A beneficio di chiunque desideri conoscere e approfondire, attraverso analisi storico critiche, le verità evangeliche senza basarsi sulla esclusiva propaganda clericale di stampo medioevale, ripresa dai media in modo fazioso, la redazione di Axteismo ritiene doveroso informare con il massimo rigore nel metodo della ricerca le reali vicende legate alle Origine del Cristianesimo. A tal fine abbiamo chiesto al cristologo Emilio Salsi l’autorizzazione a pubblicare i suoi studi avanzati nel nostro sito. In tali studi vengono illustrati i personaggi denominati Gesù Cristo, apostoli e “Sacra Famiglia”. A questi documenti al top di studi laici di cristologia gli abbiamo dato il titolo:
CRISTO, APOSTOLI E SACRA FAMIGLIA:
PERSONAGGI MAI ESISTITI
Sono Emilio Salsi, uno studioso di storia dell’Impero Romano, autore di una ricerca sui personaggi teologici descritti nei documenti neotestamentari cristiani intesa a verificarne l’effettiva esistenza attraverso una analisi comparata con la storiografia ed accertare, attraverso le loro gesta, se i Santi fondatori del Cristianesimo furono piuttosto rappresentanti ideologici di una dottrina che, giocoforza, doveva essere “incarnata” in uomini prescelti e ispirati da Dio.
Ratzinger Benedetto XVI, gli esegeti cristiani ed i fedeli tutti dichiarano apertamente che l’esistenza di Gesù Cristo e dei suoi Apostoli, come uomini, è comprovata e documentata dagli storici dell’epoca.
Sin dall’inizio i Padri fondatori si sentirono obbligati a dichiarare ciò perché i protagonisti del nuovo credo furono fatti interagire con persone famose, realmente esistite, pertanto rintracciabili nella storiografia laica, ufficialmente riconosciuta, supportata da archeologia, numismatica, epigrafi ecc.
Da una ricerca fondata su avvenimenti datati e comprovati, si riscontrano, senza ombra di dubbio, non solo semplici errori storici, ma numerose falsificazioni mirate che obbligano lo studioso mettere in evidenza. Le manomissioni non sono fini a se stesse ma volute e, attraverso i personaggi dei quali vengono contraffatte le imprese, si possono individuare e riconoscere gli autentici protagonisti di vicende reali dell’epoca la cui testimonianza è sopravvissuta sino ai nostri giorni.
La dottrina cristiana è interconnessa con la vita di questi personaggi; quindi con la storia. La Chiesa ne è consapevole pertanto, ad iniziare dal Papa, tutti i suoi esegeti devono dichiarare che la vita di Cristo è una “Verità” comprovata. Ma…se la storia riuscisse a dimostrare che i “sacri testi” furono inventati, sino a scoprirne le falsificazioni introdotte per crearli, e da chi, come e perché, allora…la “Fede” e i suoi contenuti dottrinali che fine farebbero?
Se la storia, effettivamente, verificasse che Gesù Cristo e Apostoli non sono mai esistiti e, non solo, che lo Spirito Santo e Dio stesso furono concepiti e fatti muovere, da mistici creatori, in un teatro ideologico avente per fine la costituzione di un nuovo potere terreno (fu chiamato Regno dei Cieli) basato sulla persuasione e sul convincimento di altri uomini a poter sopravvivere alla morte, risorgere nella carne e vivere felicemente per l’eternità…uomini e donne che, per tale fine, ieri come oggi, hanno fatto propri i “codici di comportamento” dettati dai ministri di tale culto ai quali si assoggettano, riverendoli e riconoscendoli come loro capi, divenendo, nel contempo, la vera base del potere secolare della Chiesa…
Stiamo per addentrarci in una ricerca critica storiologica tesa ad indagare se gli avvenimenti descritti nei testi evangelici del Nuovo Testamento, oltre ai nomi, trovano una effettiva corrispondenza con la realtà conosciuta di allora, comparando gli “scritti sacri” fra loro stessi e con quelli degli storici vissuti nel I e II secolo, compresi i patristici.
Prima di iniziare ho il dovere di mettere in guardia gli eventuali visitatori credenti curiosi: se vogliono conservare intatta l’illusione della vita eterna è bene evitino di approfondire la conoscenza in materia. La storia è neutrale ma il suo innocente, lucido, candore verrà percepito come un pugno nello stomaco da chi è uso inghiottire l’ostia consacrata convinto che il pasto teofagico del proprio Dio gli possa aprire, un domani lontano nel tempo, le porte del paradiso.
Dopo aver riprodotto la Bibbia, a fine ‘400, gli allievi di Gutemberg iniziarono a diffondere il nuovo sistema di stampa che, a sua volta, accrescerà il propagarsi della cultura, ma, anziché compiacersi ...
Concilio di Trento, di Papa Giulio III
(sessione IV, 8 Aprile 1546)
“Il sacrosanto concilio tridentino ecumenico e generale, seguendo l’esempio dei padri della vera fede, con uguale pietà accoglie e venera tutti i libri, sia dell’Antico che del Nuovo Testamento, essendo Dio autore di entrambi”… “darsi da fare, in tutti i modi e con tutte le forze, affinché
a nessuno venga consentita, né oggi né in futuro, la lettura, anche solo frammentaria, del Vangelo” (Regola Ecclesiastica).
