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domenica, maggio 31, 2009

 

Cesena, docente sospeso per questionario su ora alternativa

Il prof Alberto Marani, docente di matematica e fisica presso il Liceo Scientifico “Righi” di Cesena è stato sospeso dalle proprie funzioni e dallo stipendio per due mesi, sanzione decisa dal Dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale di Forlì-Cesena.
La motivazione principale è l’avere condotto un’indagine nelle proprie classi per rilevare che percentuale di studenti sceglierebbe la materia alternativa qualora l’istituto la programmasse (finora non è mai stata programmata, e solo 2 studenti su 1300 l’hanno comunque richiesta). Nel questionario ciascuno doveva indicare quale insegnamento avrebbe scelto (fra Religione cattolica, Storia delle religioni e Diritti umani) qualora la scuola le programmasse tutte e tre.


I risultati sono stati i seguenti:

11,3 % sceglierebbero Religione Cattolica
88,7% sceglierebbero una materia alternativa
(23,9% Storia delle religioni; 64,8% Diritti umani)

Il Collegio Docenti aveva quindi pienamente recepito le proposte del prof Marani, deliberando la necessità di programmare in anticipo la Materia Alternativa e di offrire agli studenti, in modo esplicito e dettagliato, questo tipo di attività formativa. La cosa però ha fatto infuriare gli insegnanti di religione e i cattolici integralisti all’interno del liceo, i quali tramite una lettera di Don Stefano Pasolini, docente di Religione delle classi coinvolte nel questionario, hanno lamentato all’Ufficio Scolastico Regionale che il prof Marani avrebbe offeso, con quel questionario, il proprio collega di Religione. E’ scattata così l’incredibile sanzione, inaudita e pesantissima. L’ispettrice inviata dall’Ufficio scolastico Regionale, Rosanna Facchini, ha persino diffidato il docente dal fare conoscere agli alunni i risultati dell’indagine. All’accusa già riportata è stata aggiunta quella di avere affisso nelle bacheche della scuola, durante il bombardamento di Gaza, 5 immagini di Handala (il bambino palestinese scalzo e sofferente) dopo averle stampate usando la stampante della scuola.
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La notizia, come è stata qui riportata, è del tutto attendibile.
Il questionario è stato sottoposto nel settembre 2008, di mia iniziativa, al solo scopo di avere elementi indicativi per dimostrare che la richiesta di Materia Alternativa era molto molto più elevata di quello che risultava dalle scelte operate in sede di iscrizione (l’anno scorso solo 2 alunni su 1300 l’hanno chiesta, quando in realtà oltre l’80% la vorrebbero). Per la compilazione ho utilizzato 5 minuti di lezione a inizio anno scolastico.
La proposta di programmare la Materia Alternativa e di inserire tale programmazione nel Piano dell’Offerta Formativa è stata da me avanzata in sede di Commissione Autonomia e di Collegio Docenti. Entrambe le istanze hanno accolto la proposta con molto interesse, e il Collegio, nel novembre 2008 ha deliberato che la Materia Alternativa deve essere programmata e ciò è stato per la prima volta nella storia del Liceo, inserito nel P.O.F. Nessuno dei 130 docenti del Collegio ha avuto da ridire sul questionario, nè la Dirigente, nè lo stesso don Pasolini, presente al Collegio.
Solo due mesi dopo, nel gennaio 2009, con l’arrivo di una ispettrice, si è saputo che don Pasolini aveva protestato presso l’Ufficio Scolastico Regionale, con una lettera inviata segretamente, mai resa nota a me nè ad alcuno del Liceo. E’ stato poi l’Ufficio Scolastico Provinciale di Forlì-Cesena, che ha richiesto l’ispezione, e nel maggio 2009 ha impartito la sanzione.
La sanzione della sospensione è stata comminata nel maggio 2009
prof Alberto Marani

 

ORA ALTERNATIVA: Devi essere fiero, piccolo mio, di appartenere a una scuola libera



sabato, maggio 30, 2009

 

CROCIFISSO: Il magistrato Luigi Tosti risponde al prete Gianni Colasanti dell’Istituto Leonino di Terni

Egregio Monsignore,
ho letto il suo commento sull'azione giudiziaria promossa dal prof. Franco Coppoli dinanzi al tribunale di Terni, pubblicato sulla Voce, e il suo invito ad utilizzare il metodo delle idee chiare e distinte, in virtù del quale dovrebbe essere ben chiaro che l'imposizione del crocifisso sopra la testa del prof. Coppoli sarebbe un atto del tutto legittimo perché deliberato dalla "maggioranza". Se si seguisse il suo criterio -chiaro e distinto- sarebbe altrettanto legittimo che la "maggioranza" degli italiani deliberasse di discriminare in mille modi i neri, visto e considerato che i neri sono una minoranza. Purtroppo, però, la Costituzione Italiana e le Convenzioni internazionali per la salvaguardia dei diritti inviolabili dell'uomo dispongono in senso diametralmente contrario, e cioè che in materia di rispetto di tali diritti individuali -tra i quali sono da annoverare il diritto all'eguaglianza e non discriminazione e quella di libertà religiosa- il criterio della "maggioranza" -da lei come da gran parte dei cattolici propugnato a spada tratta- non vale. E' la Corte Costituzionale, tra l'altro, che ha fatto applicazione di questo principio affermando, ad esempio, che è illegittimo inserire nella formula del giuramento riferimenti a dio, non avendo alcun rilievo che la maggioranza della popolazione, in ipotesi, creda magari ancora a dio.
Non propini, dunque, ai lettori tesi che non hanno alcun fondamento giuridico e che servono solo a depistare e confondere le acque, occultando il tema di fondo, che è quello dell'evidente ed eclatante discriminazione religiosa da parte dei cattolici. Imporre a chi non crede o ai non cattolici il crocifisso, infatti, non è soltanto un atto di arroganza, ma è anche un atto discriminatorio, dal momento che a chi non crede o a chi crede in qualche dio diverso dal vostro viene negata la pari opportunità, cioè il diritto di esporre i propri simboli a fianco del crocifisso: e questo è un comportamento palesemente discriminatorio, al pari della discriminazione che impediva agli ebrei e ai negri di entrare nei locali pubblici, consentendolo soltanto alla superiore razza bianca. E' soltanto "grazie" al vostro "razzismo religioso", cioè alla vostra presunzione di essere i depositari della Vera verità e dei Veri valori, che oggi in Italia, negli uffici pubblici, entrano -cioè sono esposti- i soli crocifissi, mentre tutti gli altri -in quanto inferiori- debbono rimanere fuori.
E' di questo, Egregio Monsignore, che si disquisisce nelle aule giudiziarie di Terni, e non solo di Terni.
Dunque, prima di risolvere semplicisticamente il problema della vostra discriminazione religiosa ai danni degli atei, degli ebrei, dei musulmani, degli induisti e di tutte le altre religioni, sarebbe forse auspicabile cercare di capire e, poi, di documentarsi.
Grato di una pubblicazione di questa mia lettera sulla Voce, le invio i più distinti saluti.

Luigi Tosti
Rimini
tosti.luigi@yahoo.it
http://tostiluigi.blogspot.com

Il giudice Luigi Tosti risponde in base a questo articolo del prete Gianni Colasanti:
http://www.lavoce.it/articoli/20090529031.asp

Nella foto il magistrato Luigi Tosti

venerdì, maggio 29, 2009

 

PRETI PEDOFILI DELLA CHIESA CATTOLICA ALIAS DEL VATICANO


 

BOLLETTINO DEI PRETI PEDOFILI CONDANNATI NEL MAGGIO 2009

Il mese di maggio, cioè il mese "mariano", è stato particolarmente prolifico di casi giudiziari che riguardano l’argomento dell’ignobile “pedofilia” che il clero cattolico, grazie alla complice ed omertosa copertura della Santa Romana Chiesa, è aduso praticare negli oratori e negli istituti religiosi ai danni di minori affidati alle loro cure “pastorali”.
Quello che segue è un succoso estratto delle notizie delle condanne inflitte a preti pedofili che, “sapientemente”, la RAI e le altre reti televisive hanno "insabbiato" nel limbo delle notizie scomparse. Esse sono emerse solo grazie ad alcuni quotidiani locali e al tam-tam di internet.

1) Brescia, il 20 maggio 2009: don Marco Baresi, ex vicerettore del seminario minore, viene condannato dal Tribunale a 7 anni e mezzo per aver avuto rapporti sessuali con uno studente seminarista di 14 anni e per detenzione di materiale pedopornografico scaricato nel suo computer portatile: l’accusa aveva chiesto 10 anni di reclusione. Pieno sostegno è stato manifestato a don Baresi dalla Curia. Gli “amici” di don Baresi, poi, hanno manifestato dinanzi al tribunale con cartelli inneggianti al prete pedofilo.

2) Pergusa (EN). Don Giovanni Butera è stato condannato a 6 anni di reclusione e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici e da qualunque ufficio attinente alla tutela e alla curatela, da incarichi nelle scuole di ogni ordine e grado e da ogni ufficio o servizio in istituzioni o in altre strutture pubbliche o private frequentate prevalentemente da minori, per avere abusato, dal luglio del 1997 all’agosto dell’anno successivo, di un ragazzino disabile di 15 anni, ospite dell’Oasi Francescana “Villaggio del Fanciullo” di Pergusa. Secondo la Procura, don Giovanni avrebbe costretto il giovane a subire atti sessuali, minacciandolo e picchiandolo con schiaffi e colpi di cinghia in caso di rifiuto.

