e vedrai, poi...capirai; nessuno può capirlo, se non lo vive". E con questo alibi impediscono a chiunque è fuori dalla loro organizzazione dal formulare anche la più piccola obiezione. "Tu non puoi giudicare"(lo hanno anche gridato in faccia a Vescovi che si sono permessi di obiettare qualcosa!).Qualsiasi dialogo con i capi di questa organizzazione è quasi impossibile! A chi, come me, invece, ha provato le loro "meraviglie" impediscono parimenti di esprimersi perché.... sono stato solo pochi anni, perché sono un caso limite, perché non ho mai incontrato Cristo! .......E terminano qualsiasi dialogo dicendo sempre: "pregheremo per te!" Che equivale a dire: "Tu non capisci nulla e noi siamo sempre nel giusto!" I loro "responsabili" possono solo predicare, non possono ascoltare! Il Cammino neo catecumenale viene totalmente identificato con Dio!
Certo, da quando vidi che le decisioni dei capi neo catecumenali che distruggevano la mia famiglia, non erano efficacemente combattute dal mio nuovo parroco (poi anche lui divenuto Vescovo) e dal mio Vescovo di settore, che pure stimo enormemente, quasi non mi considero più un cattolico, ma la fede in me non riesco a cancellarla.
C’è da considerare che, anche se più della metà dei cinque Vescovi ausiliari di Roma hanno delle riserve sul "Catecumenato", hanno timore di esplicitarlo per non dispiacere al Papa e per non far trasparire fuori dalla Chiesa le divergenze. Ma sono sicuro che pregano perché il Neo Catecumenato si sciolga al più presto, come un intero convento di suore dell’Italia meridionale fa ogni sera. (Mi risulta personalmente).Ma ricordiamoci sempre che la Chiesa ha bisogno dei "fra Cristoforo", no dei "don Abbondio"! .....Altrimenti questa organizzazione diventerà sempre più potente!.
Arrivano persino, mellifluamente, a far cresimare, dopo una preparazione tutta neo catecumenale, con cerimonia nel movimento, i ragazzi figli di coniugi che sono ancora orientati in modo difforme sulla bontà del "cammino", così i ragazzi sono già "prenotati", e spingeranno dentro anche il coniuge recalcitrante! (come potrebbe opporsi un padre ad un sacramento comunque cattolico?). E lo stesso fanno con il battesimo.
I membri sono mantenuti in stato di sottomissione dalla ripetizione costante del messaggio di peccato e di corruzione, durante venti anni. Il saper ingigantire il proprio stato di peccato è essenziale per andare avanti. Si attua l’annientamento della personalità!!
La Grazia non esiste! Tutti si sentono talmente peccatori che divengono completamente dipendenti dai loro capi per sperare di salvarsi! L’uomo non può che peccare, quindi non si sente responsabile!
Alcuni concetti vengono ripetuti all’inverosimile: "Se non siete in QUESTA parola, siete perduti, perché fuori di essa c’è solo la morte"!
"Vi libererete completamente dalla schiavitù in Egitto. Iniziate il cammino con una comunità, ricevete il Messia che viene a liberarvi, affidatevi a lui ed Egli vi guiderà"(riferendosi al "Catecumenato"!!!). "Accade che alcuni lascino il cammino (neocatecumenale), abbandonano Mosè (Kiko), e il Faraone li attacca e li distrugge"!
Ho sentito dire da alcuni dei loro capi che, con la prolificità forzata ed irresponsabile, hanno calcolato che nei decenni potrebbero arrivare ad impadronirsi della Chiesa, e alcuni azzardano ... del Mondo!
L’integralismo fanatico che li caratterizza, come quello islamico, fu respinto chiaramente da Gesù, quando disse, riconoscendo l’esistenza della dimensione laica dell’uomo: "Dai a Dio quello che è di Dio, dai a Cesare quello che è di Cesare"!
Il "cammino"di queste "comunità" si sviluppa, in un crescendo di depauperamento di personalità individuali, di eresie, di famiglie sfasciate, di parrocchie travolte, attraverso fasi che durano due o tre anni: Shemà, Preghiera, Traditio Symboli, Redditio Symboli, Padre Nostro, Elezione, Rinnovo delle promesse battesimali!
