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giovedì, luglio 30, 2009

 

CORSO ACCELERATO DI ATEISMO di Juan Ignacio Ferreras e Antonio López Campillo - Castelvecchi Editore

Per i ragazzi delle scuole e per gli adulti che non se la bevono

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Un ateo, se gli fate la solita domanda: «Ma tu credi in Dio?», difficilmente vi risponderà: «Mai e poi mai, è una assoluta sciocchezza». Perché l’ateo è un pensatore critico, non uno sciocco materialista per partito preso. È uno che rivendica il diritto al dubbio, alla ricerca, alla discussione… Più probabilmente, quindi, a quella domanda risponderà: «Dipende da cosa intendiamo per Dio», o «Dipende da cosa intendiamo per credere». Gli atei non sono riuniti in una chiesa o in una congregazione. Non esistono corsi di formazione specifici in ateismo e laicità. Beati i credenti, che vivono di certezze, di serenità, di fede… Profondità, erudizione e senso dell’umorismo sono gli ingredienti principali di questo libro, scritto per il piacere della riflessione e del confronto. L’ateismo visto come culmine della maturità dell’individuo e come conquista della ragione libera – con profondo rispetto di tutte le opinioni contrarie.

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Autori:

Juan Ignacio Ferreras (Tetuan, Marocco, 1929) è Professore di Filosofia in Francia, Stati Uniti e Spagna, e ricercatore del CSIC (Consejo Superior de Investigaciones Cientificas).

Antonio López Campillo (Algeciras, Spagna, 1925) è Dottore in Fisica all’Università della Sorbona.

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Titolo: CORSO ACCELERATO DI ATEISMO

Autori: Juan Ignacio Ferreras e Antonio López Campillo

Editore: Castelvecchi

Traduttore: Silvia Rupati

Collana: Etcetera

Pagine: 84

Prezzo: € 6,00

ISBN: 978-88-7615-167-5


 

CONTRO I CRISTIANI di Porfirio - Bompiani Editore

A cura di Giuseppe Muscolino

Presentazione di Giuseppe Girgenti

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Verso la fine del III secolo, al tempo di Diocleziano, il filosofo neoplatonico Porfirio scrisse un trattato Contro i Cristiani in cui prendeva di mira la nuova fede con un accurato esame storico, filologico, filosofico e teologico dell’Antico e del Nuovo Testamento. Già nel secolo precedente, al tempo di Marco Aurelio, il medioplatonico Celso aveva scritto un’analoga opera anticristiana, per dimostrare che Gesù Cristo non può essere né il Logos dei filosofi greci né il Messia dei profeti ebrei, una tesi poi confutata da Origene di Alessandria. Porfirio non si limitò a riprendere gli argomenti di Celso, ma si preoccupò di andare oltre e di rispondere a Origene sia sulla possibilità di conciliare la filosofia greca con il cristianesimo, sia sulla correttezza dell’uso ermeneutico dell’allegoria per interpretare le Scritture. L’opera fu proscritta da Costantino poco prima del Concilio di Nicea (325 d.C.), e definitivamente data alla fiamme in ogni sua copia nel 448 d.C. per ordine congiunto di Teodosio II e Valentiniano III, i due nipoti di Teodosio che regnavano rispettivamente sull’Impero d’Oriente e d’Occidente. Se ne persero così le tracce. Nel 1916, il teologo tedesco Adolf von Harnack ne raccolse i frammenti superstiti, attingendo ai Padri della Chiesa che si cimentarono in confutazioni delle tesi porfiriane (in particolare Eusebio di Cesarea, Macario di Magnesia, Girolamo e Agostino), e nei decenni successivi furono scoperti ulteriori frammenti in altri autori e in nuovi papiri, tutti riportati in appendice a questo volume.

L’opera è curata da Giuseppe Muscolino, dottorando di ricerca in Filosofia tardo-antica e medioevale presso l’Università di Salerno e da Giuseppe Girgenti, ricercatore di Storia della filosofia antica presso l’Università San Raffaele di Milano.