3) 21 maggio 2009: la Corte di Appello di Brescia ha confermato la condanna di Don Matteo Diletti a 4 anni di reclusione per abusi sessuali su una bambina di 11 anni, avvenuti nel 2004. In primo grado il sacerdote Matteo Diletti aveva ammesso di essersi innamorato della ragazzina e di averla toccata e baciata una sola volta.

4) 23 maggio 2009: Don Enzo Greco da Nardò (LE) è stato condannato dal Tribunale di Brindisi a 3 anni e mezzo per abusi su un pastorello di Erchie (BR).

5) Rimini, un anonimo prete cileno di 38 anni è stato condannato ad 8 anni di reclusione per abusi sessuali su un 13enne. Il “religioso”, già sospeso 'a divinis', aveva organizzato un pellegrinaggio a Medjugorie al quale aveva partecipato la famiglia del ragazzino, al termine del quale aveva iniziato a frequentarne la casa, diventandone una sorta di padre spirituale. Lì aveva iniziato a molestare il ragazzo, all'epoca dei fatti solo 13enne. Durante il processo la madre del ragazzino, che ha affermato di essersi legata sentimentalmente al prete, ha sconfessato le accuse del figlio.

6) 13 maggio 2009: la Cassazione ha confermato la condanna a 2 anni di reclusione inferta a don Kevin Chukwuka da Cosenza per tentata violenza carnale ai danni di una bambina di 9 anni.

7) 13 maggio 2009: viene arrestato a Gambettola (FC) Don Alvato Tejada Coca con l’accusa di aver violentato un ragazzo 22enne, che si era presentato per un colloquio di lavoro e che è stato poi ricoverato in ospedale.

8) Cosenza, 14 maggio 2009: un prete della Diocesi di Rossano è stato denunciato per tentata violenza sessuale. L’episodio risale ai primi di marzo. Il prete, come scrive la Gazzetta del Sud, in abiti civili, è salito su un autobus in servizio tra Cosenza e Rende, si è avvicinato ad una studentessa e dopo averla immobilizzata ad un finestrino si è abbassato i pantaloni cercando di compiere un atto sessuale. Approfittando di una fermata del bus, la ragazza è riuscita a divincolarsi, mentre il sacerdote, approfittando della confusione, è riuscito ad allontanarsi. Grazie al racconto della giovane e ad alcune testimonianze, i carabinieri sono risaliti all’identità dell’uomo che è risultato essere un sacerdote. Quest’ultimo ha ammesso parzialmente le proprie responsabilità scrivendo una lettera di scuse alla Procura. L’uomo è stato poi identificato in foto dalla vittima della tentata violenza.

9) MILANO 20.05.2009: dinanzi al tribunale penale di Milano compare un sacerdote 75enne, imputato di aver abusato di una bimba di soli 7 anni attirandola nel suo ufficio con la promessa delle caramelle. Gli abusi, secondo il padre edella vittima, sono avvenuti nell’ufficio dell’oratorio.
«La piccola si è confidata prima con la nonna paterna, in due diversi momenti. Poi la nonna ha riferito tutto al padre, che ha sporto querela». Il prete, che non si è presentato in aula, in passato ha fatto il missionario in Africa e in America Latina e negli ultimi anni ha guidato la parrocchia di Arese. La famiglia della piccola «è stata costretta a trasferirsi - afferma il legale - perché era diventato impossibile continuare a vivere in quella città». E anche ieri, davanti ai giudici, il padre ha raccontato: «Non hanno nemmeno permesso a mio figlio maggiore di iscriversi all’oratorio».

10) Maggio 2009: il settimale L’Espresso pubblica l’articolo “Io fratel pedofilo”, di Paolo Tessadri, col quale si diffonde la notizia della confessione di un prete sugli abusi sui bimbi sordomuti perpetrati, per decenni, nell’istituto religioso di Provolo.
Il religioso afferma: "Non ce la faccio più a tenermi tutto dentro e mi vergogno dei preti che stanno zitti o rinnegano, c'è ipocrisia e omertà".
Gli abusi sono stati denunciati da ben 67 sordomuti che da bambini hanno frequentato gli istituti Provolo di Verona e Chievo. D. Il religioso si presenta con nome e cognome, chiedendo però che non venga pubblicato. Ma la sua identità è nota ai magistrati che si occupano della vicenda: "Se al Provolo sapessero che vi parlo", spiega nel chiedere l'anonimato, "sarei subito cacciato e non so dove andare. Ho l'incubo di rimanere senza casa".
"Sì, sono uno di quelli accusati dai sordomuti che vivevano nell'istituto Provolo di Verona e quelle cose le ho fatte. Non c'è più nulla da nascondere. Io almeno ho il coraggio di dirlo, gli altri tacciono e se ne stanno in silenzio". Poi racconta di avere cominciato ad abusare dei ragazzini a inizio anni Sessanta: "Il primo aveva 7-8 anni, non ricordo esattamente. Sono andato con una quindicina di piccoli sordomuti, con cinque o sei ho avuto rapporti più frequenti". Poi precisa che erano 13, ma "forse un paio in più".
Quante volte ha abusato di loro? "Una o due volte al mese, a volte passava più tempo".
E quanto sono durate le violenze? "Moltissimi anni. Non ricordo esattamente, ma molti, molti anni. Ho cominciato da giovane e non mi rendevo conto, allora ero un semplice assistente. Lo facevano quasi tutti, anche in altri istituti. Era normale. Questo era l'andazzo".
Lei ha visto altri abusare dei ragazzini al Provolo? Scandisce sì e fa due nomi di sacerdoti e quello di un altro religioso: "Si vedevano gli atteggiamenti, si vedeva. Pochi di noi si sono salvati dalla pedofilia".
Qualcuno è mai stato cacciato dal Provolo per pedofilia? "Sì, fratello.". Fatto confermato da don Danilo Corradi, il superiore dell'istituto Provolo, in una intervista registrata.Perché lui sì e gli altri no, visto che sotto accusa sono finiti in 25? "Era un violento, il più cattivo, faceva male ai ragazzini ed è stato mandato via".
Quando è successo? "Se non sbaglio, nei primi anni Settanta".
Sono continuate le violenze sessuali, anche dopo quell'episodio? "Sì".
Può dire se sono terminate a metà degli anni '80, epoca a cui risale l'ultimo caso documentato da 'L'espresso'? "Non so, non potrei dirlo. Non ne sono sicuro. Non posso escluderlo".
I responsabili dell'Istituto sapevano? "Sì, lo sapevano. Per forza che lo sapevano".
Altri ne erano a conoscenza? "È probabile".
Ha confessato la pedofilia ad altri preti? "No, mi mettevo in ginocchio, confessavo davanti a Dio e pregavo. E chiedevo scusa al Signore. La pedofilia mi ha sfalsato la vita. Ma trovavo nei ragazzini una certa bellezza, una certa attrazione".
Fra voi avete parlato dell'accusa di pedofilia dopo l'inchiesta de 'L'espresso'? "Sì, la reazione è stata brutta, scioccante, ma la maggior parte è rimasta in silenzio, perché sapeva. È venuta fuori una catena di odio fra i sacerdoti. È difficile condividere la macchia della pedofilia e ognuno ha tenuto per sé i suoi pensieri. Poi l'avvocato ci ha detto di non parlare con nessuno. Qualcuno però ha parlato e ha fatto bene, anche qualche prete lo ha detto e la pensa così. Anch'io ora mi sento sollevato. Sono fatto così, in modo troppo semplicistico, ho sbagliato io. Sto male, chiedo perdono".

11) Maggio 2009: la commissione d’inchiesta istituita dal governo irlandese pubblica un rapporto in cinque volumi e oltre 2.500 pagine dal quale risulta che la pedofilia tra il clero irlandese era “endemica” sino ad un decennio fa.
Negli anni Trenta la pedofilia era “endemica” e veniva praticata benché le gerarchie ecclesiastiche e lo stesso Vaticano ne fossero consapevoli. Il dossier, frutto di un lavoro di nove anni, parla di migliaia di casi, che hanno avuto luogo, in particolare, all’interno dei riformatori: secondo quanto riporta l’Indipendent, “i ragazzi erano trattati più come schiavi e prigionieri che come persone in possesso di diritti legali”. La commissione ha ritenuto la difesa opposta dagli ordini religiosi “non plausibile”.

 

IN SPAGNA VIA IL CROCIFISSO DALLE AULE SCOLASTICHE



giovedì, maggio 28, 2009

 

LUIGI TOSTI, MAGISTRATO: LETTERA APERTA AD ALEJANDRO AMENABAR PER LA REALIZZAZIONE DI UN FILM SUL CASO EDGARDO MORTARA

Lancio l'iniziativa di indirizzare allo spagnolo Alejandro Amenàbar, regista del recente film Agora sul martiro della matematica filosofa pagana Ipazia da parte dei cristiani, una lettera aperta con la quale invitarlo a realizzare un film sul caso di Edgardo Mortara, un bambino ebreo che nella Bologna del 1858 venne sottratto ai suoi genitori, all'età di sei anni, su ordine di Papa Pio IX perché era stato battezzato di nascosto da una domestica cristiana. Si tratta di una delle pagine più infami della storia recente della Chiesa, di cui neppure i cattolici attuali si vergognano. Anzi, Pio IX è stato beatificato da Karol Woityla ad onta di questo e di altri crimini, e il giornalista Vittorio Messori ed altri revisionisti cattolici hanno tentato di sfatare quella che hanno definito una semplice leggenda nera su questo Papa criminale e rapitore di bambini. Suggerisco la lettura del libro di David Kertzer "Prigioniero di Papa Re", e riporto qui di seguito quanto scritto da Wikipedia sull'allucintante caso di Edgardo Mortara, avendo peraltro cura di ricordare che altri casi analoghi si sono verificati sino alla fine della seconda guerra mondiale, allorché altri bambini ebrei vennero sottratti ai loro genitori o ai loro parenti più stretti perché erano stati battezzati. Non bisogna dimenticare, infatti, che i cattolici prestano ancor oggi fede alla credenza superstiziosa che il battesimo sia un sacramento non cancellabile, neppure con lo "sbattezzo".

