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giovedì, agosto 16, 2007

 

Giancarlo Tranfo sul libro Gesù di Nazaret e le stupidaggini scritte da Joseph Ratzinger

La Storia è un can che dorme che spazzerà via la favola di Cristo
:
Non è un mistero che Ratzinger ha pubblicato il libro “Gesù di Nazaret” per tentare di dare qualche risposta plausibile al libro-denuncia “La favola di Cristo – Inconfutabile dimostrazione della non esistenza di Gesù” dello studiso Luigi Cascioli. I “credenti cattolici” attendevano con impazienza da Ratzinger risposte chiare sul personaggio Gesù detto il Cristo. Volevano rassicurazioni su Cristo, che non stavano cioè perdendo tempo a pregare un personaggio di fantasia come fosse Batman o l’Uomo Ragno. Risposte da Ratzinger non ne hanno avute. Il libro squinternato e deludente di Ratzinger ha aperto anzi molti altri interrogativi dimostrando ancora una volta che Cristo altro non è che un personaggio di pura fantasia come Pinocchio. Un conto è un personaggio inventato come nelle favole, e tutt’altra cosa è dare ad intendere all’umanità che Cristo è stato “uomo in carne ed ossa” e un personaggio storico. Chiunque volesse risposte e spiegazioni sul personaggio Cristo e prove certe e concrete che non è una favola inventata, può farlo telefonando direttamente al signor Ratzinger in Vaticano al numero 06698921, farselo passare e chiedere a lui. Se Ratzinger fosse assente oppure impegnato, chiedere del signor Bertone. Se entrambi non ci fossero è possibile chiamare la Cei - Conferenza Episcolale Italiana al telefono 06663981 e chiedere lì. Nel caso che i signori con le gonne non dessero risposte e spiegazioni, è un brutto segno. Ecco il documento straordinario dello studioso Giancarlo Tranfo, da stampare, incorniciare e appendere al muro così che sostituisca per sempre l’angosciante ed inutile feticcio chiodato del crocifisso.

Ennio Montesi
:
Lettera a J. Ratzinger, autore del libro "Gesù di Nazaret" (Rizzoli, 2007)
di Giancarlo Tranfo

Egr. prof. Ratzinger,
voglia scusarmi se nel rivolgermi a lei non ricorro ad espressioni quali “santità” o “santo padre”, ma da “eretico” dalla scarsa statura spirituale quale sono, non ravviso, nella sua persona e nel suo ruolo, alcuna “paterna” o “santa” caratteristica tale da indurmi al ricorso a simili titoli.

Per lo stesso motivo, dal mio punto di vista, non la ringrazio affatto per avermi concesso la libertà di esprimere liberamente il mio pensiero sul suo libro ripetendo più volte che esso “non è un atto magisteriale”: posso assicurarle, infatti, che seppure lo fosse stato, le mie idee su di esso (e quello che avrei scritto per esternarle) sarebbero rimaste immutate: purtroppo per lei e per la sua chiesa, sono sempre di più i malati di quell’inguaribile e ingovernabile “complesso di libertà” che fa pensare e parlare le persone senza vincoli o condizionamenti di sorta.

E’ con questo spirito che mi sono accostato alla sua opera cercando di leggerne tra le righe il messaggio, di coglierne il senso e di interpretarne le finalità.

Bel lavoro prof. Ratzinger!

Bella idea quella di dire “non è un atto magisteriale…. posso essere criticato liberamente”.

Con questa premessa, a dispetto di chi la taccia di oscurantismo, ha potuto dare l’impressione di voler “aprire porte” che fino ad ora la sua chiesa non aveva mai aperto nemmeno per finta…

Ai tradizionalisti potrà sempre dire “non è la chiesa che parla”, mentre ai timidi “progressisti” felici delle sue “aperture” potrà sempre dire “avete visto quanto è moderno il papa?”

E’ con questo spirito che recita la parte di chi si accorge distrattamente che Gesù, la sua famiglia e Giovanni il Battista “forse” ebbero qualcosa a che fare con la comunità essena di Qumran.

Accidenti che spirito di osservazione….. ma come ha fatto a notarlo?

Ah quelle grotte!

A saperlo avreste potuto farle bombardare prima ricacciando sotto tre metri di terra quegli stupidi rotoli che vi hanno dato tanto pensiero…

Ma ora con la sua straordinaria affermazione, egregio professore, ha superato sessant’anni di ottuse negazioni ed ha preso per mano una pericolosa evidenza!

Le due righe di disinvolto possibilismo nelle quali ha “imprigionato” e “liquidato” la sua “apertura” rimettono lei e la sua chiesa al passo con i tempi (almeno queste sono le sue evidenti intenzioni).

E’ come se avesse detto “forse è così, forse è vero…. ma è poca cosa e nulla cambia”.

Peccato, professore, che lei non conosca così bene la storia!

Peccato che non abbia mai letto con attenzione le opere di Flavio Giuseppe.

Se lo avesse fatto si sarebbe accorto che la sua “apertura” può portare molto più lontano di quanto lei non abbia calcolato.

Se Giovanni il Battista e Gesù ebbero a che fare con quella comunità allora, egregio professore… lo vogliamo dire?... Furono dei ribelli fondamentalisti e rivoluzionari!

Infatti, già a partire dal 30 a.c. (e per tutti gli anni a venire fino alla disfatta del 70 d.c.) l’essenismo si mescolò sempre più con lo zelotismo rivoluzionario fino a perdere del tutto le caratteristiche ascetico – mediatative (tanto ben dipinte da Filone Alessandrino) a vantaggio di un interventismo politico di stampo terroristico mirato a rovesciare la locale dinastia regnante, la casta sacerdotale e, soprattutto, il potere di Roma.

E’, infatti, agli anni “messianici” che risalgono il Rotolo di Rame, la Regola della Guerra e il Commentario ad Abacuc (che somigliano più ai comunicati di guerra diramati negli “anni di piombo” dalle brigate rosse, che ai manualini di catechesi appoggiati sui vostri banchi delle offerte…)

A questo punto sarebbe il caso che lei ci spiegasse, soprattutto con riferimento a Gesù (o a chi egli realmente fu) come avvenne la trasformazione da “guerrigliero” a “colomba”, da messia davidico e terreno a “figlio unigenito di Dio”, da combattente per la libertà del suo popolo a salvatore di tutti gli uomini del mondo e alleato delle espressioni più bieche del potere costituito.

Ce lo spieghi lei perché è dalla sua viva voce, egregio professore, che attendiamo una risposta, anche se noi laici, agnostici, atei e storici miscredenti (in passato purificati dai sacri roghi ai quali potendo tornereste volentieri) abbiamo ben chiaro ciò che lei fa finta di scoprire solo ora.

