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venerdì, giugno 23, 2006

 

L'Europa e la difesa della libertà di stampa sul caso Maometto

Ovvero come continuare a prendere per il culo il mondo
di Paolo Teobaldelli
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"Pensate che il genio sia così stupido
da non rendersi conto di essere tale?
"
Chen-Ghe Va-ra, filosofo guerriero, XXI sec.
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Come al solito i cattivi musulmani disturbano la pace del mondo, bisognerà sicuramente lanciarsi in un'altra crociata, in una ennesima operazione di giustizia e fratellanza cristiano-cattolica, per il Bene, in nome di Dio, operazioni di "Liberazione" come l'invasione dell'Iraq, si per la libertà e per aiutare le popolazioni, come fu la conquista di Gerusalemme nel 1099, piena di amore cristiano, come ci racconta lo storico arabo Ibn-al Athir (1160-1233):
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"La popolazione fu passata a fil di spada [...] Dalla Roccia [la roccia dalla quale secondo la religione islamica Maometto sarebbe asceso al cielo dove sorgeva la Moschea di Omar chiamata appunto la Roccia, ndr ] depredarono più di quaranta candelabri d'argento, ognuno del peso di tremilaseicento dramme, e un gran lampadario d'argento del peso di quaranta libbre siriane, e dei candelabri più piccoli centocinquanta d'argento, e più di venti d'oro, con altre innumerevoli prede.
I profughi di Siria arrivarono a Baghdad nel mese di ramadan [...] e tennero nella Cancelleria califfale un discorso che fece piangere gli occhi e addolorò i cuori. Il venerdì vennero alla Moschea Cattedrale, e chiesero aiuto, piansero e fecero piangere, narrando quel che i Musulmani avevan sofferto in quella città santa: uomini uccisi, donne e bambini prigionieri, averi depredati (in Gabrieli: 1969)".
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Ecco che la cristianità portatrice del Bene assoluto, nella sua nuova accezione, di Democrazia ritorna ancora in quei luoghi per fare del bene. Poi la pubblicazione delle caricature di Maometto sarebbe il risultato, secondo i paladini nostrani¸ di un diritto esistente nelle democrazie, quello della libertà di stampa, insomma sarebbe il segno di una civiltà superiore. Bene, allora vediamo di analizzare lo stato di questa presupposta libertà superiore.
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1. La libertà di stampa nelle democrazie occidentali: un'esperienza personale.
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Nel 1994 iniziai un dottorato in Linguistica e Comunicazione in Germania, e per la grande passione per il giornalismo coltivata sin da piccino, nel 1995 riuscii a superare l'esame di ammissione al corso di Laurea in Giornalismo (a numero chiuso) alla Facoltà di Macerata. Purtroppo come scoprii era un corso fantasma, per prendere un doppio stipendio, la maggior parte delle volte si aspettava i professori che puntualmente non si presentavano a lezione. Il corso fu successivamente chiuso dal Ministero. Così iniziai come giornalista free-lance lanciandomi in Internet che avevo dal 94' iniziato a studiare e ad usare per la ricerca (con tecnologia Unix, ancora non c'era il browser grafico e si navigava con monitor nero e scrivendo i comandi). Nel tardo 96' finalmente Internet arriva anche in Italia e con la nuova interfaccia grafica. Mi iscrissi alla Città Invisibile, una delle prime comunità virtuali con sede a Bologna (piena zeppa di occhettiani borgo-comunisti ma non solo) e ad entrare nella redazione del giornale telematico. Ricordo che non avevo ancora neanche provato a scrivere qualcosa quando successe il fattaccio. Una giovane giornalista free-lance di cui ricordo solo il nome (Marina) scrisse un articolo di denuncia dell'operato delle forze di sicurezza inglesi che avevano arrestato in Irlanda una sospetta terrorista dell'IRA che era incinta, e le avevano addirittura praticato la perquisizione vaginale, rischiando così di farla abortire. Insomma l'articolo aveva tutte le sacrosante ragioni, si trattava di una aperta violazione dei diritti umani, ma venne bocciato da personaggi nella redazione molto credibili (soprattutto da un certo tizio di cui non ricordo il nome ma che seppi poi aveva lavorato come PR per De Michelis, l'avanzo di balera protagonista di un certo periodo della politica italiana, di cui sicuramente ricorderete). A loro detta l'articolo era stilisticamente di basso livello, e ortograficamente incerto. Insomma si giustificava la bocciatura con la grammatica. Così capii che qualcosa non andava in quella redazione e lasciai la Città Invisibile (di cui non ho la più pallida idea cosa poi sia stato).