Luigi Tosti
tosti.luigi@yahoo.it
http://tostiluigi.blogspot.com

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera:


Edgardo Mortara (27 agosto 1851 – 11 marzo 1940) fu un presbitero italiano, nato da famiglia ebraica. Battezzato all'insaputa dei suoi genitori dalla domestica cattolica, a seguito di ciò nel 1858, all'età di 6 anni, fu tolto alla sua famiglia per ordine di papa Pio IX per essere educato al cattolicesimo. Il c.d. "caso Mortara" divenne il centro di uno scandalo internazionale che funse da catalizzatore per mutamenti politici di vasta portata. Le ripercussioni di questo evento permangono ancora oggi all'interno della Chiesa cattolica e nelle sue relazioni con le organizzazioni ebraiche..

La sera del 23 giugno 1858 la polizia dello Stato Pontificio, che a quei tempi comprendeva ancora Bologna, si presentò alla porta della famiglia ebrea di Marianna e Momolo Mortara per prendere uno dei loro otto figli, Edgardo (che all'epoca aveva sei anni) e trasportarlo a Roma dove sarebbe stato allevato dalla Chiesa.
La polizia agiva su ordine degli uffici vaticani autorizzati da Papa Pio IX. I rappresentanti della Chiesa dissero che una cameriera cattolica della famiglia Mortara aveva battezzato il piccolo Edgardo durante una malattia ritenendo che se fosse morto sarebbe finito nel limbo. Secondo le leggi dello Stato Pontificio il battesimo di Edgardo lo rendeva cristiano e quindi una famiglia ebrea non poteva allevarlo anche se era loro figlio. Nella relazione che poi lo stesso Edgardo scrisse per la causa di beatificazione di Papa Pio IX annotò che le leggi dello Stato Pontificio non permettevano ai cristiani di lavorare per gli ebrei. Questa legge era però largamente disattesa.
Edgardo fu portato in una "casa" di ex ebrei cattolici convertiti a Roma che era stata costruita con tasse imposte agli ebrei. Ai suoi genitori non fu permesso di vederlo per diverse settimane e, quando in seguito fu loro concesso, non poterono farlo da soli. Pio IX prese interesse personale nella storia e tutti gli appelli alla chiesa vennero respinti.
L'incidente arrivò alla ribalta sia in Italia che all'estero. Nel Regno di Sardegna, che allora era lo stato indipendente centro dell'unificazione nazionale, sia il governo che la stampa usarono il caso per rinforzare le loro rivendicazioni alla liberazione dello Stato Pontificio che era governato dall'oscurantismo medievale e doveva essere liberato dal controllo papale.
Le proteste furono supportate da organizzazioni ebraiche e da figure politiche e intellettuali britanniche, americane, tedesche e francesi. Non passò molto tempo che i governi di questi paesi si unirono al coro di chi chiedeva il ritorno di Edgardo dai suoi genitori. Protestò anche l'imperatore francese Napoleone III nonostante le sue guarnigioni sostenessero il Papa nel mantenimento dello status quo in Italia.
Pio IX non si fece smuovere da questi appelli, che principalmente venivano da protestanti, atei ed ebrei. Quando una delegazione di notabili ebrei lo incontrò nel 1859 egli disse: "non sono interessato a cosa ne pensa il mondo". In un altro incontro fece partecipare Edgardo per mostrare che il ragazzo era felice sotto le sue cure. Nel 1865 disse: "Avevo il diritto e l'obbligo di fare ciò che ho fatto per questo ragazzo, e se dovessi farlo lo farei di nuovo".
Il caso Mortara servì a propagandare in Italia e all'estero l'immagine di uno Stato Pontificio anacronistico e irrispettoso dei diritti umani nell'età del liberalismo e razionalismo. Aiutò inoltre a persuadere l'opinione pubblica in Francia e in Gran Bretagna che fosse giusto permettere al Regno di Sardegna di andare in guerra contro lo stato Pontificio nel 1859 e annettersi gran parte dei territori controllati dal Papa, lasciandogli solo il controllo del Lazio con la città di Roma, e solo fino al 1870 quando l'esercito italiano conquistò anche questi.
Nel 1859 quando Bologna fu annessa al Regno di Sardegna, i Mortara fecero un altro tentativo di recuperare il loro figlio, ma non ci riuscirono. Nel 1870, quando Roma fu annessa al regno d'Italia, tentarono nuovamente, ma l'oramai diciottenne Edgardo dichiarò l'intenzione di restare cattolico. In quell'anno si spostò in Francia. L'anno seguente il padre, Momolo, morì. In Francia Edgardo entrò nell'ordine degli agostiniani e venne ordinato prete all'età di ventitré anni e adottò il nome di Pio. Egli fu inviato come missionario in città come Monaco di Baviera, Magonza, Breslavia per convertire gli ebrei, peraltro con scarso successo. Egli imparò a parlare nove lingue incluso il difficile basco.
Durante una serie di conferenze in Italia ristabilì i contatti con la madre ed i fratelli. Nel 1895 egli partecipò al funerale della madre.
Nel 1897 predicò a New York, ma l'arcivescovo di New York fece sapere al Vaticano che si sarebbe opposto agli sforzi di evangelizzare gli ebrei in terra americana e che i suoi sforzi mettevano in imbarazzo la Chiesa. Mortara morì l'11 marzo 1940 a Parigi dopo aver passato diversi anni in un monastero.
Pio IX e gli ebrei [modifica]
La dottrina cattolica, avente forza di legge nello Stato della Chiesa, da sempre considera che il battesimo di qualunque bambino, anche eseguito da non appartenenti al clero, porta il bambino stesso ad essere cristiano, appartenente alla vera religione. Anche se la dottrina non è certo pensata per essere contro gli ebrei, in pratica fu applicata solo a loro dato che nello stato Pontificio erano l'unica minoranza religiosa non cattolica tollerata e la sola religione, escluso il cattolicesimo, che poteva essere esercitata. La sua applicazione riflette un atteggiamento non certo antisemitico ma che sarebbe semmai meglio definire "antigiudaico" essendo un dato sostanzialmente religioso e non razziale, diffuso nel XIX secolo nella chiesa cattolica in generale e condiviso da Pio IX .
Prima che Pio IX fosse Papa (1846) gli ebrei di Roma erano obbligati a risiedere nel ghetto. All'inizio Pio IX mostrò tendenze liberali nei confronti degli ebrei. In particolare revocò l'obbligo di risiedere in particolari quartieri e a partecipare a speciali incontri in cui i preti li incoraggiavano alla conversione al cattolicesimo. Dopo la rivoluzione romana del 1848 e l'instaurazione della esile Repubblica Romana, però, Pio IX cambiò idea e, come molti dei conservatori dei suoi tempi, egli associò gli ebrei con il radicalismo e la rivoluzione. Gli ebrei continuarono ad essere tassati per pagare le scuole ad ex ebrei convertiti al cattolicesimo. Non furono ammessi nei tribunali come testi a carico di imputati cristiani. I protestanti erano tollerati solo come visitatori stranieri.
A questa visione si aggiunse in seguito un antigiudaismo personale, sviluppato da Pio IX dopo l'esperienza della Repubblica romana e dopo la perdita del potere temporale. In una conferenza pubblica tenuta nel 1871 egli chiamò gli ebrei di roma "cani" e disse: "questi cani sono troppi a Roma nei nostri tempi, e li sentiamo guaire per le strade e ci disturbano in ogni dove".
Il caso Mortara è tornato alla ribalta negli ultimi anni per effetto della causa di canonizzazione di Pio IX fortemente voluta da Papa Giovanni Paolo II e dalla parte conservatrice dei suoi seguaci. Gruppi ebraici ed altri, guidati dai discendenti della famiglia Mortara, hanno protestato presso il Vaticano per la beatificazione di Pio IX nel 2000. Nel 1997 David L. Kertzer pubblicò il libro The Kidnapping of Edgardo Mortara (Il rapimento di Edgardo Mortara, in italiano "Prigioniero del Papa Re") portò nuovamente all'attenzione del grande pubblico tutta la vicenda. L'interesse mostrato alla vicenda portò alla realizzazione di uno sceneggiato televisivo, andato in onda negli USA, dal titolo Edgardo Mine (Edgardo mio) a cura di Alfred Uhry e forse ne verrà tratto anche un film. Nel 2005, lo scrittore cattolico Vittorio Messori ha pubblicato per Oscar-Mondadori il libro "Io, il bambino ebreo rapito da Pio IX" dove è riportato integralmente il memoriale del protagonista stesso del caso, Edgardo Mortara, scritto nel 1888 quando era in Spagna. In questo memoriale il protagonista stesso del caso descrive Papa Pio IX come un padre affettuoso e premuroso, contrariamente al pensiero comune.
In Italia i maggiori rappresentanti degli ebrei e alcuni cattolici hanno messo in evidenza che la canonizzazione di Pio IX può danneggiare il recente lavoro per far dimenticare i comportamenti antigiudaici della chiesa cattolica. Anche B'nai B'rith, un importante gruppo ebraico con sede negli Stati Uniti, ha fortemente protestato contro la canonizzazione di Pio IX.
Alcuni conservatori all'interno della Chiesa Cattolica difendono l'operato di Pio IX nel caso Mortara. L'Arcivescovo Carlo Liberati, che ha seguito la causa di canonizzazione ha detto a questo proposito: "Nel processo di beatificazione questo non può essere considerato un problema perché era una consuetudine dei tempi battezzare i giudei e farli diventare cattolici", Liberati aggiunge anche "non possiamo guardare la chiesa di allora con gli occhi dell'anno 2000, con tutta la libertà religiosa che abbiamo oggi" e continua "la giovane domestica voleva dare la grazia di Dio al bambino. Lei voleva che andasse in Paradiso... [e] a quei tempi la paternità spirituale era più importante di quella civile".
Il Padre gesuita Giacomo Martina, un professore dell'Università Pontifica Gregoriana a Roma, scrisse in una biografia di Pio IX: "in prospettiva, la storia Mortara dimostra il profondo zelo di Pio IX... [e] la sua fermezza nel perseguire quello che lui percepiva come suo compito anche a costo della sua popolarità". Egli inoltre dice che il Papa considerava i critici "non credenti... [utilizzanti] una macchina da guerra contro la chiesa". Inoltre bisogna ricordare che Pio IX agì nel pieno rispetto sia della legge civile che del diritto canonico; di suo aggiunse l'affetto ,ricambiato per tutta la vita,per il piccolo Edgardo, che a ventitrè anni assunse il nome di Pio. Eléna Mortara, una discendente di una delle sorelle di Edgardo e professoressa di letteratura a Roma, continua peraltro la campagna per ottenere le scuse del Vaticano per il ratto di Edgardo e contro la canonizzazione di Pio IX. Lei dice di essere "scioccata dall'idea che la chiesa cattolica voglia far Santo un Papa che ha perpetrato un atto di intolleranza inaccettabile e un abuso di potere". Lei spiega di sentirsi "storicamente obbligata, in nome della mia generazione, di chiedere [alla Chiesa] se è questo l'esempio che vuole dare".