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Titolo: CONTRO I CRISTIANI

Autore: Porfirio

A cura di Giuseppe Muscolino

Presentazione di Giuseppe Girgenti

Editore: BOMPIANI

Collana: Teti a fronte

Il Libro: Nella raccolta di Adolf von Harnack con tutti i nuovi frammenti in appendice

Direttore: Giovanni Reale

Segretari: Vincenzo Cicero, Diego Fusaro, Giuseppe Girgenti, Roberto Radice

Pagine: 624

EDIZIONE INTEGRALE

Prezzo: 20,00 Euro

Anno di prima edizione: 2009

ISBN: 45262272


martedì, luglio 28, 2009

 

Dizionario dei simboli, dei miti e delle credenze di Corinne Morel

Da Abracadabra a Zeus 1000 simboli e concetti spiegati...

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Autore: Corinne Morel

Genere: Credenze popolari

Collana: Dizionari E Repertori

Editore: Giunti

Lingua/Edizione: Italiano

CM: 79904F

ISBN - EAN: 9788809040717

Pagine: 928

Formato cm: 17 x 24

Ristampa: 1

Edizione: 2007

Disponibilità: immediata

€ 26,10

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Perché ci sono dei galli in cima ai campanili? Perché la Fenice rinasce dalle sue ceneri? Perché il pane non va messo a rovescio sulla tavola? Da dove viene la superstizione legata al numero tredici? Da Abracadabra a Zeus 1000 simboli e concetti spiegati attraverso la mitologia, l'esoterismo, la religione e la psicologia.


lunedì, luglio 27, 2009

 

«Il cristianesimo è una menzogna detta da prepotenti.» Ennio Montesi

«Il cristianesimo è una menzogna detta da prepotenti.»
Ennio Montesi

 

LE RELIGIONI UCCIDONO - FERMIAMO LE STRAGI INSEGNANDO CHE DIO E' UN'INVENZIONE DEGLI UOMINI

Dio è un'invenzione degli uomini e intorno a questa invenzione sono stati costruiti sistemi di potere formidabili che da una parte si presentano vestiti d'amore e di bontà e dall'altra costituiscono di fatto il più potente alibi per i più efferati delitti. La promessa del premio ultraterreno, il paradiso, per chi uccide e si fa uccidere in nome di quella invenzione è stato ed è il più potente moltiplicatore della ferocia umana. Depotenziare le religioni denunciandone l'invenzione è il modo più rapido per abbassarne almeno le potenzialià distruttive. Un'ora di ateismo accanto all'ora di religione sarebbe il primo utile passo in questa direzione. NO GOD - Atei per la Laicità degli Stati propone una campagna di sensibilizzazione in questo senso e invita tutti i cittadini ad aderire. Firmare questa Petizione per dire...

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SI' ALL' ORA DI ATEISMO A SCUOLA

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http://firmiamo.it/oradiateismoascuola


 

Firma per l'ora di Ateismo a scuola

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sabato, luglio 25, 2009

 

Joseph Ratzinger si incazza malamente...


Joseph Ratzinger si incazza malamente quando Brian Ross, corrispondente della ABC News, gli chiede dello scandalo degli abusi sessuali sui bambini da parte dei preti della Chiesa cattolica. Ratzinger dà anche uno schiaffetto al giornalista che lo importuna con la domanda sui bambini abusati. Vedi il video qui sotto… e diffondilo...


 

Joseph Ratzinger si incazza malamente quando gli si domanda degli abusi sessuali sui bambini perpetrati dai preti pedofili della Chiesa cattolica


giovedì, luglio 23, 2009

 