La stessa Marina, di cui avevo difeso inutilmente l'articolo, mi consigliò di provare con Giornale Italia, un quotidiano telematico con sede a Udine, con il quale ella collaborava. Io che mi dilettavo tutto il giorno fra Husserl, psicologia cognitiva e cibernetica di secondo ordine, trovavo sfogo e relax leggendo agenzie telematiche di mezzo mondo, quali la ATS (Arm The Spirit) canadese, quella ecuadoregna dell'Amarc, una agenzia curdo-turca (comunista) di cui non mi ricordo molto bene il nome ma penso fosse qualcosa come kurtulus, ecc., e avevo scoperto che in esse si parlava di cose successe in Italia ma sconosciute persino, chissà come mai, alla giustizia italiana. C'erano i nomi di esecutori della strage di Bologna, delle relazioni con CIA e Sisde di Ali Agca (quello che sparò al Papa), dei corsi frequentati da neofascisti italiani (quali Giannettini) e pagati dallo Stato Italiano alla famigerata Escuela de Las Americas, corsi del tipo come attuare un colpo di stato in un paese europeo, e via di seguito. Poi conobbi sempre via Internet lo scrittore americano William Blum, allora sconosciuto, e comprai il suo libro Killing Hope, anche lì notizie impressionanti mai lette da nessuna parte eppure pubbliche e documentate. Bisognava rimediare alla lacuna, pensai.
Così proposi al direttore del giornale, Fabio Folisi, di collaborare al quotidiano e partimmo. Ricordo era il 97' e feci i primi due articoli sulla serie The Dark Alliance di Gary Webb, pubblicata sul quotidiano californiano Mercury News di S. Francisco, la quale introduceva seri argomenti e prove sulla relazione fra smercio di eroina e cocaina nella Baia di Los Angeles, gestita attraverso canali militari atlantici e CIA, il cui ricavato andava a favore della CONTRA (la guerra clandestina operata in Nicaragua contro i Sandinisti di Ortega eletti democraticamente dal popolo) o nelle tasche del terrorismo anticubano a Miami.
Poi continuai con articoli sulla dittatura bianca di Fujimori e Montesinos in Perù (uno speciale inchiesta sul Perù venne pubblicato anche da Rebelion), sulle torture ivi effettuate (ad es. il caso di Lori Berenson) e così via. Iniziai a ricevere e-mail piene di virus, ma la mia dimestichezza con il mezzo informatico mi permetteva di ovviare ai problemi nel giro di una mezza giornata e di rimettermi così al lavoro prontamente. Il giornale cresceva, ed era passato dai 1500 lettori al giorno a punte di 6-7000, ed il direttore era entusiasta.
Facevo articoli anche di cultura, sui poeti della guerra di Spagna, su Tina Modotti, la fotografa italiana (friulana) conosciuta in tutto il mondo tranne che in Italia perchè comunista, ma l'apice fu la notiza della denuncia del governo cubano all'ONU contro gli USA per guerra biologica. Essi infatti con aereo risultato registrato allo State Department in florida (se non ricordo male), avevano sparso uova di cavallette del tipo africano voracissimo, laddove a CUBA c'erano piantagioni di grano con il risultato di distruggerne decine e decine di ettari.
Il giorno seguente il direttore del giornale mi dice che gli avevano telefonato dall'ANSA, che gli avevano chiesto informazioni su come era riuscito ad avere una notizia che neanche loro avevano ma che era stata confermata essere veritiera. Il direttore aveva dunque parlato loro di me. Alcuni giorni dopo il giornale venne chiuso con una stupida scusa, e il direttore mi scrisse una e-mail dicendomi di non mandare articoli fino a nuovo ordine perchè doveva andare dall'Ordine locale dei giornalisti per risolvere la questione. Dopo un paio di giorni o tre il giornale riaprii e il direttore mi avverti che potevo ricominciare a scrivere. Gli mandai il mio articolo e me lo ritrovai pubblicato sul giornale completamente tagliato dei punti salienti della notizia, cioè censurato!! Prima il direttore non mi spostava neanche una virgola.
