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martedì, giugno 06, 2006

 

Da Pinocchio a Nietzsche. Il mito dell’Io

Breve rassegna della metafora anticristiana nella cultura europea
di Sergio Martella
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Proposta di un intervento con dibattito presso gli Istituti di Istruzione Superiore, diretto agli studenti, ai genitori e al personale didattico.
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La tradizione culturale in Italia, come nel resto d’Europa, risente del grande patrimonio di tradizione laica. Gli apporti di cultura non cristiana sono addirittura maggioritari in termini di qualità, quantità e per natura degli effetti prodotti nell’evoluzione della civiltà. A partire dalla tradizione greca e latina, infatti, la ricerca letteraria, filosofica e scientifica ha potuto sviluppare le basi dello straordinario sviluppo raggiunto ai nostri giorni. Ciò nonostante i programmi di istruzione italiana tendono a sottovalutare la tradizione di laicità a favore di una centralità dell’eredità storica cristiana. Senza voler sminuire l’importanza di una competenza formativa dello spirito è, pertanto, essenziale restituire la giusta proporzione al patrimonio dei saperi.
Da Giordano Bruno a Galilei, fino a tutto il Rinascimento la riscoperta del mito, lo studio delle grandi civiltà pre-cristiane e una diversa considerazione del corpo e favorirono il sorgere delle migliori soggettività umane di tutti i tempi. I valori di uguaglianza e di libertà della rivoluzione borghese, da una parte, lo sviluppo delle scienze della soggettività culminata nella psicologia e nella sociologia, dall’altra, hanno poi segnato, irreversibilmente, di un carattere universale la coscienza dell’Europa. In Italia, il Risorgimento ha visto ancora una volta l’entusiasmo per il progresso ed il riscatto dell’identità nazionale schierati contro le istanze più retrive, in primo luogo, lo Stato della chiesa. Gli squilibri apportati dalla rivoluzione industriale e la domanda di protagonismo delle masse di popolazione hanno contrapposto alla reazione delle spinte autoritarie e dittatoriali l’ansia di riscatto delle guerre di liberazione. Purtroppo, le istituzioni religiose erano impegnate a consolidare la propria legittimazione attraverso la stipula dei concordati con il fascismo in Italia e con il nazismo in Germania, in cambio di sostegno e stabilità ideologica. È improprio, se non scorretto sostenere l’identità tra la tradizione culturale dell’Europa e quella cristiana. Tra queste due diversità non può esserci confusione né assimilazione: esse convivono in una dialettica delle differenze, nel più generale interesse dello sviluppo delle coscienze.
Se l’insegnamento religioso critica apertamente il relativismo, i saperi scientifici ed umanistici non hanno sempre potuto formulare liberamente le loro teorie. In particolare, due autori dell’Ottocento, Collodi e Nietzsche, hanno fornito straordinari spunti di critica anticrisitana, molto diversi tra loro, che hanno avuto un successo senza eguali, presso tutte le culture del mondo. Il loro messaggio è stato in parte occultato e distorto. A partire da queste individualità è possibile tuttavia delineare le istanze di una autonomia ideativa dell’identità laica, che si riconosce nella carta universale dei diritti dell’uomo e nei principi fondamentali della convivenza pacifica tra le diversità.
Contrasta con questa evidenza storica la mancanza pressoché totale di iniziative a favore del punto di vista laico nella scuola. La stessa scelta religiosa non è più frutto di una convinzione maturata nel confronto, ma è la premessa di una unanimità imposta. Il trenta per cento degli studenti di istruzione superiore in Italia non ritengono comunque di avvalersi dell’insegnamento religioso. A maggior ragione risulta ingiustificato il vuoto di proposta formativo a sostegno della laicità e dei valori universali della dignità umana.
Si richiede pertanto che venga preso in esame l’inserimento di una giornata di incontro da tenersi nei locali dell’Istituto sul tema specificato in apertura. L’iniziativa è diretta al coinvolgimento degli studenti, dei loro genitori e del corpo insegnante, al fine di favorire un dibattito aperto fra i diversi punti di vista. Tra le migliori certezze che la scuola può offrire vi è infatti la necessità del confronto senza riduzioni tra visioni diverse della vita e della realtà.
A tal fine, può essere utile la mia esperienza di terapeuta, maturata anche in ospedale, nell’ambito dell’igiene degli affetti, e come docente a contratto (dal 1993) presso la Facoltà di Medicina dell’Università di Padova.
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Sergio Martella
mobile 3283841536
tel. 049774225
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Nella foto, lo psicoterapeuta Sergio Martella

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