Cassazione: manifestare davanti a una chiesa è reato se si disturba la messa

Disturbare la funzione religiosa manifestando fuori dalla chiesa è reato. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione spiegando che chiunque ostacola l'inizio o l'esercizio della funzione va punito a norma dell'art. 405 del codice penale. E la condanna scatta anche se il disturbo è provocato da proteste che avvengono fuori dalla chiesa. Secondo gli Ermellini infatti, il reato di turbamento della funzione religiosa si verifica ogni volta che si impedisce il regolare svolgimento della messa disturbando il prete e i fedeli nel loro raccoglimento. La vicenda presa in esame dalla Suprema Corte coinvolge un gruppo di lavoratori che stava manifestando in una piazza antistante la chiesa in cui si svolgevano i funerali di un lavoratore morto dopo essersi dato alle fiamme. Dalla vicenda scaturivano diverse condanne tra cui quella per turbamento della funzione religiosa a carico di chi stava manifestando fuori dalla chiesa. Ricorrendo in Cassazione i lavoratori hanno rappresentato che le loro proteste erano avvenute solo al termine della funzione religiosa e comunque non all'interno della chiesa ma nella piazza antistante. Nulla da fare però. La Cassazione con sentenza 28030/2009 ha ritenuto che in relazione al reato di cui all'articolo 405 del codice penale "la 'turbatio sacrorum' si verifica sia con "l'impedimento della funzione, consistente nell'ostacolare l'inizio o l'esercizio della stessa fino a detrminarne la cessazione", sia con la "turbativa della funzione che si verifica quando il suo svolgimento non avviene in modo regolare". In sostanza sono state convalidate le decisioni prese dai giudici di merito che, secondo gli Ermellini, hanno correttamente ravvisato la sussistenza del reato "nella turbativa causata dal comportamento degli imputati, che, aveva, nel corso della celebrazione della messa, coinvolto e disturbato molti fedeli dal loro raccoglimento, per le grida e le ingiurie indirizzate alle autorita' presenti in chiesa, tanto da costringere il celebrante a rivolgere appelli ai manifestanti al fine di calmare gli animi". La Corte ha anche ritenuto di non dare rilievo al fatto che il rito era oramai ultimato perché, si legge nella sentenza, alla "esposizione della salma deve ritenersi che la cerimonia funebre continui ad essere in atto". 14/07/2009.

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Roberto Cataldi

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Fonte

www.studiocataldi.it/news_giuridiche_asp/news_giuridica_7160.asp


lunedì, luglio 20, 2009

 

Il sig. Joseph Ratzinger va di corpo regolarmente? Oppure usa la purga? Gli italiani debbono sapere l’importante notizia

Lettera inviata a Mediaset e Rai
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Tutti i TG Mediaset, ma anche Rai, ci informano quotidianamente e più volte al dì, sulla salute del sig. Joseph Ratzinger a seguito della rovinosa caduta avvenuta durante una temporanea assenza di protezione dello spirito santo, causando allo stesso una santa frattura del polso. Normalmente quando una persona cambia aria, inizialmente ha dei problemi di acclimatazione: altitudine, umidità, temperatura fanno sì che l'intestino ne risenta e sia necessario intervenire con qualche provvedimento farmaceutico. Ad esempio mia mamma quando mi portava in montagna, il primo giorno mi dava sempre la purga. Ci terrei molto a sapere , ma penso saremo in molti ad avere questo desiderio, se anche il sig. Ratzinger il primo giorno è andato di corpo normalmente oppure ha dovuto prendere la purga. Forse è stata proprio questa la causa dello scivolone scavezza-polso. Grazie se vorrete trasmettere questa notizia tramite tutti i vostri TG.

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PS: Contrariamente ai vostri giornalisti, non me la sento di chiamare il sig. Ratzinger “santo padre'” giacché fu proprio quel Gesù che tanto conclamate che disse: «E non chiamate nessuno "padre" sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello del cielo.» Matteo 23, 9

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Paolo Pavanello

fedele ascoltatore


domenica, luglio 19, 2009

 

Il rinnovamento della Chiesa cattolica - Codice Da Vinci


 

Il rinnovamento della Chiesa cattolica - La stupefacente Maria


venerdì, luglio 17, 2009

 

«Niente per cui uccidere e morire e nessuna religione.» John Lennon, Imagine


«Niente per cui uccidere e morire

e nessuna religione.»

John Lennon, Imagine


 

I più atroci crimini e genocidi contro l'Umanità sono stati messi in pratica dalla Chiesa Cattolica, facendo carne di porco di intere popolazioni



mercoledì, luglio 15, 2009

 

Servono molti gatti per cacciare le Pantegane con le gonne del Vaticano


 

JOSEPH RATZINGER ASCOLTATO DA QUATTRO GATTI - TG3 4 gatti per il Papa 12 luglio 2009


sabato, luglio 11, 2009

 

IL GIUDICE LUIGI TOSTI NON COMMISE REATO

Non commise reato il giudice che uscì dall'aula con il crocifisso

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di Giannino della Frattina

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Secondo la corte di Cassazione non commise reato il giudice che, appellandosi alla libertà di religione, si rifiutò più volte di tenere udienze lì dove era appeso un Crocifisso. E così la questione dei simboli religiosi esposti nelle aule giudiziarie, portata alla ribalta dal giudice di Camerino Luigi Tosti , "ha una sua sostanziale dignità e meriterebbe un adeguato approfondimento".

