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martedì, luglio 25, 2006

 

Le radici giudeo-cristiane nella cultura occidentale

di Vittorio Giorgini
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Il linguaggio è uno strumento di comunicazione degli umani, ma si sa che ogni animale, uomo compreso ha più modi di esprimersi e quindi più linguaggi e che la comunicazione può avvenire nei modi più svariati. Quella delle parole e dei verbi potrebbe essere la più precisa se non fosse nata la metafora cioè l’uso di una parola al posto di un’altra che avrebbe un significato più preciso.
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Un seme è quella cosa che porta quelle caratteristiche particolari proprie del genoma che determineranno lo sviluppo di un particolare tipo di pianta o di altro organismo. Questo germoglia inviando sopra la superficie del terreno il proprio sviluppo che si collegherà all’aria, alla luce e all’acqua mentre la parte inferiore invece svilupperà quelle radici che gli porteranno un altro tipo di nutrimento cioè quello che troverà nel terreno. Tanto le radici quanto i rami crescono ramificandosi.
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Nei tempi antichi, le piante erano considerate centri del mondo, si parlava dell’albero
cosmico come di un albero che non aveva né sopra né sotto ma soltanto radici e rami. Questo albero, secondo il nostro punto di vista, poteva avere le radici verso l’alto o verso il basso e similmente per i rami. L’albero cosmico stava a rappresentare probabilmente un modello di organizzazione dell’universo oltre ad una ierofania.
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In tempi più recenti, per noi, una pianta altro non è che un organismo che si nutre nel terreno, da questo è sostenuto, ha origine in un seme, svilupperà i rami che ne porteranno i frutti. Ma è bene notare che questa è una convenzione alquanto semplicistica ma che è divenuta un modello di concetto, concetto per cui esistono un’ origine, un sostegno, un sopporto, un sistema per il nutrimento e il resto è lo sviluppo. Forse la vera origine è il seme, anzi addirittura lo sono la cellula femminile e quella maschile che poi unendosi formano un embrione, e per comodità, diciamo che il seme è l’origine, e quindi le radici sono già una conseguenza di questa origine prima.
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Le genti e vorrei dire gli eroi che noi siamo, hanno storie molto recenti in quanto non ci è possibile ricordare cose che vanno oltre i cinque, sei mila anni. Al di là di questo tempo le storie sono cose che possono soltanto essere dedotte dalle osservazioni degli
etnologi e degli antropologi, che studiando comportamenti e credenze di tribù primitive che ancora esistono, possono riconoscere quello che è stato lo sviluppo dei costumi e delle credenze di società ancora più antiche e delle quali non abbiamo indicazioni più precise. Possiamo solo supporre che, in tempi molto antichi, si sviluppò col pensiero una prima idea di rapporto con dei misteri, che poi hanno prodotto il concetto di sovrannaturale e poi quindi degli dèi, delle divinità. Fino ai tempi più recenti ove si sono sviluppati i tre monoteismi che poi si sono smembrati in fazioni, sètte, congreghe e altre religioni. La religione cristiana, dopo un periodo di movimenti diversi, si sviluppò prima nel cattolicesimo e quindi nei movimenti ortodossi di oriente e ancora più tardi nelle varie sètte protestanti. L’ebraismo aveva prodotto prima il cristianesimo e poi l’islamismo il quale ha poi preso diverse direzioni.
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Tutte queste divisioni non erano che premesse a ciò che noi chiamiamo razzismo cioè la superiorità di una credenza rispetto all’altra e quindi il forte bisogno di identità, di riconoscimento che ogni gruppo, ogni popolazione ha costruito per creare quell’amalgama sociale quella coesione che ha incluso varie forme fino all’idea di nazionalismo. Tutto ciò era già evidente e continua ad esserlo, nelle divisioni fra religioni, dove ognuna crede di essere stata scelta da quella divinità che in effetti ha essa stessa scelto e da queste convinzioni di superiorità è nato il cosidetto razzismo.
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La linfa vitale di ogni religione è la sua unicità e logicamente deve discriminare le altre religioni.
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Un fattore importante nel definire le appartenenze religiose è simile a quel tipo di abitudine animale che è di definire e di segnare il proprio territorio. Nel fare questo è rilevante la definizione di un inizio.