Come tutte le organizzazioni di tipo settario, anche la neo catecumenale considera quelli che la abbandonano come traditori, e quindi li addita a coloro che restano, come la quintessenza del Demonio, creando paura e sottomissione maggiore. Il fortissimo senso di identità di gruppo, d’altronde, fa scoppiare potenti sensi di colpa in quelli che vorrebbero allontanarsi, anche perché gli hanno insegnato che chi lascia i "neo catecumenali", lascia Dio! Si possono lasciare coloro che conoscono tutti i segreti più intimi? Si può ridiventare semplice "cristiano della domenica"? Molto spesso anche i pochi che riescono a liberarsi, restano sempre con il desiderio di ritornare nella organizzazione che li ha resi dipendenti e insicuri, non sono più capaci di vivere una vita autonoma!....E pensare che loro sostengono di formare cristiani ADULTI! D’altra parte la vita in una comune parrocchia sembra meno bella (anche se è più vera) dopo il fragore ed il trionfalismo dei Neo Catecumenali! Io mi chiedo: che Chiesa lasceremo in eredità ai nostri figli? Con queste premesse, cosa succederà nei prossimi anni?
In mille occasioni hanno assicurato ai Vescovi che, in caso di rifiuto da parte di un coniuge della metodologia del cammino neo catecumenale, avrebbero rimandato a casa l’altro; MENTONO! SAPENDO DI MENTIRE !! Molte famiglie sono state distrutte, non solo la mia! Quando rendono psicologicamente dipendente una moglie, quando gli fanno tagliare i ponti col mondo esterno, quando hanno messo le mani sui figli, quando l’hanno circondata di solidarietà, quando hanno approfittato della sua ignoranza in campo religioso per inculcare eresie, quando le hanno fatto perdere la vera fede cattolica, come vuoi che torni dal marito?? Quale solidarietà ho avuto io? Quella di vedere parroci e vescovi tremare solo a sentir nominare i neo catecumenali?
Avevo moglie e tre figli, non ho più nulla; i primi due figli non mi considerano più neanche loro padre, il terzo, ubriacato dai neo catecumenali, senza accorgersene, lascia languire ed impoverire qualsiasi dialogo interiore col padre: il suo animo lo apre solo nella "comunità", dove il "Catechista" ha preso il posto anche del padre e gli dà sicurezza, guida, ascolto, comprensione, ascolta i suoi "errori" e gli dice, quello che deve fare! Ecco perché, non finanziato da alcuno, faccio quello che faccio!
Di fronte a un pericolo così grande, credo sia dovere di ognuno operare perché il così detto "Cammino Neo Catecumenale" si sciolga prima che i danni siano irreparabili, anche per altri!
Mi risulta personalmente che, nella sfiducia generale verso tutte le istituzioni, Chiesa compresa, quando avvengono fatti gravi come quelli narrati, famiglie e parroci si chiudono nel dolore e nel privato, senza protestare. La cosa migliore da fare è il contrario: inviare una lettera di protesta al Cardinale Camillo RUINI, Vicariato di Roma, Piazza S. Giovanni, 6 - 00184 ROMA.
Se non avverranno positivi fatti nuovi, con provvedimenti ecclesiali, col tempo diventerà necessario rendere edotto, di queste cose, il mondo esterno alla Chiesa, dai giornali laici alla radio, alla T.V., alle Associazioni di Psicoterapia, cosa che potrebbe sminuire la figura morale della Chiesa Cattolica; questo è il motivo per cui finora si è evitato di farlo, ma esiste un pericolo anche per la società civile che non va sottovalutato! Anche la società civile ha il diritto di conoscere l’esistenza di questi pericoli!
Per il momento ho cercato di mettere in piedi una Associazione spontanea che raccolga laici e preti che hanno sperimentato di persona i danni che può provocare una organizzazione come quella denominata "cammino neo catecumenale". Molti vescovi, anche se vedono l’iniziativa con interesse, non ritengono di intervenire con un appoggio ufficiale in quanto il Neo Catecumenato non ha alcun riconoscimento ufficiale (tanto è vero che i suoi capi si sono recentemente riuniti sul monte Sinai proprio per stendere una bozza del futuro statuto!).
Come cristiani abbiamo indubbiamente il dovere di amare i nostri nemici e persecutori e di pregare per loro (cosa che io mi sforzo di fare sempre nei confronti dei N. C.), ma abbiamo anche il dovere di segnalare a chiunque, anche al Santo Padre, gli errori di così grande portata che arrivano a distruggere la famiglia, nuocere alla Chiesa, creare problemi anche alla società ci
vile!