Così dovetti rinunciare (e seppi poi che il giornalista Gary Webb del Mercury News era intanto stato licenziato) e iniziavo a capire l'enorme pagliacciata messa in atto dai giornali e dai media, tra le quali la famosa infamia dei campi di concentramento serbi e lo stupro etnico in Bosnia. Feci, da ricercatore universitario me la cavavo bene con il gopher e telnet (due strumenti utilissimi per la ricerca che sono venuti meno in seguito alla svolta commerciale, e meno pericolosa, di Internet), una ricerca e scoprii molte cose, tra le quali ad esempio l'operato della Ruder & Finn, l'agenzia di comunicazione che gestiva la propaganda sulla Croazia e Bosnia per conto della CIA. Inviai un resoconto al Manifesto, conservo ancora la copia del fax (tra le mie cose rimaste in Italia, credo fosse il 98'), ma chi volete potesse credere ad un giovane dottorando senza storia, che urla con flebile voce contro le strombazzanti campane dell'informazione libera?
Così mi misero a tacere, non scrivevo più per nessuno giornale, e l'anno seguente debuttai piuttosto come filosofo pubblicando alcuni articoli su riviste di prestigio internazionale. Però continuavo ad informarmi. Un giorno mentre a casa pranzavo (era sempre il 98' credo) vedo sul telegiornale la notizia di un incidente in una fabbrica di prodotti chimici in Turchia, si parlava addirittura di una piccola nube tossica che si era sprigionata, per cui era stato necessario evacuare la zona. Incuriosito, mi recai nel mio studio e scaricai la posta, ogni giorno ricevevo alcuni megabyte di notizie da tutto il mondo; aprii quelle dell'agenzia curdo-turca, e infatti trovai la notizia della nube tossica, dove però non si parlava di una fabbrica di prodotti chimici. Con stupore vidi che c'era il resoconto completo di un'operazione militare eseguita dal Partito Comunista Curdo (PKK che poi in Italia veniva e viene tradotto da tutti come Partito dei Lavoratori Curdi, chissà perche?! Non ci sono mica tante fabbriche da quelle parti!?) ai danni di una fabbrica di armi chimiche dell'esercito, le stesse utilizzate in barba alla convenzione di Ginevra contro villaggi curdi nel sud della Turchia.
Beh, insomma se io avevo nel mio computer tutto il resoconto completo dell'operazione, come mai la RAI non ne accennava neanche? È possibile, pensai, che essi non avessero sottomano tra le varie agenzie qualcuna che parlasse dei curdi e delll'operazione? E che dire della denuncia del governo cubano all'ONU dell'anno prima che l'ANSA diceva di non avere? Come è possibile? Mi sembra abbastanza incredibile. Incompetenti o furbi? Così decisi di iniziare a raccogliere materiale per un futuro libro sulla comunicazione di massa e sulla propaganda (che purtroppo però non mi hanno ancora lasciato scrivere).
Intanto l'Università mi rifiutava uno stipendio per il Dottorato e dovevo lavorare di notte alle presse di una locale fabbrica metalmeccanica per mantenermi. Ma anche nelle fabbriche iniziò a mettermisi male, mi licenziavano dopo un mese appena e non capivo perchè, lavoravo meglio di tanti altri, fino a quando il padrone di un'azienda che era lo zio di un'amica, mi raccontò licenziandomi anche lui, che era costretto a farlo perchè aveva ricevuto la visita di due signori in borghese dalla Questura; gli avevano consigliato di licenziarmi se non voleva avere problemi con la ditta.
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Vi confesso che l'unica mia grande amarezza ad oggi rimane ancora il fatto che persino i compagni e gli amici più stretti si rifiutarono di credermi.
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Così, non sto a raccontarvi le ulteriori e mille peripezie, ma taglio e concludo dicendo che alla fine sono dovuto correre in esilio in Jugoslavia e abbastanza alla svelta; è solo grazie a jugo-info (la mailing list dell'Associazione Jugoslavia www.cnj.it ) e a Resistenze che ho potuto finalmente pubblicare qualche articolo sulla propaganda che avevo in testa dal lontano 1997.
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Ecco, questa è la mia esperienza personale della famosa libertà di stampa tirata in ballo da alcuni esponenti politici europei (guarda caso vicini al fascismo bianco e alla massoneria) in difesa dei giornali che hanno pubblicato le vergognose caricature di Maometto.
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Beh, allora che ne dite di questa presupposta civiltà superiore?
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2. Ancora alcune questioni fondamentali sulla Libertà di Stampa in occidente.
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Ma a ben vedere sono molte o troppe le omissioni e lacune di questi liberi organi di stampa.