domenica, maggio 24, 2009

 

CHIERICHETTI GONFIABILI PER USO SESSUALE IN UN PORNO SHOP FRANCESE



 

TRINITA'





 

PRETI PEDOFILI



 

PRETE VIOLENTO' UN MINORENNE DISABILE

Pergusa (Enna) - Il tribunale di Enna ha inflitto una pena di sei anni di reclusione a don Giovanni Butera, un parroco riconosciuto colpevole di avere abusato, dal luglio del 1997 all'agosto dell'anno successivo, di un ragazzino disabile di 15 anni, ospite dell'Oasi Francescana "Villaggio del Fanciullo" di Pergusa. Il pm Marcello Cozzolino aveva chiesto la condanna dell'imputato a 4 anni. Secondo la Procura, don Giovanni avrebbe costretto il giovane a subire atti sessuali, minacciandolo e picchiandolo con schiaffi e colpi di cinghia in caso di rifiuto. Il tribunale ha assolto invece il parroco, con la formula "perché il fatto non sussiste", da una seconda ipotesi di violenza, commessa, secondo l'accusa, ai danni di un ragazzo di 14 anni del centro. Al sacerdote sono state inflitte però anche pesanti pene accessorie: l'interdizione perpetua dai pubblici uffici; quella legale per la durata della pena; quella perpetua da qualunque ufficio attinente alla tutela e alla curatela, da incarichi nelle scuole di ogni ordine e grado e da ogni ufficio o servizio in istituzioni o in altre strutture pubbliche o private frequentate prevalentemente da minori.
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PRETI PEDOFILI



 

LA SANTA CASTA DELLA CHIESA - CLAUDIO RENDINA


 

LA SANTA CASTA DELLA CHIESA - DI CLAUDIO RENDINA

Duemila anni di intrighi, delitti, lussuria, inganni e mercimonio tra papi, vescovi, sacerdoti e cardinali

La storia della Chiesa cattolica è costellata di episodi che hanno ben poco a vedere con la fede e con l’ammaestramento delle anime. Dalla vera e propria guerriglia urbana per l’elezione del vescovo di Roma al traffico delle reliquie, dalla gestione delle catacombe alla definizione di tariffari per la visita ai luoghi santi e per la remissione dei peccati, sin da quando alle faccende di spirito si è affiancata l’attività commerciale e finanziaria un’ombra di peccato e di colpa ha oscurato le gerarchie ecclesiastiche. La “donazione di Costantino” che fondava su un falso storico l’ambizione secolare della Chiesa è solo uno degli scandali succedutisi, forse il più noto. Dalla “vendita delle indulgenze”, in vari modi durata fino a oggi, alla creazione di attività commerciali, dal riciclaggio di denaro “sporco” con la costituzione di istituti bancari, alla compravendita di immobili, istituti e case di cura “senza fine di lucro”, in questo libro Claudio Rendina ricostruisce duemila anni di malaffare, di delitti e crimini, di privilegi acquisiti o venduti a caro prezzo. Perché proprio alla corte del papa, in quella che dovrebbe essere la "Santa Sede”, troppo spesso si nascondono attività diaboliche e peccaminose.

«La scrittura di Rendina è chiara e vivace, capace di alternare sintesi storica, aneddoti e curiosità.»
Gian Antonio Stella, autore di La casta
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«La storia vergognosa e nascosta dello Stato vaticano.»
Corrado Augias, il Venerdì di Repubblica
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«Il libro scritto da Claudio Rendina fa sembrare Dan Brown un principiante.»
Filippo Ceccarelli, la Repubblica
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«Lo scrittore ed esperto di romanità Claudio Rendina pubblica un «libro nero» delle gerarchie della Chiesa cattolica. Dall'invenzione della «donazione di Costantino» all'alleanza con le dittature di destra, sino ai nostri giorni, una documentata rassegna di come il potere e il malaffare abbiano spesso preso il sopravvento.»
Massimiliano Panarari, il Venerdì di Repubblica

l'Autore
Claudio Rendina

scrittore, poeta, storiografo e romanista, ha legato il suo nome a opere storiche di successo, tra le quali, per la Newton Compton, I papi. Storia e segreti, Il Vaticano. Storia e segreti, I capitani di ventura, I dogi. Storia e segreti, Guida insolita ai misteri, alle curiosità, alla storia e ai luoghi di Roma dell’Anno Santo, Storia insolita di Roma, Guida insolita ai misteri, ai segreti, alle leggende e alle curiosità delle Chiese di Roma, Guida insolita ai misteri, ai segreti, alle leggende e alle curiosità del Tevere, Le grandi famiglie di Roma, Storie della città di Roma, I palazzi storici di Roma, Alla scoperta di Roma, Il grande libro degli ordini cavallereschi e Cardinali e cortigiane. Ha diretto la rivista «Roma ieri, oggi, domani» e ha curato La grande enciclopedia di Roma. Ha scritto il libro storico-fotografico Gerusalemme città della pace pubblicato in quattro lingue. Attualmente firma per «la Repubblica» la rubrica di storia, arte e folclore "Cartoline romane".

Newton Compton Editori
ISBN 978-88-541-1418-0
Pagine 384
Euro 12,90
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«Se parli con Dio, stai pregando; se Dio parla con te, sei schizofrenico.» Thomas Szasz


«Se parli con Dio, stai pregando;
se Dio parla con te, sei schizofrenico.»

Thomas Szasz, The Second Sin (1973)

 

IL VANGELO CHE LA CHIESA NON TI FAREBBE MAI LEGGERE – DI TIM NEWTON

Tutto ciò che sappiamo di Gesù Cristo, della sua vita e dei suoi insegnamenti deriva dal Nuovo Testamento, un libro noto a milioni di persone in tutto il mondo e che ha influenzato il destino dell’intera umanità. In quanto fondamento della religione cristiana, i vangeli sono stati sempre circondati dal timore reverenziale che si prova di fronte a un testo sacro e, di conseguenza, raramente è stato possibile analizzare il loro contenuto con un minimo di obiettività. Dopo anni di ricerche e di studi, il lavoro di Tim Newton capovolge questa tradizione presentando al lettore un corpus evangelico molto diverso. Alle parole comunemente accettate dalla Chiesa cattolica e conosciute da tutti, Newton contrappone la forza dei vangeli apocrifi censurati dalle gerarchie ecclesiastiche. Il risultato è un libro sconvolgente, capace di scardinare millenni di credenze con la forza di una critica che – dal presunto adulterio di Maria alla vera natura di Giuda, dall’enigmatica figura di Maria Maddalena alla storia alternativa della resurrezione – rende accessibile a tutti ciò che è stato tenuto segreto troppo a lungo e, in alcuni casi, completamente dimenticato.

Newton Compton Editori
ISBN 978-88-541-1447-0
Pagine 240
Euro 9,90
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«Per creare una religione occorrono pochi imbroglioni, ma molti creduloni.» Ennio Montesi


«Per creare una religione
occorrono pochi imbroglioni,
ma molti creduloni.»

Ennio Montesi

 

IL LIBRO CHE LA TUA CHIESA NON TI FAREBBE MAI LEGGERE

Il libro affronta il tema più controverso di tutti i tempi: la religione. Tra le sue pagine, i contributi di autorevoli teologi, storici e ricercatori indipendenti svelano mistificazioni, mettono in discussione credenze acclarate da tempo e affrontano il lato oscuro della fede trattando argomenti che le gerarchie di ogni confessione tentano di sottrarre alla conoscenza della gente. Una lettura che, pagina dopo pagina, mette in discussione i dogmi su cui si fondano le religioni più importanti del pianeta e, come nel caso delle accuse di pedofilia piovute su numerosi esponenti del cattolicesimo, affronta gli scandali che hanno coinvolto altissimi prelati sfidando pregiudizi e luoghi comuni. Dalle origini ebraiche dell'Islam al mistero di Maria Maddalena, dai massacri dei soldati crociati in Europa e Medio Oriente ai genocidi animati dai seguaci di Maometto...