Ai lettori del suo libro ha chiesto un “anticipo di simpatia” ma se avesse voluto evitare una domanda come questa avrebbe dovuto chiedere “un anticipo di pietà” che almeno noi cattivi (che non siamo poi così pochi) non siamo disposti a concederle facendo finta di niente: lei l’ha detta grossa (e vera), ora la spieghi!

Provi anche a spiegare come e quando si è accorto che i soprannomi di “zelota” e “iscariota”, attribuiti rispettivamente agli apostoli Simone e Giuda, forse non trovano una spiegazione valida nei fantasiosi “voli pindarici” che in passato vi hanno portato a dire che la parola “zelota” indica l’ardore zelante di chi ama Dio e quella di iscariota la provenienza dalla città di Keriot!

Alcuni apostoli di Gesù erano zeloti? Giuda faceva parte del braccio armato dei sicari?

Posso usare un’espressione evangelica?

Lei l’ha detto… noi già lo sapevamo!

Ma se dice questo, perché mai non va oltre questa semplice affermazione e non si affaccia sulle implicazioni che essa reca?

Perché non ci spiega pure cosa, questi signori, ci facevano al seguito del mite “agnello di Dio” che non si occupava delle cose di questo mondo, che porgeva l’altra guancia e che non conosceva l’offesa ma il perdono?

Certo, come da lei accennato, dovette essere ben complessa e variegata questa realtà messianica salvifica, divina e universale se riuscì ad inglobare e santificare i terroristi senza stravolgere se stessa e a trasformare in innocue prospettive celesti i loro orientamenti rivendicativi insurrezionali (tutt’altro che pacifici e universali), storicamente circoscritti al sogno di riscatto della nazione ebraica (di biblica ispirazione)!

Insomma, esimio professore, con quelle poche righe con le quali nel suo libro ha disinvoltamente pensato di rubare il mestiere agli storici, potrebbe creare più guai al suo “sedile” di quanti non ne avrebbe e non ne ha creato con gli inutili fiumi di parole e pagine con le quali vende a buon mercato la solita noiosissima teosofia di paolina derivazione fondata, come sempre e come da sempre, su un’architettura, figlia di un platonismo di bassa lega, incentrata su abnormi ed astrusi disegni salvifici fatti passare attraverso la parola, l’esempio, i miracoli, la nascita, la morte e la resurrezione del vostro Dio che si fece uomo e vi incaricò di soggiogare in suo nome l’intera umanità, sol perché il nome di Pietro somigliava a quello della pietra sulla quale avete costruito la basilica di piazza San Pietro (pensi se si fosse chiamato Oronzo…)!

Professor Ratzinger, lei sicuramente non leggerà mai questa lettera e, altrettanto sicuramente, mai nessuna voce si leverà dall’esercito di prelati e fedeli per farle notare la “gaffe” nella quale è incappato (anche perché, non vorrei peccare di presunzione dicendo che non è da tutti accorgersene… e, ancora meno, dirlo).

Tuttavia noi, “pecorelle smarrite”, beleremo forte: chissà… qualcuno potrebbe sentire e qualche imbarazzo potrebbe derivargliene!

Perché siamo così cattivi?

Perché, allettati dalle presentazioni del suo libro dove si parlava di Gesù come di “una figura storicamente sensata e convincente” abbiamo speso 19,50 euro per acquistarlo (a proposito… a chi andranno i proventi delle vendite…?) convinti di trovare finalmente quei riscontri storici che invano reclamiamo da anni (ha mai sentito parlare delle sfide di Luigi Cascioli che vi guardate bene dal raccogliere?).

Purtroppo, in mezzo a migliaia di inutili parole, ancora una volta, non abbiamo trovato quella piccola e semplice prova storica dell’esistenza del vostro Gesù!

Nella sua leziosa… lezione “non magisteriale” di cristologia da sbadiglio, egregio professore, di storico non c’è nulla al di là di qualche “offesa alla logica, all’intelligenza e… alla storia” sulla quale vale la pena soffermarsi.

A pag. 138 lei ha scritto “il Gesù del quarto vangelo e il Gesù dei sinottici è la stessa identica persona: il vero Gesù storico”.

Purtroppo, egregio professore, noi non siamo i papa boys pronti a salutare ed applaudire ogni pontificio starnuto.

Noi miscredenti abbiamo il brutto vizio di andare oltre l’amorevole suono delle papaline parole per cercarne e valutarne il senso logico e storico.

E’ per questo che ci domandiamo attoniti, quali comunanze può aver riscontrato tra il l’incorporeo “logos” giovanneo che prende le sembianze di carne al momento del battesimo e i tanti Gesù (nati e cresciuti prima di predicare) che incontriamo nei sinottici.

Perché tanti Gesù?

Perché nascono in anni molto diversi, i loro genitori vengono da città diverse e vanno in luoghi diversi, alcuni nascono poveri, uno in particolare (quello di Matteo) sembra essere un potente re, quando crescono si accompagnano con discepoli di numero diverso e di nomi in parte diversi, fanno miracoli diversi, dicono cose diverse ed a volte inconciliabili tra loro, muoiono tutti in croce e resuscitano lasciando sbigottite davanti al sepolcro vuoto persone diverse, qualcuno sale in cielo, qualcuno prima torna a fare capolino tra i mortali, di altri non se ne conoscono le sorti.

Il vostro unico “Gesù dei vangeli”, egregio professore, è forse un “denominatore comune” dei tanti, una creazione intellettuale storicizzata e passata fraudolentemente per figura reale.

Ora, se volessimo raccogliere il suo invito, dovremmo essere certi che questa astrusa creatura è “logica” dal punto di vista storico.

Noi “pecorelle discole” di fronte a questa sua “paterna rassicurazione” non solo rimaniamo a bocca asciutta (e portafoglio più vuoto di 19,50 euro…) ma ci sentiamo profondamente disorientati.

Non riusciamo, infatti, a comprendere come mai per l’uomo- dio che compie prodigi e strabilia le folle, non sia stata spesa una goccia di inchiostro dai più di quaranta storici suoi contemporanei.

Un’altra cosa che ci risulta oscura (sarà un nostro limite?) è la “logica” in base alla quale un messia celeste (incomprensibile in quanto tale per gli ebrei del tempo), promotore di tolleranza, pace, fratellanza e distensione politica con l’oppressore romano, sia riuscito non dico a suscitare meraviglia e devozione, non dico nemmeno ad ultimare la sua pluriennale missione in terra fino alla fatidica frase “tutto è compiuto”… ma semplicemente a rimanere vivo dopo i primi tre minuti del primo discorso pubblico in una terra simile ad una “polveriera esplosiva” dilaniata dall’intolleranza fondamentalista, dagli attriti sociali, dalle tensioni religiose e dalle ossessioni di rivalsa nazionale.

Eppure, in barba ad ogni logica ed evidenza, a pag. 316 leggiamo che “Gesù non è un mito, è un uomo fatto di carne e sangue, una presenza tutta reale nella storia…” (quale storia?) e che “possiamo per il tramite dei testimoni, udire le sua parole” (quali testimoni?) .

