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venerdì, luglio 14, 2006

 

Zapatero, “hombre vertical”

Censura italiana e falsa laicità
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La grande Censura italiana, soprattutto in merito alle notizie riguardanti Chiesa, Vaticano, preti, vescovi, cardinali e papa, è diventata oltre che preoccupante, insopportabile e ridicola. Molti mass media italiani hanno così tanta paura di informare l’opinione pubblica che evitano di riportare le notizie che “infastidiscono” gli uomini in gonna. I più bravi tra i mass media, invece, manipolano le notizie riproponendole in salse pittoresche, buttando fumo negli occhi agli sprovveduti creduloni. N.d.R.
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Egregio direttore,
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in un’epoca segnata da rigurgiti oscurantistici, da forme di aggressivo clericalismo e da una goffa papofilia, ma soprattutto da quei ‘laici in ginocchio’ e da quegli ‘atei devoti’ contro cui, stigmatizzando la subalternità trasversale di personalità politiche e intellettuali alla Chiesa cattolica, il filosofo Carlo Augusto Viano ha recentemente indirizzato la sua vigorosa polemica in difesa dei princìpi della laicità e della libertà, suscita profonda ammirazione un presidente del consiglio il quale, come lo spagnolo Josè Luis Rodriguez Zapatero, non si prosterna ai piedi del capo di uno Stato straniero (il Vaticano), che si ingerisce costantemente e massicciamente nella giurisdizione di uno Stato sovrano (la Spagna), lo accoglie correttamente al suo arrivo sul suolo iberico, ma si astiene del tutto legittimamente, non essendo un credente e non essendo un ipocrita, dal partecipare alla messa da lui celebrata. La correttezza e l’autonomia di cui, ancora una volta, ha dato prova Zapatero, sono degne non solo del ruolo, che egli riveste e sa interpretare con efficacia e coerenza, di capo del governo di uno Stato laico, ma anche della natura di un ‘hombre vertical’ (ossia di un uomo che cammina eretto), e meritano un apprezzamento e un plauso tanto maggiori, quanto minori, o del tutto assenti, sono state la dignità e l’autonomia di quei capi di Stato e di quei presidenti del consiglio, in particolare italiani, il cui servilismo nei confronti delle gerarchie ecclesiastiche è stato immortalato in tutto il suo squallore da immagini fotografiche o televisive che li ritraggono mentre, incolonnati in fila indiana e accompagnati da mogli debitamente velate e figli debitamente composti, aspettano il loro turno per inginocchiarsi davanti al papa, baciare il suo anello e ricevere la sua benedizione.
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La lettera è stata inviata al direttore della Prealpina e non pubblicata. Il direttore del giornale ha motivato - si fa per dire - la sua decisione sostenendo che non condivide il plauso a chi porta villania e offende l'ospitalità che è sacra: egli ha così commesso un errore di fatto (Zapatero ha accolto correttamente il capo del Vaticano, ossia il capo di uno Stato straniero, quando questi è arrivato sul suolo iberico) ed estendendo il concetto di ospitalità al di là della sfera dei rapporti di cortesia interpersonali fra due capi di Stato. N.d.A.
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Dopo aver messo online la lettera…
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Il direttore della Prealpina ci ha ripensato, e ha deciso di pubblicare, proprio in coincidenza (sicuramente non voluta) con il 217° anniversario della presa della Bastiglia, il mio articolo su Zapatero. N.d.A.
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Nella foto, il premier spagnolo Josè Luis Zapatero e Eros Barone
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