Giulio III e gli alti prelati del clero, sin dal lontano passato, sapevano che i Vangeli contenevano “verità” che non dovevano essere rivelate ai fedeli...tali che avrebbero finito col distruggere la dottrina cristiana.
San Luca evangelista l’impostore
Atti degli Apostoli:
Dopo l’ascensione di Gesù sopra una nube, gli Apostoli, rimasti nella Città Santa, danno inizio alla diffusione della dottrina predicata da Cristo al fine di salvare gli uomini dalla morte e dalle fiamme
dell’inferno. Sotto il portico di Salomone e nelle piazze, emulando il loro “Maestro”, dimostrano le loro capacità miracolistiche esibendosi in guarigioni straordinarie, esaltano il popolo e attirano la folla delle città vicine “che accorreva, portando malati e persone tormentate da spiriti immondi e tutti venivano guariti”. Il Sommo Sacerdote e i Sadducei, “pieni di livore”, li fanno arrestare con l’accusa di “aver predicato in nome di costui ” (Gesù) e, convocato il Sinedrio di Gerusalemme, il massimo Tribunale giudaico, avviano l’atto processuale minacciando di “metterli a morte”.
“Si alzò allora nel sinedrio un fariseo, di nome Gamalièle, Dottore della legge, stimato presso tutto il popolo. Dato ordine di far uscire per un momento gli accusati, disse: «Uomini di Israele, badate bene a ciò che state per fare contro questi uomini. Qualche tempo fa venne Tèuda, dicendo di essere qualcuno, e a lui si aggregarono circa quattrocento uomini. Ma fu ucciso,e quanti s’erano lasciati persuadere da lui si dispersero e finirono nel nulla. Dopo di lui sorse Giuda il Galileo, al tempo del censimento, e indusse molta gente a seguirlo, ma anch’egli perì e quanti s’erano lasciati persuadere da lui furono dispersi. Per quanto riguarda il caso presente, ecco ciò che vi dico: Non occupatevi di questi uomini (gli Apostoli) e lasciateli andare. Se infatti questa teoria o questa attività è di origine umana, verrà distrutta; (come avvenuto a Tèuda e Giuda il Galileo n.d.a.) ma se essa viene da Dio, non riuscirete a sconfiggerli; non vi accada di trovarvi a combattere contro Dio!». Seguirono il suo parere e li rimisero in libertà” (At. 5, 34-39).
Tutti i personaggi descritti erano veramente esistiti all’epoca ma la prima considerazione da fare è che questo evento, se fosse veramente accaduto, si è verificato quando Re Erode Agrippa I era sempre vivo, cioè prima del 44 d.C., anno della sua morte.
Infatti i dodici Apostoli sono ancora tutti vivi e fra questi, oltre a San Pietro, è presente anche Giacomo il Maggiore che, secondo San Luca, verrà ucciso successivamente da Re Agrippa I, che regnò sulla Giudea dal 41 al 44 d.C., mentre Simone Pietro riuscirà a salvarsi grazie all’intervento di un angelo del Signore che lo farà fuggire dal carcere (At. 12, 1 e seg.).
Seguiamo ora gli eventi accaduti in Giudea e descritti da Giuseppe Flavio nel XX libro di “Antichità Giudaiche”:
97. (numerazioni dei versi usate nei codici) “Durante il periodo in cui Fado era Procuratore della Giudea, (44-46 d.C.) un certo sobillatore di nome Tèuda persuase la maggior parte della folla a prendere le proprie sostanze e a seguirlo fino al fiume Giordano. Affermava di essere un profeta al cui comando il fiume si sarebbe diviso aprendo loro un facile transito. (stile Mosè n.d.a.) Con questa affermazione ingannò molti.
98. Fado però non permise loro di raccogliere il frutto della loro follia e inviò contro di essi uno squadrone di cavalleria che piombò inaspettatamente contro di essi uccidendone molti e facendone altri prigionieri; lo stesso Tèuda fu catturato, gli mozzarono la testa e la portarono a Gerusalemme.
99. Questi furono gli eventi che accaddero ai Giudei nel periodo in cui era procuratore Cuspio Fado. (dal 44 al 46 d.C.)
100. Il successore di Fado fu Tiberio Alessandro (Procuratore dal 46 al 48 d.C.), figlio di quell’Alessandro che era stato alabarca in Alessandria.
101. Fu sotto l’amministrazione di Tiberio Alessandro che in Giudea avvenne una grave carestia, durante la quale la regina Elena comprò grano dall’Egitto con una grande quantità di denaro e lo distribuì ai bisognosi, come ho detto sopra.
102. Oltre a ciò, Giacomo e Simone, figli di Giuda Galileo, furono sottoposti a processo e per ordine di Alessandro vennero crocefissi; questi era il Giuda che - come ho spiegato sopra - aveva aizzato il popolo alla rivolta contro i Romani, mentre Quirino faceva il censimento in Giudea.” (Ant. XX, 97/102).