Insomma, professore, Gesù è stato quello che voi da sempre avete deciso che sia stato e, in quel contesto storico, è logica e sensata la sua presenza (come quella di un pesce a passeggio in alta montagna)!

Ma c’è di più: nella stessa pagina, rispolverando l’antica idea di Giustino, ne spara una da capogiro: “i miti hanno aspettato lui, in cui il desiderio è diventato realtà”.

Ecco perché in tutti i culti preesistenti al cristianesimo incontriamo un Dio nato da madre vergine che si fa uomo, fa miracoli, viene ucciso, muore, risorge (Mitra lo fa dopo tre giorni), ascende al cielo e ritornerà alla fine dei tempi per giudicare gli uomini!

Per Giustino erano diaboliche anticipazioni del demonio che, conoscendo le future vicende di Cristo e per privare questo di credibilità, aveva fatto sorgere miti simili prima di lui.

Per lei, invece, sono “desideri”.

Milioni di uomini nei tempi più remoti non hanno creduto in Dioniso, Attis, Soter, Horus, Mitra ecc., ma hanno solo desiderato che essi fossero reali…. poi è arrivato Gesù di Nazaret e li ha accontentati tutti!

E’ questo il “metodo storico”, da lei sbandierato in premessa, al quale “deve esporsi la fede cristiana”?

Seguire il metodo storico significa sparare un fiume di assurdità passandole per storia senza spendere mezza parola per sostenerne la reale credibilità?

Penso, in tutta franchezza, che 19,50 euro avrebbe dovuto darli lei a chi, come me, si è sorbito tutto il suo libro fino alla fine come un bicchiere di olio di ricino…

Prof. Ratzinger, segua un consiglio saggio, reciti l’angelus al balcone di piazza San Pietro e non stuzzichi quel “can che dorme” che si chiama “storia”: il suo Gesù fa a pugni con la storia, la storia non conosce il suo Gesù, lei non conosce la storia… insomma, perché ne vuole parlare?

Tutti noi (non allineati) comprendiamo lo spirito del tentativo che l’ha portata a scendere sullo stesso terreno degli storici “detrattori” per farsi trovare vincente anche su quello.

L’esercito di ebeti plaudenti, che per il suo libro sarebbero disposti a spendere anche 100 euro, l’applaudiranno e l’avrebbero comunque applaudita anche se per confutare certe moderne “ricostruzioni” della figura messianica avesse detto “ambarabà ciccì coccò” (non è che poi abbia detto cose molto più sensate…).

Tuttavia, al di fuori della sacrestia o del cortile della parrocchia, il mondo laico, critico, scientifico e serio non può che provare tanta commiserazione di fronte al goffo annaspare del capo della cristianità sul primo metro di riva del mare della storia.

Non vada oltre professor Ratzinger… affogherebbe!
4 maggio 2007

Giancarlo Tranfo
Studioso del cristianesimo delle origini, ex cattolico pentito ed autore di una ricerca storica pubblicata sul sito web www.yeshua.it (non vada a leggerla professore, potrebbe cadergli la papalina in terra …)

“Avrete notato quanto poco i papi abbiano discettato
da allora in materia di fede, tranne puntualizzazioni bizzarre
come l’assunzione di Maria in cielo
(dogma proclamato da Pio XII il 1° novembre 1950,
forse una risposta pontificia agli Sputnick comuinisti),
ma quanto, invece, si siano impegnati sul fronte della moralità.
E’ la loro maniera di essere moderni”.
Maurizio Ferraris “Babbo Natale, Gesù Adulto In cosa crede chi crede?”
Bompiani Editore

Nella foto in alto, il cristologo Giancarlo Tranfo

Interviste, commenti, conferenze pubbliche e altro tel. 3393188116
Fonte:
http://nochiesa.blogspot.com
Diffusione: Axteismo Press l'Agenzia degli Axtei, Atei e Laici
http://nochiesa.blogspot.com


si invita alla massima diffusione e pubblicazione

> Per sapere del caso di Luigi Cascioli autore del libro denuncia "La favola di Cristo - Inconfutabile dimostrazione della non esistenza di Gesù" il cristologo che ha denunciato la Chiesa cattolica nella persona di un suo ministro per i reati di "abuso della credulità popolare" e "scambio di persona" e del processo al Tribunale dei Diritti dell'Uomo di Strasburgo vai su www.luigicascioli.it e su http://nochiesa.blogspot.com


Cristo non è mai esistito. Video Shock
Video Conferenza di Luigi Cascioli – Processo a Gesù
Tribunale Diritti dell'Uomo di Strasburgo
E' possibile vedere e ascoltare la Video Conferenza


di Luigi Cascioli - Processo a Gesù studioso di Storia del cristianesimo nella quale illustra le prove dimostranti la “Non esistenza storica di Gesù e il processo contro la Chiesa cattolica, conferenza sulle controprove di don Silvio Barbaglia”. Ecco il link diretto:
Se riuscite a scaricarlo è meglio dato che la definizione è maggiore e non si rischia che venga rimosso per le solite ragioni inquisitorie e censorie. Straordinario documento da conservare.

> Per sapere del caso del giudice Luigi Tosti che, in base alla Costituzione Italiana e alla Convenzione per la salvaguardia dei Diritti dell’Uomo, chiede di poter affiggere nei tribunali la menorà ebraica accanto al crocifisso, oppure la rimozione del crocifisso (condannato a 7 mesi di carcere e pene aggiuntive) vai su http://nochiesa.blogspot.com

Richiedi gratis la seguente documentazione in formato digitale scrivendo a:
axteismo@yahoo.it
> Documento “500 bambini sodomizzati dai preti. La Rai tace omertosa” di Luigi Tosti
> Documento “Crimini di sesso in Vaticano, pretofili e preterasti impuniti” di Luigi Tosti
> Documento “Maleducazione cristiana” intervista radio a Sergio Martella
> Documento “Cos’è questo Dio? Io so dove è Dio signor Joseph – Dio è ateo perché non crede in se stesso” dello scrittore Ennio Montesi inviato a Joseph Ratzinger.
> Documento “Non è mai esistito un Gesù figlio di Giuseppe e Maria” di Giancarlo Tranfo studioso sulle origini del cristianesimo.
> Documento “Tesi sull’oggettiva e palese pericolosità dell’insegnamento cristiano” intervista (censurata) a Sergio Martella, psicoterapeuta e scrittore.
> Documento “Preti, maghi, fattucchieri e venditori di fumo: chi ha ragione?” di Fabio Milani.
> Documento “Che cosa sono i dogmi? Chi li stabilisce? Quanti e quali sono?”.
> Documento pretofilia del clero “Ecco chi, come e quando ha deciso in Vaticano di sottrarre i pretofili alla magistratura. Non lo indovinereste mai...” di Pino Nicotri giornalista investigativo de L’Espresso, con elenco dettagliato fatto dalla polizia, coi nomi e diocesi dei 4.392 (quattromilatrecentonovantadue) sacerdoti accusati di violenza sui bambini. Su queste gravissime notizie la stampa “ufficiale”italiana tace omertosa.
> Documento “Perché mi riesce impossibile credere nell'esistenza di Dio” di Luigi Tosti
> Documento “Neocatecumenali - Testimoniaza”
> Documento “La Vergine Maria e la fecondazione assistita - Ovvero la guerra tra le donne e il dictat del Vaticano. E io mi sbattezzo” di Ennio Montesi
> Modulo “Sbattezzo cancellazione dalla Chiesa cattolica”,
> Cartolina Axteismo