 

"Il peggiore nemico dell'Umanità è il Prete", Giuseppe Garibaldi

di Aldo Chiarle
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Sono sconcertato: nella giornata mondiale contro l'Aids è risultato che gli ammalati nel mondo sono decine di milioni e crescono in modo allarmante. In questi giorni, dietro alle violente polemiche sull'aborto, è apparsa sui giornali un'altra notizia: ogni anno nel mondo circa 80 milioni di donne, ricorrono all'aborto, fanno uso di mezzi anticoncezionali, pillole o altri sistemi per impedire la gravidanza. E questi ottanta milioni di aborti sono stati definiti come "orrendi delitti" da parte della gerarchia cattolica. E per Ratzinger contro questi due "orrendi e abominevoli delitti" vi è un solo rimedio: la castità! Ma cosa significa la castità? La castità è contro natura. Nessun animale, di nessuna specie, è casto. Anzi lo scopo primo e fondamentale della loro esistenza è la riproduzione per la conservazione della razza. L'uomo ha bisogno di mangiare, di bere, di dormire, di evacuare e di avere rapporti sessuali. La mancanza di una sola di queste funzioni indispensabili porta uno scoordinamento fisico e mentale che compromette la salute della persona.
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La soluzione è solo nei contraccettivi, ma quando l'on. Stefania Prestigiacomo, ministro per le Pari Opportunità, ha proposto di distribuire gratis i preservativi, è successo il finimondo che ha scatenato una "razza" mai estinta, quella dei preti, dei beghini e delle prostitute redenti. Così l'Aids e l'aborto continuano a prosperare. E dato che sono in argomento vorrei dedicare poche righe ad un altro problema, che è il problema madre di tutti i problemi: la laicità dello Stato da difendere con le unghie e con i denti. Nei giorni scorsi il cardinale Camillo Ruini dice di aprire ai laici "per un confronto di idee" e "per il rispetto degli esiti democratici anche quando non possono condividerli". Ma domenica scorsa su questo problema Ratzinger mette in tavola "un carico da novanta" ed afferma testualmente che "politica e relativismo sono minacce alla fede". E queste parole valgono anche per l'Occidente "dove la fede è ostacolata nei fatti dal potere politico, oppure più subdolamente dal predominio culturale dell'agnosticismo e dal relativismo". A queste assurde dichiarazioni non posso rispondere, perché mi è impossibile farlo in modo pacato.
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Aldo Chiarle
da L'Opinione

venerdì, febbraio 24, 2006

 

Datemi una menzogna per vivere meglio


"Se si basa la propria vita appoggiandosi ad una menzogna disperata, e si cerca di mettere in pratica quella menzogna, ci si sta adoperando per la propria distruzione."
:
Ernest Becker
"Il Rifiuto della Morte"

 