Newton Compton Editori
Prezzo € 12,90
Dati 2008, 585 p., brossura
Curatore Leedom T. C.; Murdy M.
Traduttore Carbonelli L.; Scrivo S.

http://www.ibs.it/code/9788854111240/libro-che-tua



sabato, maggio 23, 2009

 

Ipazia dipinto di Raffaello, La scuola di Atene



 

TRAILER DEL FILM: Agora - Ipazia - Hypatia


 

Agora, film su Ipazia - Hypatia

Ipazia (Hypatia; Alessandria d'Egitto, circa 370 – Alessandria d'Egitto, marzo 415) è stata una matematica, astronoma e filosofa greca. Pagana, la sua fama deriva soprattutto dalla sua uccisione da parte di monaci cristiani, che l'ha fatta considerare una martire del paganesimo e della liberta di pensiero.Nel marzo del 415, su ordine di Cirillo di Alessandria, un gruppo di cristiani fanatici sorprese la filosofa mentre ritornava a casa, la tirò giù dalla lettiga, la trascinò nella chiesa costruita sul Cesareion e la uccise brutalmente, scorticandola fino alle ossa (secondo alcune fonti utilizzando ostrakois - letteralmente "gusci di ostriche", ma il termine era usato anche per indicare tegole o cocci), e trascinando i resti in un luogo detto Cinarion, dove furono bruciati.

SITO UFFICIALE: www.agoralapelicula.com

venerdì, maggio 22, 2009

 

Bimba violentata dal parroco. "Vieni con me, ho le caramelle"

Il sacerdote resta libero, la famiglia costretta a emigrare

MILANO 20.05.2009 - Ha abusato di una bimba di soli 7 anni, l’ha attirata nel suo ufficio con la promessa delle caramelle e l’ha violentata. Ma ora, a distanza di quasi due anni da quel drammatico pomeriggio, l’aguzzino, un sacerdote 75enne, è ancora libero. La triste vicenda, infatti, è arrivata nelle aule del Tribunale milanese, ma per il prete non è scattata alcuna misura di custodia cautelare.

Il racconto
A prendere la parola davanti ai giudici ieri è stato il padre della piccola vittima. È stato lui, un agente immobiliare, a ricostruire passo dopo passo quegli abusi, avvenuti nell’ufficio dell’oratorio.

Un racconto durato più di due ore, carico di tensione e di rabbia. Il racconto di un padre a cui la figlioletta di soli 7 anni ha confessato l’atroce segreto. Anzi. «La piccola - aggiunge l’avvocato della famiglia, Daniele Rescaldani - si è confidata prima con la nonna paterna, in due diversi momenti. Poi la nonna ha riferito tutto al padre, che ha sporto querela». E ieri, nel processo a porte chiuse alla V sezione penale, l’uomo ha ripercorso tutti quei momenti.

Il missionario
Il prete invece in aula non si è presentato. Il 75enne, che in passato aveva fatto il missionario in Africa e in America Latina ma che negli ultimi anni ha guidato la parrocchia di Arese, ha sempre negato con forza ogni accusa. Dopo lo scandalo era stato sospeso dall’incarico di parroco, ma «ancora oggi è libero di girare liberamente per Arese» aggiunge Rescaldani.
La famiglia della piccola vittima invece «è stata costretta a trasferirsi - prosegue il legale - per loro era diventato impossibile continuare a vivere in quella città». E anche ieri, davanti ai giudici, il padre ha raccontato: «Non hanno nemmeno permesso a mio figlio maggiore di iscriversi all’oratorio».

Quello stesso oratorio dove il 24 settembre 2007 sarebbero avvenuti gli abusi sulla piccola. Abusi descritti minuziosamente dalla stessa bambina nel corso di un incidente probatorio.
E dopo l’audizione di ieri del padre, il prossimo 22 settembre prenderanno la parola altri tre testimoni chiamati dalla Procura. Per far luce sulla vicenda e per assicurare alla giustizia il colpevole.

Federica Mantovani

www.cronacaqui.it/news-bimba-violentata-dal-parroco-vieni-con-me-ho-le-caramelle_22402.html

 

PRETI PEDOFILI



 

Irlanda: migliaia di minori abusati Rapporto, decenni di stupri e percosse a opera di religiosi

(ANSA)- LONDRA - Migliaia di minori irlandesi sono stati picchiati e violentati da centinaia di preti e suore cattolici in istituzioni 'correttive' pubbliche. E' accaduto in Irlanda fino agli anni '80: lo afferma il rapporto della Child Abuse Commission, che ha condotto la piu' grande indagine di sempre sugli istituti in mano agli ordini religiosi irlandesi, una ricerca durata 9 anni. Le violenze erano endemiche, violenze che hanno lasciato migliaia di persone segnate a vita. 20,05.2009

http://www.ansa.it/site/notizie/awnplus/mondo/news/2009-05-20_120375661.html

 

PRETI PEDOFILI





 

Botte, umiliazioni e violenze sessuali nei racconti degli ex bambini Sadie, Thomas e gli altri "Eravamo i loro schiavi"

"Il Rapporto non basta Quello che oggi chiediamo è che quegli istituti vengano perseguiti dalla giustizia"
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di e. f.
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LONDRA - Sadie O´Meara aveva 15 anni quando gli ispettori dell´assistenza sociale la strapparono alla madre, che non era sposata - una colpa imperdonabile nell´Irlanda bigotta e clericale del primo dopoguerra - e la consegnarono alle Sisters of Our Lady of Charuty of Refuge, le Magdalene Sisters, le famigerate suore protagoniste del film che tanto scalpore ha suscitato quando è apparso nelle sale di tutto il mondo nel 2002. «Mi misero a lavorare in una delle "Magdalene Laundries", le lavanderie dove ragazze orfane o private della famiglia venivano sfruttate come schiave», racconta. «Ci facevano alzare alle sei del mattino, marciare in un cortile, assistere alla messa, senza mangiare un boccone e neanche bere un bicchiere d´acqua. Ogni mattina c´erano ragazze che svenivano in chiesa per la debolezza». Sadie è una dei testimoni che hanno parlato con la commissione governativa d´inchiesta, per la compilazione del rapporto di 2500 pagine pubblicato ieri a Dublino. «Dormivo in una cella simile a quella di una prigione. La notte mi chiudevano dentro a chiave. C´era un letto di ferro e un secchio d´acqua come unica forma d´igiene. C´erano sbarre alla finestra, da cui si vedeva solo un grigio cortile. Il cibo era immangiabile. E poi la cosa peggiore erano le botte, le umiliazioni costanti, le violenze sessuali. Mia madre morì mentre ero dentro, non me lo dissero nemmeno».
Una sua compagna di sofferenze, che preferisce non rendere pubblico il proprio nome, testimonia gli abusi sessuali a cui era sottoposta dalle suore del medesimo istituto. «Scrissi una lettera per rivelare cosa stava accadendo lì dentro e riuscii a darla a un uomo che ci portava il pane. Ma lui la restituì alla madre superiora, che mi convocò nel suo studio e mi fece picchiare così selvaggiamente da aprirmi delle ferite nella carne viva delle gambe». Thomas Wall, un orfano di Limerick, fu affidato all´orfanatrofio dei Christian Brothers all´età di tre anni. «Da quando ne avevo otto, fui abusato sessualmente e violentato dai sacerdoti dell´istituto», racconta. «Se piacevi a qualcuno, era finita, non avevi scampo. Non c´era modo di nascondersi o difendersi, avevano accesso a te 24 ore su 24. Mi sono rimaste le cicatrici delle percosse che ho subito». Tom Hayes, anche lui orfano, finì nel medesimo orfanotrofio, ma oltre alle violenze dei preti gli toccarono quelle dei ragazzi più grandi: «Era la norma essere svegliato nel mezzo della notte e stuprato dai tuoi compagni. Da adulto non sono più riuscito ad avere rapporti normali». Dice John Kelly, un´altra vittima di abusi sessuali: «Il Rapporto non basta. Vogliamo che quegli istituti siano perseguiti e puniti dalla giustizia». La Repubblica 21.5.2009

 

PRETI PEDOFILI



 

Come nasce la credenza dell'immortalità dell'anima secondo la scienza (Jesse Bering)

La mente infinita

Perché tante persone pensano che la mente continui a esistere anche dopo la morte? Invece che un prodotto della culture religiose o una «coperta di Linus» emotiva, questa convinzione nasce dalla natura stessa della nostra coscienza.

di Jesse Bering

Dovrebbe sembrarci strana l'inclinazione ad annuire ascoltando la melodia vibrante di Iris Dement in Let the Mystery Be, un canto di lode all'aldilà. Ma l'unico vero mistero è il motivo per cui siamo così convinti che quello che accade «quando tutto finisce» sia un mistero. Il cervello è come qualunque altro organo: una parte del corpo. E la mente è ciò che il cervello fa: più un verbo che un nome. Allora perché ci domandiamo dove va la mente quando il corpo muore? Non dovrebbe essere evidente che anche la mente è morta? Eppure, gente di ogni cultura crede in qualche tipo di vita nell'aldilà o, per lo meno, non è sicura di cosa accada alla mente al momento della morte. Le mie ricerche mi hanno portato a ritenere che questa credenza irrazionale, invece che derivare dalla religione o servire a proteggerci dal terrore dell'inesistenza, sia un sottoprodotto inevitabile dell'autoconsapevolezza. Poiché non abbiamo mai sperimentato una mancanza di consapevolezza, non riusciamo a immaginare come ci si sente a essere morti. In realtà, non ci si sente in alcun modo. E qui sta il problema.