 

Il Papa è la più nociva tra le creature

L'odio che Giuseppe Garibaldi ebbe verso il papato e il clero e, in particolare, verso Pio IX è testimoniato dal nome che Garibaldi diede al proprio asino, “Pionono”, e dal fatto che egli si riferisse al pontefice usando la locuzione “un metro cubo di letame”, oppure con la frase «la più nociva fra le creature, perché egli, più nessun altro è un ostacolo al progresso umano, alla fratellanza fra gli uomini e dei popoli».
Giuseppe Garibaldi, Memorie, BUR

«Se sorgesse una società del demonio, che combattesse despoti e preti, mi arruolerei nelle sue file».
Giuseppe Garibaldi, Memorie, BUR

martedì, agosto 07, 2007

 

Chierichetti gonfiabili per uso sessuale. Preti, vescovi, cardinali e monache gonfiabili...

Un business sotterraneo da capogiro. E’ il miglior modo del clero di fare sesso ora che i casi di pedofilia dei preti sono esplosi in tutto il mondo

Francia – Diversi negozi di porno shop francesi hanno messo in commercio un articolo singolare e inaspettato. Si tratta del “Chierichetto gonfiabile” un pupazzo a grandezza di bambino che con le sembianze di chierichetto e vestito come tale, funge come le classiche bambole gonfiabili. Il “Chierichetto gonfiabile” è provvisto di organi sessuali gonfiabili (ano e pene). L’uso del bambolotto è per uso sessuale. Chi compera il “chierichetto gonfiabile” si può sbizzarrire come meglio crede: lo può sodomizzare oppure usarlo con le labbra della bocca simulando la fellatio. Per i gusti più raffinati c’è il “Chierichetto gonfiabile di lusso” con in dotazione un set di tonache e sottane intercambiabili dotato di pene di gomma con vibratore con telecomando anche programmabile. Ma non è finita. Esistono anche a grandezza d’uomo “Preti, vescovi, cardinali e monache gonfiabili” coi loro abiti religiosi indosso, sotto i quali si scoprono facilmente ampi orifizi di varia natura. Le ordinazioni sembrerebbero inarrestabili e i commessi dicono che i migliori clienti sono proprio preti e religiosi italiani. I pacchi vengono spediti in involocri anonimi in tutto il mondo. L’idea è venuta al titolare di una fabbrica asiatica che produceva piccoli gommoni, articolo che non “tirava” più e i manager hanno pensato di cambiare prodotto. Sono in arrivo anche “Padre Pio gonfiabile” e il “Papa gonfiabile”, sempre per usi sessuali, al costo rispettivamente di 3.200 e 5.500 euro, vestiti e orpelli compresi. Sembra che ci siano forti pressioni affinchè si metta al più presto in commercio per il florido mercato cattolico e non solo, un “Gesù Cristo gonfiabile” a grandezza naturale, a scelta, prima o dopo la crocifissione staccabile dalla croce (gonfiabile pure quella) sempre per sfoghi sessuali. Pare che andrà a ruba, insieme alla “Madonna gonfiabile” tettona col classico abito immacolato e verginale e sotto l’abito… niente, ma dotata di una vagina di lattice e gambe divaricabili. Un prete italiano, di cui si ignora il nome, è consulente occulto alla produzione dei “gonfiabili” a tema religioso. Insomma, nessun reato penale di pedofilia, né abusi sui bambini. Meglio che i preti repressi sessualmente si sfoghino sui bambolotti di gomma. Inoltre, sembrerebbe che per la teologia cristiano-cattolica sodomizzare ed eiaculare sui e dentro i “religiosi, religiose, papi, santi, Cristi e Madonne gonfiabili” non sia peccato. Provare per credere. Oppure credere per provare.

 

E’ in seminario che nasce la pedofilia dei preti, “pretofilia”

Insegnare la castità significa vivere contro natura e nella depravazione sessuale e mentale

Lettera di mons. Rino Fisichella
a Fausto Marinetti

Caro Marinetti,
ho ricevuto la Sua lettera e La ringrazio. Mi dice che mi riguarda! L’ho letta con attenzione e per quanto mi riguarda non ho nulla da rimproverarmi. Temo che il Suo giudizio e la Sua lettura siano parziali e non sempre conformi alla realtà. Vorrei capire quali elementi possiede per affermare che nelle nostre strutture si fornisce ai seminaristi una cultura sessuofobica! Non riesco a seguirLa su questo cammino. Sembra che per Lei sia oro colato quanto provenga da una denuncia e falsità e tentativo di insabbiare se è fatto dalla Chiesa, dai Vescovi e dai Sacerdoti. Mi spiace, ma non è così come le Iene o i reportage a cui fa riferimento. Da parte mia, non mi ritraggo ma non voglio neppure essere utilizzato strumentalmente per aggredire la Chiesa e le migliaia di Sacerdoti (e Vescovi) che ogni giorno con fatica e coerenza vivono la loro vocazione a sevizio di tutti! Con la stessa schiettezza che Lei ha usato, ma con tono differente mi sono sentito di risponderLe.
Suo

Rino Fisichella

Lettera di Fausto Marinetti
a mons. Rino Fisichella

Caro Mons. Fisichella,
Le chiedo lo sforzo di non dare per scontato che ogni critica è una "AGGRESSIONE". Non tutti riescono a battervi le mani, sempre e comunque, come certi "giornali di corte" e certi movimenti educati al servilismo e all'adulazione. A volte, quelli che riteniamo "i nostri nemici" sono assetati di giustizia e ci dicono la verità più degli ossequienti. "Salutem ex inimicis nostris"? Lei mi invita a nozze: "Vorrei capire quali elementi possiede per affermare che nelle nostre strutture si fornisce ai seminaristi una cultura sessuofobica!".
Ha ragione: non possiedo "elementi" teorici, nozioni astratte, "sentito dire" e quant'altro, ma l'esperienza sulla mia pelle, voragini nella mia psiche: sono stato in seminario dal 1953 al 1968. Quindi, produco fatti, esperienze, comportamenti, situazioni, insegnamenti. Porto in me le stigmate di quella cultura: l'incapacità di "accogliere" il mondo femminile "come altro da me"; l'ideologia del sacrificio (come se Dio fosse un contabile); "fare il bene" agli altri per sentirsi buoni; la vita è una "valle di lacrime"; ecc.