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L’inizio, le origini che poi sono state chiamate le radici. Il termine radici è improprio perché l’inizio si è detto è il seme ma se inizio è e deve essere come si fa a segnare questo fatto in un punto intermedio? E’ evidente che tale inizio, seguendo gli interessi particolari può essere situato in tempi diversi e anche in luoghi diversi ecco che le origine giudeo-cristiane dell’occidente sono soltanto un abuso in termini in quanto il punto di inizio di una determinata cultura è difficile da definire. Facendo l’esempio che se è vero che il bipede, l’australopiteco, l’ominide ebbe inizio fra i quattro e i quattro milioni e mezzo di anni fa, potremo dire che questa è l’origine senza dovere tornare a quegli inizi che attribuiamo a quel famoso brodo originale e così via. Se facciamo una zumata all’indietro, se tale fosse nostro interesse, potremmo dire che le origini della nostra cultura sono quelle illuministiche, quelle di Voltaire, di Diderot e dei signori dell’Enciclopedia, ma questa è troppo recente per essere una origine, allora andiamo ancora indietro per esempio al Rinascimento e si arriva a cinquecento anni fa o, ancora, Carlomagno, la Corona di Ferro, mille duecento anni fa. Ancora la decadenza dell’Impero Romano oppure i sogni o le visioni di un Paolo e di un Costantino.
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Abbiamo scelto il Cristo circa duemila anni fa e anche qui la storia del calendario è una questione di papi ma due mila anni rispetto a quattro milioni e mezzo sono assolutamente nulla. Viene voglia di dire che queste origini non sono altro che un fatto intermedio come lo è stato appunto l’Impero Romano, Cesare che vogliamo dire appunto, Paolo, Costantino e i loro sogni con le loro visioni, oppure il Rinascimento, l’Illuminismo dove poniamo gli inizi? Basta conoscere un pò la storia del pensiero per rendersi conto che è nel pensiero dei pre-Socratici, dei Socratici e dei Post socratici che risiede l’inizio del pensiero cristiano. A queste origini possiamo aggiungere le religioni di Mitriade, di Dionisio, il Suffismo oltre alle sicure influenze degli Etruschi, dei Micenei, degli Egiziani, degli Ittiti, dei Babilonesi e così via con le loro variopinte religioni. Dove ci fermiamo, dove è questo inizio? Più indietro è difficile andare in quanto si esce dai tempi storici e si arriva a ciò che abbiamo racimolato delle religioni primitive. Queste considerazioni ci dicono che il dichiarare le nostre origini come giudeo-cristiane è un abuso e un errore storico. Cioè una presunzione il voler dire che questi piuttosto che quelli hanno determinato una civiltà o come la si voglia chiamare. Tutto ciò, se vuole essere utilizzato per definire quella che noi diciamo identità, mostra che tale identità è solo una attribuzione pericolosa e generatrice di soprusi, prevaricazioni, violenze. Definire il territorio così come origine, il punto di partenza, il punto dal quale inizia la corsa è certamente una presunzione così come è il definire il territorio. E’ un abuso su altri che hanno altri punti di vista, altri abitudini altrettanto fallaci perché la moltitudine di queste credenze, di queste culture opera l’una contro l’altra in quanto ognuna è una testimonianza della fallacità dell’altra, ed essendo tutti fallaci, non possiamo imporre e quindi prevaricare altri modi di pensare che sono altrettanto fallaci.
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Se due Ebrei parlano fra di loro e non c’è nessun cristiano ad ascoltarli, il che potrebbe produrre litigi o comunque confronti imbarazzanti, è certo che questi insisterebbero nel dire che il Cristo non fosse che un messia, per messia si intende un profeta, un filosofo cioè quello che oggi è chiamato un guru o un santone o qualcosa di simile cioè una persona che porta messaggi dall’aldilà e dà consigli sui comportamenti con carattere mistico, superstizioso e legando questi messaggi al sovrannaturale. Queste cose che succedono ancora oggi, ma che succedevano molto di più duemila anni fa, perché di questi santoni o di questi maestri in giro, e specialmente nelle zone meridionali ed sud-orientali del Mediterraneo ce n’erano tantissime. Giravano per i deserti, per i villaggi, per le città così come facevano i filosofi della Magna Grecia e dell’Attica e dell’Ellade. Tutti questi signori vivevano, diciamo pure, della carità degli altri in quanto la loro sapienza, i loro sermoni venivano pagati con cibo, alloggio, abiti e denari sia pure in forme diverse. Si faceva così allora così come ancora oggi per le gerarchie delle Chiese. Quindi era una specie di scuola aperta, flessibile, di persone che guadagnavano la loro vita con l’assunzione di insegnare il loro sapere e le loro credenze, come si fa ancora oggi ma in modi più istituzionalizzati.