Luigi Cascioli sull’Enciclopedia Wilkipedia

Luigi Cascioli From Wikipedia, the free encyclopedia
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Luigi Cascioli is an Italian atheist and author of the book The Fable of Christ. When Cascioli was younger he trained to become a Roman Catholic priest, but during his training came to believe that Jesus never existed. He later expounded on this in his book, which further claims that Jesus was a fictionalisation of the historical John of Gamala.In response to this book, in 2002, a local priest, Father Enrico Righi, published a critique of Cascioli in a church newsletter. On September 13, 2002, Cascioli filed a lawsuit against the Catholic Church, and Father Righi in particular, for libel against him, and for breaking other laws in regard to the content of his book. (Cascioli claims that the Catholic Church is promoting fraud by proclaiming the truth of the existence of Christ.)Originally, the Italian judge threw out the case, but the Court of Appeal asserted that there was a genuine case to answer. On January 27, 2006, an Italian judge began taking initial hearings to decide whether the case should be allowed to come to court. On February 9, 2006, the judge again threw out the case and recommended an investigation of Cascioli for slander against Father Righi.
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Jesus Myth
The Man Who Sued God (fictional movie)
Luigi Cascioli's personal website
"Prove Christ exists, Judge orders priest", Timesonline.com, January 03, 2006.
Christ's existence challenged, January 21, 2006
"Italy court asks: Did Jesus exist?", Cnn.com, January 22, 2006.
BBC News, January 27, 2006
"Judge shelves case over Jesus' existence", Boston.com, February 9, 2006.
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L'ora di religione. Privilegi porporati e sempre più soldi alle scuole cattoliche. Dove è finito lo Stato Laico?