 

Il Gay Pride di Bruxelles 2009 risponde alle dichiarazioni discriminanti dello stregone Joseph Ratzinger


giovedì, maggio 21, 2009

 

TRASFERIAMO IL VATICANO IN GROENLANDIA: INIZIATIVA SU FACEBOOK

Su Facebook è partita la proposta di trasferire il Vaticano in Groenlandia, per liberarci da una presenza asfissiante che ha reso intollerabile la vita e la convivenza civile nel nostro "bel" Paese. Le adesioni sono piovute a valanga e stanno per superare la soglia dei 200.000: il che testimonia di quanto sia diversa la realtà del nostro Paese che, ad onta delle fiction sul Santo Impostore Padre Pijo e delle messe dominicali mandate in onda dalla RAI, cioè da Tele-Vaticano, mostra insofferenza e rigurgito nei confronti delle ingerenze clericali.Ho aderito con immenso piacere alla proposta di de-Ratzingherare l'Italia e trasferire il Vatic-ano in Groenlandia anche se, essendo un convinto ecologista, pavento forti rischi di inquinamento e danni ambientali per la fauna, la flora e gli autoctoni: senza contare i rischi di crisi di identità per gli orsi polari quando si troveranno di fronte il Papa, anche lui vestito di bianco.Per aderire all'iniziativa:

Aderisci anche tu e liberiamoci dalle pantegane del Vaticano:
www.facebook.com/group.php?gid=39248063209#/wall.php?id=39248063209


 

Un 28simo stato si aggira per l'Europa: il Vaticano! Ma resistere è possibile, anche da Strasburgo!

Qualcuno si illuderà che il Vaticano riservi solo all’Italia le proprie "amorevoli attenzioni", finalizzate a condizionare le nostre leggi, incassare i soldi dei contribuenti, in una parola a fare politica.Ma perché mai limitarsi nelle ambizioni, quando le vie della burocrazia europea sono, per definizione, infinite?Ecco qualche esempio di operosità dell’ultima dittatura (teocrazia) d’Europa.
Nel 2004 la Commissione Europea, sotto la spinta della "lobby vaticana", ha aggirato le procedure di bilancio e il rifiuto del Parlamento Europeo, approvano lo stanziamento di 1,5 milioni di Euro per finanziare la "Giornata Mondiale della Gioventù". Alla lobby Vaticana, scatenata in plenaria, riuscì anche di ottenere il rigetto dell'emendamento presentato da Sophie In't Veld e da me, che denunciava le affermazioni del Papa sui preservativi.
Non sempre, però, la lobby Vaticana riesce a piegare le istituzioni europee al suo volere.L'Unione europea, ad esempio, ha deciso di non fare riferimento alle "radici cattoliche" dell'UE nel Trattato di Lisbona, nonostante il pressing incrociato di Presidenti, Primi ministri e deputati europei.Il Parlamento Europeo, inoltre, ha rigettato la candidatura italo-vaticana di Buttiglione alla carica di Commissario, ha bloccato i finanziamenti che la Polonia voleva concedere ad un organismo collegato all’intollerante e omofoba Radio Marija, ha chiarito che "le affermazioni discriminatorie di esponenti politici, sociali e religiosi estremisti contro gli omosessuali alimentano l'odio e la violenza", chiedendo "una loro condanna da parte degli organi dirigenti competenti" (rapporto diritti umani della UE), ha condannato l'omofobia e le sue manifestazioni, "spesso giustificate con motivi di libertà religiosa e diritto all'obiezione di coscienza", come pure l'uso "di un linguaggio incendiario, carico di odio o minaccioso da parte di capi religiosi" (risoluzione sull'omofobia nell'Unione europea , 18 gennaio 2006 ), ha espresso "profonda preoccupazione per il ruolo avuto dai politici russi e dalle organizzazioni religiose nell'incitare alla violenza e all'odio contro le persone GLBT" (risoluzione sulla recrudescenza delle violenze razziste ed omofobe in Europa , 15 giugno 2006 ), ha stigmatizzato "i commenti discriminatori formulati da dirigenti politici e religiosi nei confronti degli omosessuali, in quanto alimentano l'odio e la violenza, anche se ritirati in un secondo tempo", chiedendo "alle gerarchie delle rispettive organizzazioni di condannarli" (risoluzione sull'omofobia del 26 aprile 2007 ).Grazie al Parlamento Europeo é stato sventato - probabilmente temporaneamente - il tentativo del Vaticano di fare approvare nei paesi dell'Est europeo una serie di concordati di nuova generazione, che prevedono il riconoscimento legale da parte dello Stato di una serie di esenzioni per le persone di religione cattolica, espresse sotto forma di obiezione di coscienza in tema di aborto, di fecondazione assistita, di divorzio, di informazione sessuale.
I risultati, è bene precisarlo, non sono sempre così favorevoli.La lobby Vaticana, ad esempio, si è spesa a fondo per appropriarsi dell'anno per il dialogo interculturale dell'Unione europea che ha avuto luogo l'anno scorso: il Presidente del Parlamento Europeo Pöttering, non appena insediato, ha subito invitato una serie di esponenti religiosi a prendere la parola in plenaria, senza prevedere alcuna possibilità per i deputati europei di intervenire, ma solo di ascoltare, trasformando un'iniziativa di "dialogo interculturale" in un vero e proprio "monologo interreligioso". Tra gli invitati figurava naturalmente Papa Benedetto XVI, che nonostante le insistenze da parte del Presidente Pöttering e le resistenze di un folto numero si deputati europei ha declinato l'invito.Il dialogo interreligioso, peraltro, ha luogo in modo costante tra le istituzioni della UE e le varie religioni. La Commissione europea ha infatti lanciato dal 2005 un forum informale di contatto per mantenere relazioni con le religioni attraverso una serie di incontri dei loro leader con la Commissione stessa: ovviamente le agende di quegli incontri, la lista completa dei partecipanti, i temi in discussione e i documenti distribuiti non sono sempre conoscibili, e le poche informazioni che si hanno sono le fotografie postate sui siti internet ed i comunicati stampa che vengono emessi dalla Commissione. Inutile aggiungere che le organizzazioni atee, agnostiche, umaniste o i cattolici del dissenso, come pure le religioni minoritarie, non sono invitate.
E’ di tutta evidenza, quindi, che la lobby cattolica-vaticana si sta organizzando anche nel Parlamento Europeo. Già da qualche legislatura le organizzazioni vaticane fondamentaliste affiancano i deputati europei più conservatori con assistenti che monitorano le attività del Parlamento: oltre all'intergruppo per la protezione della famiglia, una fantomatica "Associazione per la Fondazione Europa" é stata creata nel marzo 2006, allo scopo di fare lobby per promuovere la linea Vaticana, mentre un secondo tentativo è quello sponsorizzato da un deputato irlandese, Guy Mitchell, che ha creato un "Gruppo di lavoro sulla dignità umana" che promuove i valori cristiani; infine (ma non meno importante) la presenza dell'Opus Dei all'interno della Commissione, del Consiglio e del Parlamento é data per certa da coloro che seguono le dinamiche delle organizzazioni di questo tipo.
Come Lista Bonino-Pannella al Parlamento Europeo abbiamo organizzato tre congressi internazionali per la libertà religiosa e la laicità, per aggregare le forze politiche (ma anche le personalità religiose che ritengono la fede non da utilizzarsi a fini di potere) in difesa del diritto alla libertà di religione nel quadro dello Stato laico e secolare, contro il fondamentalismo religioso che mira all'occupazione dello Stato, da quello finanziario a quello bioetico a quello politico.Agli elettori la scelta: rimuovere la presenza Radicale, facilitando l’adesione Vaticana come 28esimo Stato membro di fatto della UE. Oppure consentirci di continuare in Europea le Eurobattaglie laiche!

Marco Cappato


 

Prete ai fedeli: “Miserabili”!

Maruggio (Taranto) - Le pagine di cronaca regionale del Corriere della sera di oggi riporta la notizia della rivolta dei fedeli della parrocchia della santissima Natività, a Maruggio (TA), contro il parroco che nell’omelia per le comunioni per un non consistente introito di oboli ha tutti apostrofato come: “miserabili, ingrati, avete rovinato la festa dei vostri figli”. Molti hanno abbandonato la messa, i rimasti hanno dovuto subire altra invettiva da parte del parroco, Tommaso Pezzarossa, per il mancato introito di almeno 20 euro -, questa la tariffa per le comunioni multiple - a fronte delle spese per la cerimonia e la gestione di tutta “la baracca”. Aveva ancora redarguito i grandi di essere credenti di un cristianesimo che puzza, solo di facciata, di essere sepolcri imbiancati. Tempo addietro si era scagliato anche contro i bambini, definendoli “puliti fuori e sporchi dentro”. Al fustigatore parroco-gabelliere ricordiamo che alcuni dei tanti introiti (dall’ 8 per mille dallo Stato al 7 per cento degli oneri di urbanizzazione versati al Comune dai cittadini per le concessioni edilizie e dal Comune erogato alle diocesi) permettono all’apparato ecclesiastico e al loro capo che vive e veste da faraone di gestire un immenso patrimonio, restare la seconda potenza azionista del mondo e la seconda potenza ospedaliera in Italia.