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Ritorniamo ai nostri due Ebrei i quali dicono che il Cristo era solo un maestro perché nonostante esistesse nell’antico testamento la profezia che il Salvatore dell’umanità sarebbe venuto, il Cristo dei Cristiani non fu riconosciuto dagli Ebrei come tale tanto che lo stanno ancora aspettando. Ecco che, già qui due religioni molto legate e che hanno l’origine in comune, noi parliamo di radici giudeo-cristiane sono in disaccordo su un’infinità di cose, ma quella principale è che per una è il figlio di Dio, e per l’altra è soltanto un maestro e che il Salvatore deve ancora arrivare. Visto il bisogno di salvezza che esiste, verrebbe voglia di essere d’accordo con gli Ebrei! E’ da notare che mentre i cristiani (non lo hanno fatto) avrebbero potuto situare le proprie radici nell’ebraismo anzi se ne sono volutamente distaccati anche con violenza mentre gli ebrei non avrebbero e non hanno vantato alcuna radice se non nel loro dio creatore, vedi la Genesi.
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Non diciamo poi che se volessimo parlare di religioni più antiche, come per esempio quelle di Uranio, dei Titani, di Crono, il padre di Giove e simili e di coloro che credevano in quelle religioni, e ce ne sono ancora, questi non sarebbero affatto d’accordo su queste nostre millantate radici. Se fossimo soltanto qualche secolo addietro o se fossimo in ambienti un po’ più primitivi come quello nel quale ci trovavamo non più di due secoli fa,quando le eresie venivano punite con la morte, saremo ancora barbaramente fanatici come lo eravamo allora. Occorre fare molta attenzione a non ridiventarlo.
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Fra le tante diramazioni di queste radici fra le quali è difficile orientarsi, abbiamo accennato al Mediterraneo e specialmente alle sue caratteristiche Sud-Orientali ma non dimentichiamo quelle zone a nord del Mediterraneo, tralasciando quelle africane e quelle più a Oriente dall’India alla Cina e quelle ad Occidente delle Americhe ma nel caso nostro le più vicine erano le settentrionali come ad esempio la Francese che presto fu assorbita dal culto cristiano come poi la Germania, la Danese, la Scandinava e la Britannica. Le isole britanniche compresa l’Irlanda a quei tempi avevano diversi dèi e questo in fondo non molto tempo fa. Ricordiamo Odino, forse il più conosciuto, ma tanti ne avevano loro quanti ne avevano altri popoli le cui religioni furono infatti chiamate politeistiche, il che poi vuol dire con più dèi. Anche allora esistevano le multi cose.
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Ogni popolazione aveva i propri olimpi e i conseguenti miti e anche queste religioni settentrionali hanno avuto i loro effetti tramite le invasioni romane prima e poi con quelle invasioni che abbiamo chiamato barbariche. A queste seguì l’onda di ritorno del cristianesimo e col rimescolamento che col tempo portava ulteriori trasformazioni come le eresie protestanti ed altre, compresi ordini vari quali furono i Templari, i Catari e tutte le trasformazioni portate dai vari concili.
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Tutti questi movimenti hanno prodotto sanguinosi e orrendi sacrifici di persone, di popolazioni. Tutte queste cose sono anche nella categoria delle radici e, a seconda del loro prodursi, appartenevano a piani più bassi, sotterranei o a livelli più alti dal tronco alle ramificazioni.
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In questa insalata russa di interferenze, alcune ramificazioni come ad esempio l’Ebraiche, le Cattoliche, le Islamiche, le Buddiste, le Ortodosse e le varie Protestanti si sonno consolidate e altre sono scomparse come il Manicheismo, che pure aveva una sua consistente presenza. In questo marasma si capisce come, per qualsiasi religione, la sopravvivenza significhi lotta per aumentare il proprio potere al fine di assicurarsi la sopravvivenza. Il definire le proprie origini rende una religione più apparentemente reale di qualsiasi altra e ne nasconde le influenze che l’hanno originata, dandole consistenza e forza.
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Vittorio Giorgini
Lo schizzo dell’autore, rappresentazione delle radici cristiane.
(Giorgini è ipovedente, può essere contatto solo per telefono: 0552382882).
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Nella foto, l’architetto Vittorio Giorgini autore del libro
"Le religioni plagiano - Lettera agli intellettuali"

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