Questi eventi, separati fra loro di due o tre anni, sono la prova che il sacerdote Gamalièle non ha mai potuto pronunciare nel Sinedrio “quel discorso” a difesa degli Apostoli perché in quel momento il Profeta Tèuda era ancora vivo.
Infatti, facendo attenzione alle date, seguiamo la storia.
Giuseppe Flavio ci porta a conoscenza che:
- nel 44 d.C. muore Re Erode Agrippa I, ma, essendo il figlio troppo giovane per governare, l’Imperatore Claudio decide di ricostituire la Provincia romana di: Giudea, Samaria, Idumea, Galilea e Perea; di conseguenza …
- nel 44 d.C., gli subentra, come Governatore della Provincia, il Procuratore Cuspio Fado che, durante il suo incarico (44-46 d.C.), fa uccidere Tèuda, la cui testa viene portata ed esibita in Gerusalemme come monito rivolto a chi volesse seguire il suo esempio;
- nel 46 d.C., il Procuratore Tiberio Alessandro, sostituisce Cuspio Fado e, nel corso del suo mandato (46/48 d.C.), dopo un processo, dà l’ordine di crocifiggere Giacomo e Simone.
Pertanto, all’interno del Sinedrio convocato in seduta deliberante per decidere sulla sorte dei “Dodici”, da quanto abbiamo letto in “Atti degli Apostoli”, come ha potuto San Luca far dire a Gamalièle che Tèuda era morto (prima del censimento del 6 d.C. - At. 5, 36) mentre Erode Agrippa era ancora vivo? (lo ucciderà dopo un angelo – At. 12, 23)... e Cuspio Fado (che avrebbe poi ucciso Tèuda), non era ancora subentrato ad Agrippa?.
Noi abbiamo constatato, semplicemente, che quel discorso era falso: Gamalièle non poté farlo perché il Re Erode Agrippa e Tèuda erano sempre vivi.
Se lo inventò in un futuro lontano San Luca e lo mise in bocca a Gamalièle, importante membro del Sinedrio veramente esistito, per “discolpare”, in un processo del Tribunale giudaico, gli “Apostoli” arrestati, fra cui Simone e Giacomo, dall’accusa di ribellione uguale a quella di Tèuda e Giuda il Galileo; accusa che comportava la pena di morte.
Ma poiché il discorso era (ed è) un’assurdità è evidente che non fu fatto, pertanto era falso sia l’arresto che l’assoluzione, quindi, a quella data, nessuno degli Apostoli era ancora stato arrestato. Al contrario, al verso 102, come sopra abbiamo letto in “Antichità”, sia Giacomo che
Simone, figli di Giuda il Galileo, “furono sottoposti a processo” e fatti giustiziare: quindi colpevoli e non più latitanti (nel 46/48 d.C., dopo la morte di Erode Agrippa).
Contrariamente a quanto risulta dalla storia, il vero scopo di San Luca era far risultare ai posteri che il Sinedrio, supremo tribunale giudaico, aveva assolto gli “Apostoli”, fra cui Giacomo e Simone, dall’accusa, così come articolata in ipotesi da Gamalièle, di essere equiparati ai profeti rivoluzionari Giuda il Galileo e Tèuda; accusa, come abbiamo visto, smontata da un Gamalièle che nella realtà non si sarebbe mai sognato di fare un discorso simile perché non poteva prevedere né la morte, improvvisa del Re Agrippa I, né che questi sarebbe stato sostituito dal Procuratore Cuspio Fado, né che questi avrebbe poi ucciso Tèuda.
Questo “Atto del Sinedrio”, inventato e riportato in “Atti degli Apostoli”, convocato mentre Erode Agrippa era sempre vivo, è un falso grossolano finalizzato ad allontanare qualunque dubbio sulla venerabile condotta degli “Apostoli” e ad introdurre l’altra menzogna correlata: la “fuga” di Simone
Pietro per opera di Dio e l’uccisione di Giacomo (ormai degno di essere beatificato), ovviamente per colpa del Re, secondo l’evangelista.
Ovviamente, un falso Atto del Sinedrio non poteva che essere nullo, pertanto, anche la sua datazione era ed è…nulla! Inoltre, introdurre negli “Atti degli Apostoli” un finto Atto del Sinedrio di Gerusalemme, il Supremo Consiglio del Sommo Sacerdote del Tempio, con funzioni giudiziarie ed amministrative (pur se asservito al potere imperiale di Roma), operante nel I secolo, è un reato cui si deve rispondere di fronte alla Storia.
Questa è una delle tante falsificazioni riportate nei sacri testi e non è fine a se stessa, ma mirata, e attraverso i personaggi dei quali vengono contraffatte le gesta si riconoscono i veri protagonisti di vicende reali dell’epoca la cui testimonianza è sopravvissuta sino ai nostri giorni: basta scoprirne il nesso.
Emilio Salsi
Rif.
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Nella foto il cristologo Emilio Salsi, autore di del libro denuncia:
“Giovanni il Nazireo detto Gesù Cristo e i suoi fratelli”
# posted by iodio @ 11:32