Giacomo Grippa

martedì, maggio 19, 2009

 

LE PAROLE CHE NON CONTANO NIENTE

di Vania Lucia Gaito

In quanto a scuse, la Chiesa cattolica non le lesina di certo: si scusa con gli ebrei (dopo aver revocato la scomunica ai lefevbriani), si scusa con le vittime dei preti pedofili (guardandosi bene dal cacciarli dalle gerarchie ecclesiastiche), e, dulcis in fundo, si scusa con gli indigeni del Canada per la "deplorevole condotta" dei sacerdoti e delle suore all'interno delle scuole residenziali canadesi.Le scuse non solo non costano nulla e fanno fare bella figura, ma non cambiano neppure una virgola dello stato delle cose. Parole. Ecco: le scuse sono solo parole. Quanto ai fatti, c'è invece parecchio da dire.Intanto, la notizia dell'incontro di Ratzinger con Phil Fontaine, Grande Capo dell'Assemblea delle Prime Nazioni del Canada, e con l'Arcivescovo James Weisgerber, presidente della Conferenza dei Vescovi Cattolici del Canada, insieme ad altri leader e rappresentanti indigeni, sui giornali è passata quasi sotto silenzio. Argomento scomodo, si sa, meglio non sollevare clamore.
Nel corso dell'incontro, Benedetto XVI ha ricordato, come sottolinea una nota del Vaticano "come fin dai primi giorni della sua presenza in Canada la Chiesa, soprattutto attraverso il suo personale missionario, abbia accompagnato da vicino le popolazioni indigene". Inoltre, il Papa ha "espresso il proprio dolore e l'angoscia provocati dalla deplorevole condotta di alcuni membri della Chiesa e ha mostrato la propria simpatia e solidarietà". L'arcivescovo James Weisgerber, inoltre, si è fatto portavoce delle difficoltà che gli indigeni canadesi vivono tuttora: "I popoli aborigeni continuano ad essere emarginati e impoveriti. Le loro necessità sociali, economiche e culturali sono oggi così urgenti che tutti i canadesi devono compiere nuovi e decisi sforzi per collaborare con le popolazioni indigene per assicurare loro rispetto, accettazione e uguaglianza". Nobilissimi sentimenti, nobilissime parole. Ma, di fronte ai fatti, si rivelano per quello che sono: parole e nient'altro. Vediamo di fare un po' di chiarezza.La "conquista del Canada" avvenne ad opera prima dei francesi e poi degli inglesi. I francesi arrivarono nel 1534, e dal 1615 arrivarono in Canada i primi missionari cattolici, che tentarono di convertire gli indigeni dei luoghi dove si stabilirono. La dominazione francese durò fino al 1763, quando, al culmine della guerra dei Sette Anni, il Canada passò sotto la dominazione della Gran Bretagna. E' importante sottolineare che, quando i francesi giunsero sul territorio canadese, lo trovarono abitato da popoli giunti lì molte migliaia di anni prima, che si dedicavano alla coltivazione, alla caccia al bisonte e vivevano in comunione con la terra. In base a quale principio, dunque, presero possesso, in nome del re Francesco I, del territorio canadese? Tutto comincia il 4 maggio 1493, con un Papa, Alessandro VI Borgia, e una bolla. La bolla è conosciuta come "Inter caetera Divinae", e con essa l'allora pontefice, in virtù della Donazione di Costantino (documento rivelatosi in seguito assolutamente ed incontrovertibilmente falso), "donava" a sua volta le terre scoperte da Colombo ai sovrani di Spagna e Portogallo, purchè si obbligassero a convertire i popoli indigeni alla religione cristiana. Un'altra bolla, emanata da Niccolò V nel 1455, autorizzava i popoli "civilizzatori" a invadere, ricercare, catturare, vincere e soggiogare i pagani, a schiavizzarli e a confiscare le loro proprietà. Del resto, le bolle trovavano legittimazione nel Deteuronomio: "Quando il Signore tuo Dio ti avrà introdotto nel paese che vai a prendere in possesso e ne avrà scacciate davanti a te molte nazioni [...] quando il Signore tuo Dio le avrà messe in tuo potere e tu le avrai sconfitte, tu le voterai allo sterminio; non farai con esse alleanza né farai loro grazia. Non ti imparenterai con loro, non darai le tue figlie ai loro figli e non prenderai le loro figlie per i tuoi figli, perché allontanerebbero i tuoi figli dal seguire me, per farli servire a dèi stranieri, e l'ira del Signore si accenderebbe contro di voi e ben presto vi distruggerebbe. Ma voi vi comporterete con loro così: demolirete i loro altari, spezzerete le loro stele, taglierete i loro pali sacri, brucerete nel fuoco i loro idoli. Tu infatti sei un popolo consacrato al Signore tuo Dio; il Signore tuo Dio ti ha scelto per essere il suo popolo privilegiato fra tutti i popoli che sono sulla terra."La sorte degli indigeni canadesi era quindi già scritta. Il potere religioso e quello politico-economico si allearono, come sempre accade, con due diversi obiettivi: il primo, quello politico-economico, mirava ad appropriarsi delle terre degli indiani canadesi per lo sfruttamento, soprattutto dei boschi, il secondo, quello religioso, mirava alla conversione (anche forzata) al cristianesimo. Per fare questo fu necessario approntare un'apposita commissione che affrontasse il problema dell'assimilazione degli indigeni. Nacque così la commissione Bagot, sostenuta dal Vaticano, che studiò il problema e indicò le linee guida di quello che sarebbe stato l'Indian Act, uno dei documenti più vergognosi che siano mai stati emessi.Con l'Indian Act, gli indigeni divenivano "cittadini di seconda classe", e potevano essere arrestati, imprigionati, privati dei loro beni e delle loro terre anche senza giustificazioni. Ma non bastava. L'obiettivo dell'assimilazione prevedeva anche che i bambini indiani, alle soglie dell'età scolare, venissero sottratti (spesso forzatamente) alle loro famiglie, per essere rinchiusi in quelle che vennero chiamate Scuole Residenziali, che nei fatti si rivelarano veri e propri lager. La tutela legale dei bambini indiani veniva tolta ai genitori e assegnata al direttore della scuola di cui facevano parte, che in pratica poteva disporre delle loro vite come voleva. E quello che accadde ai bambini indigeni canadesi ha un unico nome: genocidio.All'interno delle scuole residenziali, oltre il 60% delle quali era retta da religiosi cattolici, fu messo in opera il dictat alla base dell'Indian Act: l'assimilazione o l'annichilimento. E fu l'annichilimento, fin dal principio. Ai bambini veniva assegnato un numero, come nei campi di concentramento nazisti, e dovevano sottostare a regole rigidissime: era proibito parlare la propria lingua, era proibito qualsiasi contatto con la famiglia d'origine, era proibito professare la propria religione o dedicarsi ad attività "da indiani" come intagliare il legno, era proibito perfino ridere. La disciplina rigidissima mirava al totale annichilimento della volontà. I bambini furono torturati, picchiati, violentati e uccisi in modo terribile. Massacrati a calci e pugni, buttati fuori dalle finestre, impiccati, frustati fino alla morte, torturati e uccisi con scariche elettriche, passati di mano come merce sessuale, sodomizzati, sottoposti ad esperimenti medici terrificanti, forzatamente sterilizzati, deliberatamente esposti alla tubercolosi, costretti di fatto alla schiavitù e costantemente vittima del terrore.I loro cadaveri furono sepolti ovunque, nei dintorni delle scuole residenziali, o gettati nei boschi e nei dirupi. In pochissimi sopravvissero alle infamie e alle torture. Legittimate dal governo canadese, le scuole residenziali furono i lager del Canada, votati allo sterminio di un intero popolo, colpendo dove era più falice e soprattutto dove i risultati sarebbero stati decisivi: distruggendo i bambini. I pochi sopravvissuti oggi sono in gran parte sbandati, spesso suicidi, votati all'autodistruzione perchè quello che hanno loro inculcato era la loro indegnità a vivere, spesso dipendenti da alcol e droghe, nel migliore dei casi senza più radici certe e con un bagliaglio di ricordi terrificanti.Suonano dunque quasi beffarde, le parole di Giovanni Paolo II del 18 settembre 1984, quando rivolse un messaggio radiotelevisivo alle popolazioni indigene del Canada: "Sono al corrente della gratitudine che voi, popoli Indiano e Inuit, avete nei confronti dei missionari che hanno vissuto e sono morti tra di voi. Ciò che essi hanno fatto per voi è ben noto a tutta la Chiesa; è noto al mondo intero. Questi missionari hanno cercato di vivere la vostra stessa vita, di essere come voi per servirvi e per portarvi il Vangelo di salvezza di Gesù Cristo. [...] I missionari rimangono tra i vostri migliori amici, dedicano la loro vita al vostro servizio, perché predicano la parola di Dio."Il governo canadese ha chiesto scusa alle popolazioni indigene appena un anno fa. Alle vittime, il governo canadese ha offerto un risarcimento di 5 miliardi di dollari. L'ultima scuola residenziale fu chiusa nel 1996. Solo sulla West Coast canadese vivevano 2.000.000 di indigeni. Oggi sono poco più di 20.000. Le scuole residenziali hanno funzionato, lo sterminio ha avuto successo.Buona ultima, si dispiace anche la Chiesa cattolica, a cui non verranno chiesti risarcimenti, poichè il governo del Canada proibisce qualsiasi tentativo di rivalsa legale nei confronti degli esecutori materiali del genocidio: la Chiesa cattolica e la Chiesa Unita del Canada. A Ratzinger le scuse non costano quindi proprio nulla, e del resto il Vaticano si è ben guardato dall'assumersi responsabilità per quanto accaduto. Come nel caso dei preti pedofili, nel caso dei religiosi genocidiari si trattava di "casi isolati".Suscita tuttavia perplessità il comportamento di Ratzinger, soprattutto alla luce di quanto avvenuto a luglio del 2008. Vale la pena ricordarlo, considerando che anche in quel caso sui giornali è comparso ben poco. Lo scorso anno il Concilio Internazionale delle 13 Anziane Indigene, un organismo che si occupa della tutela delle diverse culture mondiali, chiese udienza a Benedetto XVI. Lo scopo delle Tredici Anziane era quello di consegnare al Papa una dichiarazione con la quale si chiedeva di recedere dalla bolla papale che ha dato origine alla colonizzazione delle terre indigene e dai documenti e bolle papali che dimostrano come il papato abbia svolto un ruolo preponderante nel genocidio nordamericano. L'udienza pubblica fu concessa con un permesso scritto, ma le Anziane si ritrovarono di fronte ad un palazzo vuoto: Ratzinger aveva improvvisamente deciso di ritirarsi a Castel Gandolfo "per riposare in previsione del viaggio in Australia". Comportamento quanto meno poco cortese. Senza contare l'atteggiamento delle forze dell'ordine nei confronti delle Tredici Anziane che, comunque, si erano riunite in preghiera a piazza San Pietro: quattro funzionari di polizia del Vaticano chiesero alle donne di interrompere la cerimonia di preghiera sostenendo che tali preghiere fossero in contraddizione con gli insegnamenti della Chiesa, affermando che il gruppo violava la politica del Concilio Vaticano II e accusando le Tredici Anziane di idolatria.A distanza di un anno, Ratzinger "ha sottolineato che gli atti di abuso non possono essere tollerati nella società. Ha pregato perché tutte le vittime sperimentino la guarigione e ha incoraggiato i Popoli delle Prime Nazioni ad andare avanti con rinnovata speranza" (Comunicato della Sala Stampa del Vaticano) ed ha espresso il proprio dolore. Tanto, le parole non costano niente.