Entro in seminario nel 1953, anno in cui i religiosi, riuniti in congresso internazionale, discutono sulla "funzione educativa del pallone nei seminari", non un cenno all'educazione sessuale. Altri tempi, nei quali l'unica presenza femminile ammessa in seminario è la Vergine Maria. Segregazione assoluta, per quattro anni non torno in famiglia. A un undicenne non resta che votarsi a una beata incoscienza, tra gioco, studio e abbondanti pratiche di pietà. Il termine più "familiare": peccato! Onnipresente, più di Dio. Le virtù per eccellenza: obbedienza cieca, rinnegare se stessi, mortificazione dei sensi. Altro che fuga mundi, cancellazione del mondo! Si esalta la santa purità, inculcandoci che il corpo è occasione di peccato. Ogni fine mese il direttore fa il "rendiconto" delle nostre malefatte: bere fuori pasto, andare al gabinetto senza permesso (sfuggendo al controllo), troppa passione per il gioco, troppa amicizia sospetta, ecc. La colpa meritevole dell'inferno: l'amicizia particolare. Non capisco, ma gli effetti sono sotto gli occhi di tutti. I colpevoli vengono svergognati: "Mele marce, traditori della vocazione, peggio di Giuda". Un dubbio: un ragazzino della mia età come può avere tanta forza da colpire il Cristo in persona? Per prevenire il contagio, l'isolamento del colpevole è immediato, l'espulsione celebrata come una cacciata dal paradiso.
Un giorno sparisce anche il sacerdote-assistente, che "dovevamo" chiamare "padre". Ogni sera, ispezionando la camerata, con gesto fulmineo ci strappa di dosso le lenzuola per verificare che cosa succede sotto di esse. Poi arriva l'ordine di dormire con le braccia sopra le coperte. Prediche e conferenze insistono ossessivamente sulla "bella virtù". Per essa preghiamo forsennatamente. Dall'alto della pala dell'altare una "donna vestita di luce" è la nostra donna ideale: incorporea, asessuata, un fantasma. Ogni sera, con la nostalgia, una domanda: "Ma la mia mamma dove è andata a finire?". Al suo posto il direttore spirituale, un vecchietto di 70 anni, buono come il pane, ma incompetente per aiutarci a gestire l'insorgere delle prime pulsioni. Ogni mattina, al suo confessionale, una fila di clienti-bambini per saldare, con un Dio-giustiziere, il conto di una notte inquieta. Il buon padre non sa dire altro che: "Prega, prega! Con la preghiera tutto va a posto". Mi sembra di non essere preso sul serio. Ma, sotto l'imperversare della minaccia dei castighi divini per il delitto di masturbazione, comincio ad avere paura del mio corpo: "Dio me lo avrà dato per punirmi? Cosa gli ho fatto di male?".
Gli zelanti sono quelli che fanno la doccia più in fretta, non indugiano nei gabinetti, spiano i compagni che si appartano e li denunciano. Ci viene insegnato, che la purezza consiste nel fingere di non avere un corpo, ignorare la sua crescita, finalità, movimenti. Non sono in grado di capire, ma, con il tempo, mi renderò conto che questo clima produce turbe e danni psicologici irreparabili. Sul conto di chi saranno messi? Chi si preoccuperà di ripararli? Io non so cosa sia lo stupro del corpo, ma quello dell'anima sì.
A forza di parlare di "peccato impuro" non si ingenera la sua ossessione? Educazione sessuale? Nel paradiso terrestre del seminario il sesso non deve esistere e, se esiste, è solo in confessionale per chiedere perdono a Dio di averci dato un corpo, che sarebbe meglio non avere. I seminaristi più sfrontati osano bisbigliare: "E' vero che i bambini nascono dal petto delle donne?". Il bambino e la donna sono presenze così insignificanti (o pericolose?) per una formazione umana integrale? Potrà mai Dio vergognarsi di quello che ha fatto? Se un ragazzo fa indigestione di spiritualità disincarnata, come si fa a farne un cristiano senza prima farne un uomo? Può essere condannato ad una specie di anoressia del cuore? A furia di "fare" il cristiano, abbiamo perso di vista l'uomo o abbiamo preteso di fare il cristiano alle spese dell'uomo? Se per 15-20 anni un giovane è tagliato fuori dal suo habitat naturale, la famiglia, è come una pianta coltivata in serra. Appena la si espone è soggetta a tutte le intemperie. Se un uomo passa dalla cassaforte del seminario a quella della canonica; se gli si impone una cintura di castità con il terrore dell'inferno e l'ossessione del peccato mortale, potrà mai venirne fuori un uomo capace di condividere la sorte dei fratelli, che pur si dibattono con la "lussuria degli occhi, della carne, del mondo"? Può il seminario sostituire la famiglia? O forse solo una comunità di padri e madri di famiglia sarebbe in grado di educare dei giovani candidati al ministero, come avveniva all'inizio del cristianesimo? Ci imbottiscono di vite di santi, che non hanno fatto altro che castigare il loro corpo con digiuni e cilici. Ignoranza, paura, sacro terrore faranno il resto. Un collega mi confiderà: "A furia di parlare contro il sesso mi hanno talmente condizionato, che, quando vedevo stesi al sole degli indumenti intimi femminili, li rubavo e li indossavo per eccitarmi. Eppure m'hanno convinto che quelle "cose" erano sfoghi di gioventù e m'hanno fatto prete lo stesso. Giro da una diocesi all'altra fin che trovo un vescovo, il quale mi manda dal suo medico di fiducia, che mi prescrive un farmaco. Il farmacista, mio conoscente, mi chiede: "Per chi è?". "Per me". "Sai che serve per la sterilizzazione chimica?".
Cose d'altri tempi? Ho degli amici appena usciti dal seminario e mi confermano che sono cambiate le forme, è rimasta intatta la sostanza. Si dice: "I seminaristi d'oggi la sanno lunga, hanno già fatto le loro esperienze!". Ma se sono esperienze negative, come potrà il candidato fare una scelta serena? A 25/30 anni uno può decidere per tutto il resto della sua vita, quando non sa niente di "crisi di paternità", di complementarietà uomo/donna, non ha ancora sentito nella sua carne i morsi della solitudine, non ha fatto esperienza dell'esigenza di perpetuarsi come specie? Come fa a rinunciare a ciò che non conosce, a ciò che è stato sublimato, inculcandogli che "il prete rinuncia ad un amore per amare tutti"? E poi, quando si ritrova in parrocchia, solo, la sera, s'avvede che "amare tutti con cuore indiviso", può essere una scusa per non amare nessuno? Se uno viene abituato fin da piccolo ad amare nell'intenzione, a fare atti di amore spirituale, non sarà un alienato per sempre? O l'amore è concreto, come quello della mamma, che è pane e latte, bacio e carezza, o che amore sarà mai? In seminario non c'è, tutt'oggi, la presunzione di far scalare ai neofiti la cima della "santa purità" senza fornire loro l'attrezzatura indispensabile per le alte quote? Che cosa può fare un prete che sui 40-50 anni s'accorge di non essere in grado di portare il "giogo" della castità? Se il prete giovane decide di lasciare non può sposarsi in chiesa, non può insegnare religione, deve allontanarsi dalla parrocchia, ecc. Diritti umani, valore supremo della persona? Forse il Cristo direbbe alla sua Chiesa che è stata lei a tradire l'uomo-prete? Dove sono i preti che denunciano i loro superiori di violenza psicologica, di intimidazione spirituale ed economica? "Se non stai alle nostre regole ti tagliamo i viveri…". Allora uno che fa? Si arrangia. Uno se la fa con le suore, con l'amante, oppure, oppure… (che tragedia!) con dei bambini. E che dire del superiore che invita il "prete bollente" ad andare a donne di nascosto?
E' forse cambiata la cultura clericale, che vede la sessualità con gli occhiali neri dei pagani gnostici e manichei? Lei sa meglio di me che i cristiani della prima ora considerano il matrimonio un male necessario. Per S. Ambrogio la donna è tentazione, per S. Gerolamo il marito che ama troppo la moglie commette adulterio. Quanti coniugi sono stati ammessi alla gloria del Bernini per aver esercitato in grado eroico le virtù proprie del matrimonio? Ma quali sono? La rinuncia, il sacrificio, la negazione del piacere? Ha mai meditato sul testo della teologa e madre C. Jacobelli, Risus Pascalis – Il fondamento teologico del piacere sessuale?
Basta forse ammettere tra i docenti una zitella, inviare i seminaristi in vacanza o a fare apostolato domenicale? Un amico seminarista mi racconta: "Di ritorno dalle vacanze, 2005, corro dal padre spirituale. "Padre, ho provato simpatia per una ragazza". "E' una tentazione, il maligno in persona, fuggi, fuggi da lei. Prometti di non vederla mai più". Trasformare la donna da sostegno, compagna dell'uomo (per "ordine di Dio") in un pericolo, in una tentazione, in una rivale di Dio è proprio secondo il suo cuore? Non è come cancellare metà della nostra stessa umanità? I preti pedofili avranno la loro responsabilità personale, ma non saranno anche frutto di questa cultura misogina e manichea? Un'amica, saggia e attempata, mi racconta: "Il prete in predica ha inveito talmente contro il sesso, che l'ho aspettato all'uscita e gli ho spiattellato in faccia: "Scusi, padre: si ricordi che anche lei è nato da un amplesso coniugale, non dagli angeli!". Non mancheranno i preti osservanti del celibato (si parla, forse, del 6/10 %). Ma si tratta di regola o di eccezione? Si è giunti a tale conquista mediante o nonostante il seminario? Sono stato nei monasteri buddisti in Cambogia, Sri Lanka, Tailandia e ho studiato la loro iniziazione alla vita celibataria. C'è da invidiare tanta serenità, che è il risultato di un metodo di auto-dominio con pratiche ascetiche e il controllo del pensiero attraverso quello della respirazione.
Apprezzo troppo il celibato volontario per vederlo svilito ad una imposizione. Può essere mistificante sostenere che il celibato volontario non risolverebbe il problema, perché la pedofilia è una piaga, di cui non sono immuni nemmeno i padri di famiglia. Ma questi, almeno, non si dicono "rappresentanti di Dio"! Eliminiamo le anomalie educative; facciamo uomini concreti, calati nella realtà e così si potrà dire che non è colpa dell'istituzione. La pedofilia dei preti non è che un sintomo di un male sotterraneo. La gerarchia continuerà a colpire gli effetti, ignorando le radici del male? Non si addomestica il cuore, mettendolo in quarantena.
La Commissione dei vescovi americani non ha riconosciuto che l'educazione del seminario può inclinare all'omosessualità, quando non la favorisce? Non c'è terreno migliore di quello esclusivamente maschile per innescare curiosità morbose, ricercare il "surrogato" in mancanza del "prodotto originale". L'unico e insostituibile ambiente educativo è quello familiare e ogni altro rischia di essere contro natura (Cf Carta dellONU, 1989). Di fatto i seminari minori negli Usa, Canadà, Irlanda, Messico, ecc. sono stati chiusi. Per caso o proprio perché finalmente si ammette che non funzionano e, spesso, si innescano varie forme di omosessualità? Un'amica psicologa spiega: "In quei contesti si "ingenera" una omosessualità "situazionale", legata cioè non ad una scelta omosessuale di fondo, ma all'impossibilità di accedere all'oggetto sessuale femminile, per cui lo sfogo della libido si riversa su un altro oggetto. Non potendo riversarsi su una donna, la pulsione sessuale viene dirottata su altri uomini, che sono gli unici oggetti sessuali disponibili. Per coloro che hanno un'inclinazione alla omosessualità, il seminario diventa l'ambiente "ideale" per esprimerla, con tutte le ovvie ripercussioni su quanti non hanno questo orientamento di fondo". Di fronte all' "11 settembre della Chiesa americana" si parla di innominabile tradimento di Cristo. Ma l'unico e solo "colpevole" è il prete pedofilo? Pedofili si nasce o si diventa? Se si diventa, che cosa vi ha contribuito? Non sarebbe stato opportuno convocare in Vaticano gli "indegni", per sentire la loro versione e offrire al mondo le loro scuse? Prendersela con gli effetti non elimina le cause. Chi più e meglio di loro ci potrebbe dire che cosa ha fatto difetto nella loro educazione psico-affettiva, a che cosa attribuire i buchi neri della formazione? E cosa è successo nei primi anni del ministero? Che cosa i cristiani avrebbero potuto e dovuto fare per dare al prete non solo offerte ma anche sostegno umano?