di Simona Maggiorelli
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L'inizio è nelle pagine di storia: l'insegnamento della religione cattolica fece il suo ingresso ufficiale nelle scuole italiane nel 1923 con la riforma Gentile. Una scelta rafforzata poi dal concordato del '29. Ora però, a più di cento anni di distanza, la ministra dell'Istruzione Letizia Moratti insiste su un inattuale ritorno a un modello confessionale della scuola pubblica. Lo raccontano l'assunzione come insegnanti di ruolo di 10mila insegnanti di religione varata dal governo Berlusconi e il fatto che le assenze degli studenti all'ora di religione ora vengono segnate e interpretate come penalità, eludendo il "particolare" che si tratta pur sempre di una materia facoltativa. Ma non solo. La commissione guidata da monsignor Tonini incaricata dalla Moratti di stilare una manuale deontologico ha appena concluso i suoi lavori e, presto, ne avremo il pensum ad uso di tutti gli insegnanti, non solo quelli dell'ora di religione. Mentre il vicepresidente del Cnr, lo storico Roberto De Mattei, con il compito di riformare la ricerca nel settore delle materie umanistiche, lancia proclami per una riscatto della società cristiana e contro i progressi della scienza, come fondatore della associazione Lepanto. E non si tratta, purtroppo, di un film in costume sul ritorno dei crociati. Basta andare sul sito www.lepanto.org per rendersene conto. Si tratta, purtroppo, di scelte vere e pesanti, di cui si vedono già le ricadute sui programmi scolastici e sulla ricerca. Lo si è già visto con il tentativo della ministra Moratti di fare spazio al creazionismo nei programmi di biologia, ostracizzando l'evoluzionismo di Darwin. Un tentativo fermato dalle dure accuse mosse dall'Accademia dei Lincei già nell'aprile del 2004, ma poi approdato alla nomina ministeriale di una commissione presieduta da Rita Levi Montalcini e incaricata di decidere dell'utilità dell'insegnamento di Darwin i cui documenti finali sono stati pesantemente manomessi, come aveva denunciato ad Avvenimenti il professor Vittorio Sgaramella, docente di biologia molecolare dell'università della Calabria e membro della commissione Montalcini e come ora racconta MicroMega nel nuovo numero Chi ha paura di Darwin ?
Abbiamo chiesto a Mario Staderini, insieme all'associazione radicale anticlericale,
studioso delle cose Vaticane e autore di un libro sull'8 per mille, di raccontarcene radici e conseguenze.
"In questo viaggio, partiamo dall'insegnamento della religione cattolica all'interno della scuola pubblica- suggerisce Mario Staderini -. Si tratta di un privilegio concesso dallo Stato in base al Concordato, una norma di favore riservata alla sola Chiesa cattolica con cui si fa della scuola uno strumento di promozione di una confessione religiosa, peraltro discriminando tutte le altre".
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Come si traduce in concreto?
Lo Stato è obbligato ad inserire l'insegnamento della religione cattolica all'interno dell'orario scolastico, e ne paga i professori. Oggi sono circa 20mila ed è il Vescovo a designarli, rilasciando –e revocando- il certificato di idoneità in virtù di un giudizio etico e morale. C'è, dunque, un potere di controllo nei confronti di dipendenti statali da parte della Diocesi e della Cei, la Conferenza episcopale, che dà le direttive.
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L'intesa firmata nel 2003 fra Ministero e Cei ha aggravato questa situazione?
Si è consentito alla Cei di fissare gli obiettivi dell'insegnamento, controllandone così anche i contenuti. Negli ultimi anni è in corso una vera e propria deriva clericale. Dopo numerosi tentativi di eludere la facoltatività dell'ora di religione, sono state approvate leggi unilaterali, come quella varata dal governo Berlusconi per l'immissione in ruolo degli insegnanti di religione. Ne sono già stati inseriti 10mila e si arriverà a 15383 entro l'anno prossimo. Ma il Concordato non prevedeva nulla del genere.
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Con quali costi per lo Stato?
Non c'è ancora una stima precisa, ma lo si può facilmente calcolare considerando uno stipendio medio di 2000 euro lordi: moltiplicato per 20mila si arriva a 500 milioni di euro a carico dello Stato ogni anno. Questo solo per gli insegnanti, senza contare il valore e le spese per le strutture.
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Gli insegnanti di religione entrano nei consigli di classe, partecipano alla valutazione scolastica degli alunni. Quanto incide il loro giudizio?
Con la riforma Moratti si tenta di equiparare anche il valore didattico, inserendo la valutazione in pagella. Sotto il piano numerico, i sindacati denunciano che, da qui al 2008, ogni tre docenti assunti dalla scuola pubblica, uno sarà di religione cattolica. La loro immissione in ruolo, poi, apre scenari paradossali: ammettiamo che non venissero più giudicati idonei all'insegnamento e revocati dal vescovo, perché divorziati o perché, supponiamo, hanno votato sì al referendum sulla fecondazione assistita; essendo di ruolo, passerebbero a insegnare filosofia, storia, letteratura, proprio quelle materie umanistiche in cui la loro formazione confessionale giocherebbe un preciso peso.
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Già adesso nell'ora di religione non mi risulta che si studino le crociate o la controriforma, spiegandone il peso storico.
Si studiano i Vangeli, la figura di Gesù e la vita della Chiesa cattolica, mentre le altre confessioni religiose sono considerate solo in rapporto subalterno a quella cattolica. E' un insegnamento confessionale proprio perché segue un preciso carattere religioso e identitario. Ad esempio, tra gli obiettivi specifici stabiliti nell'Intesa vi è quello di far " comprendere che il mondo è opera di Dio".
