L’impero immobiliare del
Vaticano?
Grazie a Mussolini
di Luca Fiore
Contropiano.org
Un'inchiesta del Guardian ricorda
che la Santa Sede possiede un impero immobiliare segreto in tutta Europa. E che
lo acquisì, negli anni ’30 e ’40, grazie ai finanziamenti concessi dal Duce al
Vaticano in cambio del riconoscimento del regime fascista.
Che il Vaticano possegga in tutto
il mondo un vastissimo impero immobiliare non è certo un segreto. Ma che buona
parte di questi immobili lo stato della Chiesa se lo sia procurato grazie alle
elargizioni del Duce forse non era così noto. Lo ‘scoop’ lo ha fatto ieri un
noto quotidiano britannico, il “Guardian”, facendo arrabbiare le gerarchie
ecclesiastiche, già nell’occhio del ciclone dopo che i governi di destra di
Italia (Monti) e Spagna (Rajoy) hanno rinnovato l’esenzione delle tasse sui
patrimoni immobiliari alla Santa Sede.
“Il Vaticano possiede edifici di lusso in pieno centro a Londra, a
Parigi e addirittura in Svizzera” ha scritto il giornale londinese. Che ha
ricordato che moltissimi di questi lussuosi edifici furono acquistati dalla
Santa Sede con i milioni – all’epoca una vera fortuna – che Benito Mussolini
regalò a Papa Pio XI in cambio del riconoscimento del regime fascista da parte
del Vaticano.
Solo a Londra il valore degli
immobili di proprietà della Santa Sede ammonta ad almeno 610 milioni di euro e,
secondo il Guardian, il Vaticano ne avrebbe spesi ben 15 in piena esplosione
della bolla immobiliare per comprare un altro edificio in Saint James’s Square,
dove ha la propria sede la banca Altium Capital, a pochi passi da Westminster.
La Santa Sede è anche proprietaria di un intero palazzo a New Bond Street, dove
c’è la gioielleria di Bulgari più grande e importante della Gran Bretagna. E
poi ancora di lussuosi e prestigiosi edifici a Coventry, Parigi, Svizzera. Ma
risalire alla mappa completa di queste proprietà, secondo l’inchiesta del
Guardian, non è proprio facilissimo. Anzi. Il patrimonio immobiliare vaticano
nel Regno unito è di proprietà di un’impresa chiamata British Grolux Investment
Ltd. Che al catasto si guarda bene dal rivelare chi sono i veri proprietari dei
vari edifici. Ma che indica comunque l’identità dei suoi azionisti, tra i quali
il neo direttore esecutivo della Barclays Bank, John Varley, e dell’ex
dirigente della banca d’affari Leopold Joseph, Robin Herbert. Entrambi, alle
richieste di spiegazioni degli articolisti del Guardian, hanno risposto con un
garbato ma invalicabile ‘no comment’. Al registro londinese delle proprietà immobiliari
però il quotidiano ha potuto verificare che nel 1999 la British Grolux
Investment Ltd. ereditò tutta la lista di attività precedentemente controllate
dalla British Grolux Ltd. e dalla Cheylesmore Estates, le cui azioni passarono
nelle mani di una impresa la cui sede era la stessa della JP Morgan di New
York. Ma il controllo ultimo di queste azioni è di competenza della Profima SA,
una società con sede in Svizzera. Una sistema di scatole cinesi assai poco
trasparente. La Profima S.A. è citata negli Archivi di Stato della Gran
Bretagna come una impresa del Vaticano che durante la Seconda Guerra Mondiale
fu accusata a Londra di “partecipare ad attività contrarie agli interessi degli
Alleati”. Cioè in parole povere di operare al servizio dell’Asse tra fascisti e
nazisti. All’epoca alcuni funzionari del Ministero della Guerra britannico
accusarono apertamente il contabile del Papa, Bernardino Nogara, di realizzare
ingenti investimenti – circa 50 milioni di sterline – grazie alle benevolenti
elargizioni del Duce. Nogara fu accusato di tentare di trasferire alla Profima
S.A. le azioni di due imprese vaticane basate in Francia, per evitare che fossero inventariate come di proprietà in
possesso di interessi nemici di Londra. Nel frattempo il contabile di Pio XII
tentò di fare lo stesso con le azioni di una banca italiana, trasferendole in
Svizzera per metterle al sicuro sotto l’ombrello della neutralità di Berna. Gli
archivi rivelano anche che nel 1931 Nogara fondò una società di comodo in
Lussemburgo in modo da poter controllare tutte le proprietà immobiliari e le
imprese che la Santa Sede stava acquisendo nel continente. Il nome di quella
impresa era Groupement Financier Luxembourgoise – Grolux, che nel 1932
incorporò la nuova filiale britannica del gruppo Grolux. Quando però il
conflitto mondiale iniziò, Nogara decise che l’Europa non era più un rifugio
sicuro e trasferì quindi tutto negli Stati Uniti ed in Svizzera.
Ad un certo punto la
ricostruzione del Guardian cita anche il fatto che Paolo Mennini, uno degli
uomini di Benedetto XVI a Roma, è uno dei più importante agenti bancari a
Londra e nel resto del continente del Vaticano, e che gestisce l’Apsa,
l’organismo proprietario di tutto il patrimonio della Santa Sede.
"Sono stupito - ha detto
ieri il portavoce della Santa Sede Padre Lombardi - nel servizio del Guardian
non è svelato nulla che non si sapesse". Ma ricordare da dove vengono i
tesori del Vaticano e a quale scopo vengono usati forse gioverà a qualche
fedele troppo credulone. Mercoledì 23 Gennaio 2013 12:02
Luca Fiore
Fonte:
Etichette: L’impero immobiliare del Vaticano? Grazie a Mussolini, Luca Fiore
# posted by iodio @ 15:37
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