Forse il papa potrebbe convocare anche le vittime in piazza San Pietro e chiedere loro perdono insieme ai cardinali? Non creda che ce l'abbia con Tizio o Caio, che passano, ma con il sistema, che non passa e continua a immolare le sue/nostre vittime. Imparassimo ad ascoltarle, almeno!
Distinti saluti,

Fausto Marinetti

fausto.marinetti@gmail.com

PS. Perché non ripassiamo il n° 3 di Concilium del 2004? Non sono degli "anticlericali", ma teologi/ghe, ricercatori seri che parlano, non a caso, di pedofilia clericale come di tradimento strutturale della fiducia.


lunedì, agosto 06, 2007

 

Il pregiudicato don Gelmini


Documentatissimo articolo, pubblicato nelle pagine nazionali de Il Messaggero
in data 14 marzo 1976, su alcune antiche prodezze di don Pierino Gelmini.
Chi è monsignor Gelmini, fratello di padre Eligio
Fuggì in Vietnam con la cassa delle Acli e raggirò il vescovo di Huè

di Giuseppe Di Dio

venerdì, agosto 03, 2007

 

Dio criminale: Il giudice Luigi Tosti replica al prete Silvio Barbaglia

Dio come un vero e proprio criminale assassino, terrorista, razzista, discriminatore, genocida, dispregiatore delle donne e degli omosessuali, intollerante, stupratore, infanticida e a tal punto borioso e criminale da pretendere sacrifici umani ed animali.

di Luigi Tosti (*)


(*) Il magistrato Tosti chiede, in base alla Costituzione Italiana e alla Convenzione per la salvaguardia dei Diritti dell’Uomo, di poter affiggere nei tribunali la menorà ebraica accanto al crocifisso, oppure la rimozione del crocifisso.

