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martedì, febbraio 14, 2006

 

Ma perchè Cascioli non querela il Papa?

Lettera di Enrico Pompei, sindaco di Bagnoregio (Viterbo). Per leggere la lettera clicca qui:
http://www.tusciaweb.it/notizie/2006/gennaio/26_25bagnoregio.htm
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Risponde Luigi Cascioli
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1) E. Pompei: «Cascioli pretende di essere detentore di una verità che impone agli altri».
Risposta Cascioli: Cascioli vuole soltanto opporsi a chi impone la menzogna approfittando dell’ignoranza altrui.
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2) E. Pompei: «Cascioli non si prefigge il compito, in verità assai arduo, di dimostrare la non esistenza di Gesù Cristo, bensì, nella realtà dei termini usati, più che una tendenza ad offendere c’è l’intenzione di ridicolizzare non solo la Bibbia, ma tutti coloro che ritengono la Bibbia un testo ispirato e basilare per i propri convincimenti religiosi, cioè Ebrei, Cristiani e Cattolici». (È significativo l’avere escluso i mussulmani).
Risposta Cascioli: Dimostrare la non esistenza di Gesù può essere anche arduo ma non impossibile come dimostrarne l’esistenza. Nei termini usati c’è più una tendenza a offendere a offendere c’è l’intenzione di ridicolizzare le fesserie della Bibbia e i suoi seguaci che le sostengono. (Si noti come l’enunciazione delle accuse sa tanto da tribunale dell’Inquisizione).
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3) E. Pompei: «La copertina del libro “La Favola di Cristo” è già un insulto al Papa, come insultanti sono le vignette tratte dalla rivista francese “Le Canard Enchainé” e belga “Tribune des Athées”, che hanno un chiaro senso propagandistico anticlericale».
Risposta Cascioli: La copertina esprime la Chiesa nel suo deleterio programma di conquista del mondo basato sulle stragi e l’oscurantismo, e per ciò che riguarda le vignette la cosa migliore per comprendere l’insulto è quella di rivolgersi direttamente al “Canard Enchainé che il giorno 2 febbraio 2006 ha pubblicato un articolo sul libro di Cascioli particolarmente favorevole. Comunque, complimenti per l’eccezionale acume dimostrato nel capire esse hanno un “forte senso propagandistico anticlericale”.
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4) E. Pompei: «A pagina 5 del libretto, cap. 1 – LA BIBBIA”, Cascioli sentenzia che la Bibbia non è altro che un castello di stupidaggini…».
Risposta Cascioli: Cascioli conferma ciò che ha scritto nel suo libretto: Il grande libro “LA BIBBIA” è un castello di stupidaggini che offendono l’intelligenza umana.
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5) E. Pompei: «E se qualcuno dicesse del suo “inconfutabile” libretto che è pieno di stupidaggini, come reagirebbe Cascioli? ».
Risposta Cascioli: Sfidando colui che lo dice ad un pubblico dibattito.
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1) E. Pompei: «La Bibbia – Cascioli non ne conosce il vero significato così come discende dalle varie interpretazioni della Chiesa – è un testo di eccezionale importanza, studiato sotto mille aspetti e angolazioni, lessicamente interpretato e tradotto con metodi approfonditi e migliorati nei secoli, spiegato e commentato da studiosi universalmente accreditati per la loro ricerca e obbiettività, oltre che per la loro fede».
Risposta Cascioli: Se la Bibbia è stata dettata personalmente da Dio, come è possibile che possa prestarsi a tante interpretazioni? Da un Dio onnisciente e perfettissimo ci si attende almeno la chiarezza di espressione.
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2) E. Pompei: «E non può essere “La favola di Cristo”, neanche dotata di una modesta bibliografia, inondata da un ateismo protervo e stantio, a vanificare gli studi scrupolosi che hanno fatto comprendere a noi poveri mortali, che non abbiamo la possibilità di dissentire su temi enormi, vero significato della Bibbia».
Risposta Cascioli: Ringrazio per la rimarca sulla bibliografia, che provvederò di inserire nella prossima terza edizione, e sull’ateismo stantio, che sarà il prima possibile aggiornato con uno più moderno. Sul fatto poi che gli studi scrupolosi della Bibbia vi abbiano ridotti a poveri mortali cos’altro posso dirvi se non di cambiare il libro, magari con i fumetti di Topolino e di Mandrake?
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3) E. Pompei: «Inoltre Cascioli, nella sua pretesa che poteva essere tollerata almeno se esposta in forma dubitativa, come pensa di poter interpretare i Vangeli Meglio di Don Enrico che, oltre una rilettura quotidiana dei testi biblici ed evangelici, ha alle spalle una solida preparazione filosofica (Aristotele, Platone, Agostino, Tommaso, Bonaventura) e teologica durata ben sette anni prima del sacerdozio? ».
Risposta Cascioli: Grazie per queste precisazioni che non permetteranno più a don Enrico di portare come attenuante del suo “abuso di credulità popolare”, il “non lo sapevo”.
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4) E. Pompei: « “La Favola di Cristo”, inoltre (io ho letto il libro e, con tutta modestia, vi ho potuto annotare un uso dei vangeli del tutto personale di Cascioli) ignora l’archeologia che avvalora ad ogni nuova scoperta, la fondatezza dei vangeli».
Risposta Cascioli: Cascioli aspetta soltanto che gli si portino queste prove archeologiche provanti la fondatezza dei vangeli raccomandandosi di non dimenticare quella riguardante l’Ossario di Giacomo, figlio di Giuseppe, fratello di Gesù.
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5) E. Pompei:. «Per concludere, vorrei chiedere a Gigi Cascioli, perché non querela per le stesse cause il Santo Padre, discendente di Pietro e Vicario di Cristo? Ne ricaverebbe certo più notorietà».
Risposta Cascioli: Perché il Santo Padre, discendente di Pietro e Vicario di Cristo, è Capo di Stato Straniero.
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Commento e conclusione
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Come si vede, la lettera del sindaco di Bagnoregio, ex seminarista, amico di don Enrico e fedele difensore di Santa Madre Chiesa, priva di buon senso e di raziocinio, si basa esclusivamente sulla fede che è la logica degli imbecilli. Due sono le categorie che fanno del male: gl’imbecilli e i cattivi, ma io preferisco questi ultimi perché qualche volta si riposano.
Pace e bene!
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Luigi Cascioli
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Nota: Chi volesse inviare i propri commenti a Enrico Pompei, sindaco del Comune di Bagnoregio, l’indirizzo è: affarigenerali@comunebagnoregio.it
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Nella foto, la copertina del libro-denunciaLa favola di Cristo – Inconfutabile dimostrazione della non esistenza di Gesùwww.LuigiCascioli.it

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