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Insomma se uno va a guardare nel dettaglio non si sa perchè ma tale presupposta libertà assomiglia a quella di una radio che si definisce ugualmente libera, cioè radio Free Europe, ovvero radio Europa Libera, peccato che il suo editore sia la CIA. Insomma se è la CIA a decidere cosa è libero e cosa no allora abbiamo capito tutti di cosa si tratta.
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E in effetti come spiegarsi che questa libertà di stampa si accanisce su cose volgari, insultanti e di cattivo gusto (come le caricature di Maometto) e/o insignificanti come le varie copule della tale o tal'altra attricetta o delle marche di scarpe o di camicie preferite dal tale o tal'altro VIP e tralascia fatti importantissimi per la sicurezza e la pace nel mondo?
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Ad esempio durante la prima guerra del Golfo (1990) ci hanno mostrato il cormorano sporco di petrolio della Patagonia spacciandolo per iracheno, vittima della cattiveria di Saddam Hussein. Ora che sappiamo che mai sono esistiti Cormorani in Iraq e che il video del cormorano era immagine di repertorio di un disastro petrolifero di un paio di anni prima avvenuto in Patagonia (vedi Mattelart: 1991), dove appunto vivono cormorani, perchè nessuno si presenta sui giornali o sulle tivù a spiegarci che siamo stati tutti quanti presi per il (scusate la caduta di stile) culo?
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Tanto più che il supposto cattivo dittatore si trova attualmente in prigione e i suoi carcerieri sono gli eroici paladini della libertà di stampa?
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E che dire della famosa battaglia stragista a Timisoara in occasione della caduta del regime di Ceausescu? Anche quella una bufala, ma nessuno ne parla. E che dire del bombardamento di zone popolose di Panama da parte USA, che avrebbero causato la morte in 15 minuti circa di 3000 civili e nessuno lo sa semplicemente perchè nessuno ne scrive o ne parla sui media? E che dire del bombardamento eroico dei marines di una divisione irachena (1990) che si sta ritirando pacificamente e volontariamente come da accordi verso Bassora e che viene colpita alle spalle e annientata? Forse addirittura con mini-atomiche (vedi il bellissimo ma tragico documentario di Werner Herzog Apocalypse in the Desert)?
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E perchè nessuno parla dei cinque cubani che si erano infiltrati nella rete di terroristi fascisti (esiliati cubani) di Posada Carilles a Miami, i quali godono dell'aiuto dello State Department e della CIA? questi 5 eroi cubani da 7 anni stanno in prigione negli USA rei soltanto di aver eroicamente messo a repentaglio la propria vita per combattere il terrorismo. Perchè nessuno ne parla all'opinione pubblica? Perchè il terrorismo finanziato dalla CIA non viene mai coperto dalle agenzie o dai giornali o dai media? Forse perchè esso è e deve rimanere libero?!
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E che dire della Gladio? Neanche una parola! E delle proteste dei parenti delle vittime della strage di Bologna di fronte all'ipocrisia dei rappresentanti dello Stato Italiano che commemorano la strage senza neanche pensare piuttosto a declassificare i numerosi documenti coperti da segreto di stato che renderebbero tutto più comprensibile? Proteste attaccate da quasi tutti i giornali ed i media come un atto di inciviltà.
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Allora si comincia forse a delineare il quadro che permette di capire il tutto: mettere le bombe per la CIA è uno sport libero e diffuso e ben remunerato, mentre protestare per le tragiche conseguenze di tali bombe, è nient'altro che una rozza e incivile abitudine popolare. Dunque o popolo suvvia liberatevi di tali rozzi costumi! Altrimenti poi vi liberano loro!
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E mi raccomando, leggete solo i giornali liberi, ovvero leggete solo di come continuare a prendere per il culo il mondo!
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Paolo Teobaldelli
drpateo@yahoo.fr
drpateo@gmail.com
Ph.D. in Semiotics and Communication Theory
Buenos Aires, Argentina
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Bibliografia:
- BLUM, W., 1995 Killing Hope, U.S. Military and CIA Interventions since World War II, Common Courage Press, Monroe, Maine.
- GABRIELI, F. 1969 Storici arabi delle crociate, Einaudi, Torino.
- MATTELART, A., 1991 La communication-monde: Histoire des idées et des stratégies, La Découverte, Paris.
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Nella foto, lo scrittore giornalista Paolo Teobaldelli
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Fonte:

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