Egregio Don Barbaglia,
ho visionato il filmato relativo alla sua conferenza, peraltro solo dopo che mi è stato segnalato un suo commento relativo alla mia pretesa di chiedere al Ministro di Giustizia la rimozione dei crocifissi dalle aule giudiziarie perché discriminatori, cioè lesivi del diritto di eguaglianza senza distinzione di religione. Ho scoperto che a suo giudizio questa mia pretesa -come l'analoga pretesa del cittadino italiano Adel Smith, di fede musulmana- sarebbe addirittura ridicola perché la presenza dei crocifissi nelle aule giudiziarie e, in genere, negli uffici pubblici italiani non sarebbe affatto discriminante, dal momento che il "crocifisso non da fastidio" e la sua presenza "non impone a chi non crede o crede in altra religione di inginocchiarsi o di venerarlo". Ebbene, le rappresento, Egregio Don Barbaglia, che il Signor Adel Smith, prima di iniziare la sua battaglia legale, ottenne dalla maestra della scuola frequentata dai figli l'autorizzazione ad esporre il versetto 212 della Sura, rivendicando in tal modo la stessa dignità e gli stessi diritti che lo Stato fascista italiano ha accordato ai cattolici attraverso l'esposizione dei crocifissi nelle scuole pubbliche. Il giorno successivo, tuttavia, il Preside dell'Istituto ordinò l'immediata rimozione del versetto della Sura coranica (scritto in lingua araba e, quindi, incomprensibile ai più) perché offendeva il Suo Crocifisso. E allora Le chiedo: con quale impudenza Lei ha il coraggio di affermare che questi comportamenti fascisti dello Stato italiano, cioè della Colonia del Vaticano, non sarebbero "discriminatori"? Vuole Lei forse sostenere che i crocifissi non danno fastidio a nessuno e non impongono atti di venerazione, mentre i versetti della Sura degli islamici "danno fastidio ai cattolici" e "li costringono ad atti di venerazione"? Mi risponda Don Barbaglia, se ne è capace e se è capace di logica e coerenza. Spieghi a me e a tutti gli altri italiani razzisti per quale motivo SOLO il Crocifisso cattolico è degno di entrare nelle scuole italiane, mentre gli "sporchi" simboli religiosi delle altre "infime" religioni, diverse da quella cattolica, non meritano di entrarvi. Vi "danno forse fastidio" i simboli dell'islam? E questa -secondo Lei- non sarebbe "discriminazione"? Forse Lei è per caso uno di quelli che sostiene che gli "sporchi" ebrei e gli "sporchi" negri non debbono entrare nei locali pubblici perché questi sono riservati SOLO alla "superiore" razza bianca ariana? Risponda, Don Barbaglia, e soprattutto dia sfoggio della Sua logica e della Sua coerenza con questa sua risposta.
Le rappresento poi che anch'io, come Adel Smith, ho manifestato la mia totale disponibilità a tenere le udienze in presenza del Suo crocifisso, ma ho chiesto di poter esporre la mia menorah ebraica a fianco del simbolo cattolico, rivendicando in tal modo la stessa dignità umana e gli stessi diritti che lo Stato fascista e razzista italiano accordò ai Cattolici. Ebbene, gli augusti Ministri di Giustizia Roberto Castelli e Clemente Mastella mi hanno opposto un rifiuto perché gli sporchi ebrei non meritano di poter esporre il loro infimo simbolo religioso a fianco del crocifisso della "razza superiore", trattandosi di un vero e proprio sacrilegio. E allora Le chiedo, Don Barbaglia, utilizzando le Sue stesse identiche parole ed argomentazioni: ma la menorah ebraica vi da forse così tanto fastidio a Voi Cattolici? Forse la menorah degli ebrei vi impone atti di venerazione o di genuflessione? Avete forse ancora qualcosa contro gli ebrei? Non vi basta di averli perseguitati, massacrati, ghettizzati e discriminati nella vostra storia tutt'altro che commendevole e, anzi, criminale? Risponda, Don Barbaglia a questa domanda: imporre la presenza dei SOLI crocifissi e negare agli ebrei e a tutte le altre religioni lo stesso identico diritto non sarebbe, secondo Lei, discriminatorio ma, anzi, una "tesi ridicola"? Attendo una Sua risposta che dia dimostrazione della sua logica e della sua coerenza: nel frattempo le ricordo che il mio rifiuto di soggiacere a questa criminale discriminazione religiosa da parte degli augusti Ministri della Colonia Vaticana mi è valsa anche la condanna a sette mesi di reclusione ed alla sospensione dalle funzioni e dallo stipendio, in vista della mia definitiva rimozione dalla magistratura. Tutto questo è avvenuto con la compiacente e compiaciuta connivenza ed approvazione del Suo augusto Pontefice, ad avviso del quale "la presenza di Dio deve essere visibile, attraverso i crocifissi, negli uffici pubblici italiani": e avete anche il coraggio di dipingervi come soggetti che ripudiano la discriminazione e predicano la tolleranza e il rispetto reciproco? Nella vita bisogna razzolare bene, e non soltanto predicare bene.
Nella sua conferenza Lei ha anche tacciato come ridicola la tesi secondo cui l'offrire in "sacrificio" la vita di un figlio da parte di un padre sia diseducativa: dal momento che io l'ho qualificata in termini ancor più severi -e cioè come un atto di criminale assassinio da parte di Dio- mi permetto di interloquire con le considerazioni che seguono.
Le rammento che secondo i codici penali di tutti gli Stati esistenti sulla faccia della Terra e secondo le Convenzioni internazionali attualmente in vigore, un qualsiasi padre che cooperasse per far trucidare il proprio figlio da terzi criminali sarebbe immediatamente sottoposto a processo penale per "concorso in omicidio". Se questo padre, poi, giustificasse questo gesto criminale con la necessità di "salvare terzi colpevoli", cioè l'Umanità peccatrice, sarebbe sicuramente sottoposto a perizia psichiatrica: solo un pazzo, in effetti, può concepire l'idea che da un "sacrificio umano" -cioè dalla barbara uccisione di un innocente- possa derivare la "salvezza" di terze persone colpevoli e peccatrici. Forse non lo saprà, Don Barbaglia, ma uno dei principi più elementari e fondamentali del diritto è che "la responsabilità è esclusivamente personale", cioè non è ammessa la possibilità che una persona debba rispondere delle colpe altrui, magari di quelle dei padri. Ebbene, il messaggio che promana dal supposto sacrificio di Gesù Cristo per "salvare" l'umanità (un mito, questo, copiato da altri miti di altre religioni, vedi ad es. Mitra) non solo è altamente immorale e diseducativo, ma anche un messaggio criminale: è infatti inconcepibile e inammissibile giustificare che un padre possa cooperare volontariamente per far trucidare un figlio da terzi criminali perché da questo assassinio e da questo dolore possa poi derivare la salvezza dell'umanità. Questo mito del Dio "salvatore" -copiato dal mito di Mitra- ha più di 2000 anni ed è stato concepito da persone che ancora praticavano barbari "sacrifici" umani ed animali: non so se ne rende conto, Don Barbaglia. Il Dio biblico, Don Barbaglia, praticava ancora sacrifici umani ed animali: e non si tratta di allegorie o di metafore, ma di realtà che sono peraltro comuni a pressoché tutte le religioni che sono state concepite dagli uomini, durante una certa fase della loro evoluzione (anche gli atzechi e gli incas praticavano sacrifici umani). Dal punto di vista antropologico è stata data la giustificazione di questi comportamenti del genere umano: ma abbarbicarsi, oggi, all'assurdo mito del Dio Salvatore (cioè della sublimazione dei sacrifici umani) significa essere completamente al di fuori del tempo e della civiltà e non rendersi conto, peraltro, di una evidenza a dir poco solare: che cioè il supposto sacrificio del Figlio di Dio non ha sortito, per l'Umanità, alcun beneficio. Seguitiamo infatti sempre a morire, ad ammalarci, a soffrire, a patire guerre etc. etc, senza che l'evento "epocale" della crocifissione del Figlio di Dio abbia apportato benefici per l'umanità, al pari dell'identico e ben precedente sacrificio del Dio Mitra.
Mi sconcerta, poi, sentire dalla sua viva voce l'affermazione che l'offerta del sacrificio della vita di un figlio (Gesù) provenga da parte di Dio, cioè del "Padre": mi faccia capire, Don Barbaglia, Voi cattolici non vi siete sempre vantati, e tuttora vi vantate, di essere "monoteisti"? Monoteismo -se la matematica e le mie reminiscenze di greco non mi ingannano- significa ipotizzare e credere in un "unico" Dio, e non in più Dei, magari legati tra di loro da rapporti di parentela. Come è possibile, allora, che il Dio-padre sia diverso dal Dio-figlio, cioè da Gesù Cristo, senza che ciò travolga l'affermazione che siete "monoteisti"? Se Dio si è riprodotto, generando un Dio-Figlio con una donna appartenente al genere umano, come si può parlare di "monoteismo"? In realtà di miti del genere la storia dell'umanità è zeppa, Don Barbaglia: e allora mi dovrebbe spiegare perché gli Dei greci e gli altri dei di altre religioni sarebbero "falsi e pagani" e solo il vostro Dio, che genera altri dei-figli, dovrebbe essere vero e, per di più, meriterebbe di essere considerato -a dispetto della matematica e dell'evidenza- come un Dio singolo. Ma il Dio dell'Antico Testamento, egregio Don Barbaglia, non è forse il Padre di Gesù, cioè quello che ha creato l'universo dal nulla? E se questo Dio biblico deve essere considerato come Dio Uno e Trino, in spregio alla matematica ed al significato delle parole, come giustifica, Don Barbaglia, la criminalità di questo Dio biblico, che risulta attestata dalla stessa Bibbia, cioè dal libro scritto (o ispirato) da Dio in persona? Dal momento che Lei si qualifica biblista, presumo che conosca bene la Bibbia. E allora Le chiedo: come può giustificare l'operato del Suo Dio biblico? In realtà il codice penale e le convenzioni internazionali, alle quali hanno aderito i popoli e le Nazioni civili, bollano e condannano inesorabilmente il suo Dio come un vero e proprio criminale assassino, terrorista, razzista, discriminatore, genocida, dispregiatore delle donne e degli omosessuali, intollerante, stupratore, infanticida e a tal punto borioso e criminale da pretendere sacrifici umani ed animali.
La Bibbia, egregio Don Barbaglia, non è un libretto allegorico, ma la fedele esposizione di quello cui realmente credevano e praticavano popoli analfabeti vissuti più di 2.500 anni or sono. Queste credenze e questi Dei, giudicati col nostro grado attuale di civiltà, sono inesorabilmente Dei criminali: e allora mi dovrebbe spiegare, visto che la Verità non può mutare nel tempo, come si possano ancor oggi venerare Dei criminali, partoriti dalla mente criminale di uomini vissuti tre mila anni or sono.
In attesa di non risposte, la saluto cordialmente.