Così scrive la Cassazione nella sentenza con la quale spiega il motivo per il quale, il 17 febbraio scorso, decise di annullare senza rinvio "perché il fatto non sussiste" il verdetto della Corte d'appello dell'Aquila che aveva condannato a 7 mesi di reclusione e a un anno di interdizione dai pubblici uffici il magistrato per rifiuto di atti di ufficio. Reo, per i giudici, di essersi rifiutato di tenere udienza in aule dove era appunto esposto il Cristo in croce. I supremi giudici hanno cancellato la sentenza di condanna emessa nel 2007 dalla Corte d'Appello dell'Aquila, perché, dalla ricostruzione dei fatti, non si era verificata una «omissione di atti di ufficio», in quanto il giudice, nel rifiutarsi di operare, aveva segnalato la sua protesta al presidente del Tribunale di Camerino, che "aveva tempestivamente provveduto a sostituirlo con altri magistrati, sicché l'attività giudiziaria si era egualmente svolta". Non c'era stato reato, quindi, ma si erano verificati, al massimo, "problemi di organizzazione interna dell'ufficio".

Su un punto la Cassazione si sofferma: la tesi del giudice Tosti nel corso dell'udienza di febbraio che, ricordano gli "alti" giudici, "si è svolta in aula priva del simbolo confessionale", "al di là dei toni esasperati e delle espressioni talvolta paradossali" che hanno caratterizzato la protesta e che ne "rivelano la chiara strumentalità" introduce "certamente una problematica di estrema delicatezza, quella cioè dell'esposizione dei simboli religiosi nei luoghi pubblici, vivacemente dibattuta non solo in Italia, ma anche in altri paesi dell'Unione Europea con soluzioni diverse a livello giurisprudenziale e normativo".

La sesta sezione penale della Suprema Corte rileva, con la sentenza numero 28482 depositata oggi, di non ritenere "di dover affrontare in questa sede tale problematica", ma rileva che «allo stato non risultano essere state adeguatamente affrontate e risolte alcune tematiche di primario rilievo per la corretta soluzione del problema». Infatti, osservano gli "ermellini", la circolare del ministero della Giustizia risalente al 1926 che imponeva il crocifisso nelle aule, "atto amministrativo generale che appare però privo di fondamento normativo e quindi in contrasto con il principio di legalità dell'azione amministrativa", tenuto anche conto "dell'epoca a cui risale, non sembra - si legge nella sentenza - essere in linea con il principio costituzionale di laicità dello Stato e con la garanzia, pure costituzionalmente presidiata, della libertà di coscienza e di religione". Bisogna, sottolinea la Corte, "individuare l'eventuale sussistenza di un'effettiva interazione tra il significato, inteso come valore identitario, della presenza del Crocifisso nelle aule di giustizia e la libertà di coscienza e di religione, intesa non solo in senso positivo, come tutela della fede professata dal credente, ma anche in senso negativo, come tutela del credente di fede diversa e del non credente che rifiuta di avere una fede».

La contestazione della legittimità dell'affissione del Crocifisso nelle aule di giustizia «avvenuta sulla base di una circolare ministeriale non assistita da una espressa previsione di legge impositiva del relativo obbligo, implica - si legge ancora nella sentenza - un problema di carattere generale che può essere fatto valere sollecitando la pubblica amministrazione a rivedere la propria scelta dell'arredo delle dette aule e, in caso di esito negativo, adendo il giudice amministrativo che ha giurisdizione esclusiva al riguardo, vertendosi in tema di contestazione della legittimità dell'esercizio del potere amministrativo».

Perciò nessun reato. E le sole "inadempienze interne" del giudice Tosti potranno "trovare risposta soltanto sul piano disciplinare". 10.07.2009

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http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=365589&START=1&2col=



venerdì, luglio 10, 2009

 

Uomini uccisi per la religione


sabato, luglio 04, 2009

 

Turchia: Programma conversione atei!


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