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Con la riforma Moratti il pensiero religioso impronta più massicciamente le scelte dei programmi?
Indubbiamente c'è un tentativo. Lo stesso Cardinal Ruini, nel messaggio di saluto per i nuovi insegnanti di religione entrati in ruolo, disse esplicitamente che quello era il primo passo per far uscire l'insegnamento della religione cattolica da un ruolo marginale nella scuola pubblica, ed assumere finalmente un ruolo determinante nella crescita globale dei bambini e dei ragazzi. Un obiettivo che ha trovato appoggio nelle scelte del Ministro Moratti e di una lunga serie di ministri cattolici che l'hanno preceduta. Gli strumenti utilizzati sono l'ora di religione, il codice deontologico dei docenti affidato al Cardinal Tonini, l'ostracismo alla storia precristiana e all'evoluzionismo in biologia, così come la presenza di riti religiosi cattolici che ancora si celebrano, a vario titolo, nelle scuole pubbliche italiane. Un aumento di imput confessionali, dunque, a fronte invece di una quasi totale scomparsa dell'insegnamento dell'educazione civica. Non c'è poi da stupirsi se nel Paese si va perdendo il senso civico e istituzionale, la conoscenza stessa dell'istituto referendario ad esempio, mentre aumenta, complice lo strapotere mediatico, l'attenzione ai messaggi criminalizzanti su aborto e fecondazione assistita delle gerarchie vaticane e delle associazioni integraliste. La scuola ha una precisa responsabilità.
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In questo quadro, allora, è tanto più grave il finanziamento concesso dallo Stato alle scuole private cattoliche?
Ad un Meeting di Comunione e Liberazione dell'agosto 2001, il Ministro Moratti affermò che non deve più esistere il monopolio pubblico dell'istruzione. Personalmente non avrei pregiudizi rispetto all'affidamento anche a soggetti privati del servizio pubblico scolastico. Il problema è che la libertà di insegnamento, negata nella scuola pubblica agli insegnanti di religione, è ancor più compressa nelle scuole confessionali. Finanziare le scuole private, in Italia, significa finanziare soprattutto le scuole cattoliche, di qui la strumentalità di provvedimenti in tal senso. Nel 2004, il finanziamento pubblico alle scuole non statali, introdotto nel 2000 dal Governo D'Alema, è stato di 527 milioni di euro. L'esenzione dall'Ici disposta dall'ultima legge finanziaria è un ulteriore tassello per coloro che vedono delinearsi una strategia volta a fare delle scuole cattoliche private delle scuole d'elite, in cui formare le future classi dirigenti del Paese. Ma anche nell'Università la situazione è privilegiata.
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In che senso?
L'articolo 10 comma 3 del Concordato stabilisce che le nomine dei docenti dell'Università cattolica del Sacro Cuore (che gode di finanziamenti pubblici) siano subordinate al gradimento, sotto il profilo religioso, della competente autorità ecclesiastica. Ciò significa vincoli per i professori ed una formazione particolare per gli studenti, della facoltà di medicina ad esempio; non senza conseguenze esterne: basti pensare che il Policlinico Gemelli è parte integrante della Università Cattolica. La messa sotto tutela dell'insegnamento, dell'università e della ricerca ha sempre una ricaduta sulla vita pubblica e dei cittadini; così l'Italia si colloca agli ultimi posti nell'utilizzo della terapia del dolore, nelle garanzie per i cittadini rispetto ai medici obiettori, mentre anche l'utilizzo della pillola abortiva è pervicacemente ostacolato. E dal 2004 ci ritroviamo con la legge sulla fecondazione assistita più proibizionista del mondo.
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Ma il paese reale si ha la sensazione non sia poi così cattolico integralista come la Cei.
Infatti. Il filosofo cattolico Pietro Prini, in un suo libro, parla di "scisma sommerso" per descrivere la distanza tra la dottrina ufficiale e la coscienza dei fedeli. Ma non è detto che, con il ripetersi di politiche e strategie clericali, la distanza non si riduca.
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E in Europa, c'è qualche paese che viva una situazione come quella italiana?
Sul fronte scolastico, la riforma di Zapatero sta liberando la scuola pubblica spagnola da influenze confessionali; in Germania è ancora forte la dimensione pubblica della Chiesa, così come in Portogallo. L' Inghilterra, dove la religione anglicana è religione di Stato, ci fornisce un modello opposto: lo Stato non finanzia la Chiesa e l'insegnamento delle religioni non ammette idoneità da autorità acclesiastiche. Stati "a rischio", per cosi dire, sono i nuovi paesi della Ue, in particolare quelli dell'ex blocco sovietico e dell'ex Jugoslavia. Il Vaticano, infatti, da anni sta conducendo una politica neoconcordataria con l'obiettivo di ottenere dagli Stati il riconoscimento di norme speciali in suo favore.
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Attraverso il meccanismo dell' 8 per mille si finanziano le scuole religiose?
Non tutte. Con i fondi dell'8 per mille vengono finanziate facoltà teologiche e istituti di scienze religiose, nonché associazioni cattoliche di promozione della responsabilità educativa quali l'Age e l'Agesci, che ritroviamo poi presenti nelle Commissioni ministeriali . Complessivamente, con l'8 per mille, 1 miliardo di euro finisce ogni anno nelle casse della Cei, nonostante oltre il 60% dei contribuenti italiani non esprima alcuna volontà in tal senso. Chi non firma l'apposito modulo, infatti, si vede prelevato comunque l'8 per mille delle sue imposte e destinato alla Cei in base alla percentuale delle scelte espresse dalla minoranza di italiani che hanno firmato. Una questione di ignoranza indotta, insomma.
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Simona Maggiorelli
da Avvenimenti 16.12.2005

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