Luigi Tosti
tosti.luigi@yahoo.it

La lettera del magistrato Tosti è a seguito della conferenza di don Silvio Barbaglia (Novara, 5 luglio 2007) in risposta alla conferenza video del cristologo Luigi Cascioli studioso di storia del cristianesimo e autore del libro denuncia “La favola di Cristo – Inconfutabile dimostrazione della non esistenza di Gesù” (Venezia, 16 maggio 2007) nella quale Cascioli espone le prove schiaccianti che dimostrano la "Non esistenza storica di Gesù e il processo contro la Chiesa cattolica”.

Cristo non è mai esistito. Video Shock
Video Conferenza di Luigi Cascioli – Processo a Gesù
Tribunale Diritti dell'Uomo di Strasburgo


studioso di Storia del cristianesimo illustra le prove dimostranti la
"Non esistenza storica di Gesù e il processo contro la Chiesa cattolica,
conferenza sulle controprove del prete Silvio Barbaglia"
ecco il link diretto del Video:

http://video.google.it/videoplay?docid=-1377841050449144943&q=cascioli&total=8&start=0&num=10&so=0&type=search&plindex=4


grazie anche ad Arcoiris Tv:

http://www.arcoiris.tv/modules.php?name=Search&testo=cascioli&tipo=testo

L’accesso al video è possibile anche dalla home page di www.luigicascioli.it cliccando su “Conferenza Venezia”. Se riuscite a scaricarlo è meglio dato che la definizione è maggiore e non si rischia che venga rimosso per le solite ragioni inquisitorie e censorie vigenti in Italia. Straordinario documento da conservare.

“Hanno in mano il cervello degli inbecilli.
E dato che il voto di un imbecille
vale quanto quello di una persona intelligente
è la ragione per la quale sono ancora al potere
a spadroneggiare sulle vite altrui.”
Ennio Montesi, Il mondo senza religioni

Nella foto, il giudice Luigi Tosti (foto Campanella Lasca, no copyright)

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