Vania Lucia Gaito

Fonte:

domenica, maggio 17, 2009

 

DERAT(ZINGER)IAMOCI !


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ADDIO HERETICUS

Caro Hereticus, caro Amico,
da navi diverse siamo approdati alla stessa terra con l’intento determinato di liberarla dalle pantegane del Vaticano. Sono pantegane con le gonne, grosse, arroganti e terribili. Non sarebbero pantegane pericolose se si cibassero di spazzatura come le altre pantegane. Purtroppo le pantegane del Vaticano si cibano e divorano oltre che i nostri soldi, anche la nostra Democrazia, la nostra Libertà, la nostra Vita. Stai tranquillo che non è stato tolto solo qualche pelo alla vacca, ma molto di più. E se guardiamo bene la vacca mentre sta camminando è facile vedere che, incerta, sta barcollando. Un abbraccio a te e a tutti quelli che hanno strappato, e continueranno a strappare ancora, i peli alla vacca vaticana.

Ennio Montesi

Clerofobia chiude. E così sia

Tra qualche settimana scadrà la licenza per il mantenimento del sito Clerofobia sul WEB.
Non rinnoverò la licenza… e il sito scomparirà nel più profondo dell’inferno….
Ma io lascierò tranquillamente affondare quella che un tempo fu una maestosa nave a vela pirata, e che ora sembra una di quelle barcaccie semisommerse in qualche darsena sperduta.
Il capitano Hereticus ha deciso già da tempo di abbandonare la nave al suo destino, perchè il capitano è stanco, scoraggiato ma soprattutto scoglionato.
Per quasi quattro anni mi sono fatto un mazzo così per combattere lo strapotere della chiesa cattolica sullo stato della Repubblica Italiana….(le maiuscole R e I non sono casuali) , ma dopo tutte quelle discussioni, quegli incontri con compagni di lotta, quelle notti a scrivere articoli infuocati, non abbiamo concluso una beata minchia e io mi sono rotto i coglioni.
Sapete come si dice dalle mie parti per esprimere la totale inoffensività di una azione?
“E’ stato come togliere un pelo a una vacca!”-
Ecco, io probabilmente ho tolto qualche pelo alla vacca, ma del male gliene ho fatto proprio poco.
C’è poco da fare: l’uomo è un bambinone che ha bisogno di essere tenuto per mano lungo l’arco di tutta la sua vita e la mano gliela tende la religione. Dove c’è bisogno c’è denaro.
“Non sarete più soli, ma al vostro fianco trovere gesù, la madonna, padre pio, il beato woityla, il beato pio IX, e una profusione di angioletti protettivi antisfiga.”
Questo grosso modo è quanto la chiesa promette a noi poveri sudditi peccatori ancor prima di nascere, e perciò destinati ad essere consegnati nelle amorevoli mani di santa madre chiesa.
Questa a meno di un mese di età avrà già marchiato a inchiosto il poverino malcapitato che neppure sa che cazzo gli stanno facendo. (Circonvenzione d’incapace?)
La chiesa amorevole in compenso provvederà a nettarci da quell’orrendo peccataccio commesso dai notri tristristrisavoli Adamo ed Eva. Gesù perdona, dio no.
E’ ancora incazzato per una meletta da due soldi che non era neppure cartellinata “Val di Non”.
Io so perfettamente che potrei sciorinare in poche ore tutto il meglio di quanto ho scritto in questi quasi quattro anni, invocando la storia, la antropologia, la logica, la politica e l’economia; ma nulla cambierebbe.
Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire ed è vero.
Inutile imbottire i credenti con notizie bomba sugli scandali pedofili esplosi in varie diocesi d’oltreoceano e usciti allo scoperto grazie ad avvocati coraggiosi, o sulle complicità della chiesa col regime di Hitler o parlare dei milioni di morti (strage degli Indios in America latina, roghi e prigioni con la santa inquisizione, lotta alla cultura e soprattutto alla scienza perchè spesso contraddice le sacre scritture).
Meglio una bella diffusione di peste che dubitare che la madonna sia rimasta vergine anche dopo il parto
I topi apportatori di epidemia?
“Solo messaggeri di dio che è incazzato con noi e ci vuole punire. ” questo quanto asserivano i papi medioevali. (Anche Dracula però utilizzava i topi? Una coincidenza?)
Ci scherzo sopra , ma di fronte a questi orrendi monumenti della peggior storia dell’uomo, quasi tutti noi, abbassiamo gli occhi e guardiamo dall’altra parte.
“Il signor ratzinger ha asserito fermamente che il condom aggrava la diffusione dell’AIDS in Africa? ” lei cosa ne pensa signor Giuseppe Santamaria?
“Come scusi… non ho capito bene…. sa questo silenzio è assordante!”
Dunque ne vale la pena di continuare a combatttere come il famoso soldatino giapponese ritrovato nell’isola parecchi anni dopo la fine del secondo conflitto mondiale?
No… mi arrendo… Mi arrendo sì, ma non alle ragioni del cattolicesimo…
Questo non accadrà mai!!!
Mi arrendo alla stanchezza e al disgusto per i miasmi di certi orrendi scandali che in molti hanno cercato di occultare sotto il tappeto della storia.
Miasmi che ho respirato quotidianamente per troppo tempo.
Mi arrendo alla noia che deriva dal predicare al vento, perchè fa più una puntata su RAI 1 dedicata a san Piripacchio da Cassino, che anni di ininterrotta belligeranza anticlericale.
Mezz’ora di TV-propagada demoliscono mille denunce lanciate sul Web….
Niente da fare… E’ il popolo che vuole che le cose restino così…
Se la gente ne avesse davvero pieni i coglioni diserterebbe in massa le chiese…
Io non so dalle altre parti…. ma pare che le messe domenicali al mio paese siano sempre ben gremite….
In Italia il registro dei battezzati fa la differenza sulla bilancia dell’ingerenza che una religione esercita su uno Stato Sovrano..
Se poi a vent’anni uno decide di mollare per sempre la chiesa non importa…
Il suo posto nel registro dei battezzati non glielo toglie nessuno.
E quello stesso librone serve pure per riscuotere le moderne decime che il cittadino volente o nolente deve elargire al santo staterello.
9 miliardi di Euro l’anno è quanto il povero stato italiano deve donare al vaticano…
Non tutti in contanti.
Molto imposte e gabelle non vengono versate dalla chiesa perchè gli immobili ecclesiatici sono stati esentati dall’ ICI.
Una cifra enorme che dissangua le nostre già anemiche casse statali.
E così se non si vogliono aumentare le tasse, si provvede a tagliare a più non posso le risorse per scuola, sanità, giustizia, sicurezza.
I pensionati hanno pensioni di merda grazie anche alle regalie al vaticano.
Se lo segnino, da qualche parte prima che l’Alzheimer li travolga con una nuvola d’oblio.
Ogni anno lo stato italiano subisce un terremoto… anche senza scosse sussultorie…
Ma non cè niente da fare… Loro vogliono stare là e il popolo vuole che loro stiano là.
Ecco trovata la morale della storia.
La colpa è anche nostra… del popolo bue.

Bene ragazzi… a questo punto vi dico addio sul serio….
Toglierò i blocchi ai commenti così avrete modo di lasciare due righe di saluto… un pò come si fa in certe camere ardenti… brrrrrrr….. tocchiamoci le palle.
Questo è sempre stato un sito intelligente e mi auguro che anche gli avversari usino “lo ben dell’intelletto“, nel caso volessero scrivere due righe.
E così… tutto finisce… speriamo che la cosa valga anche per loro….
E’ stato bellissimo per i primi due anni quando il vecchio blog girava a folle velocità e si era formata una splendida cordata di clerofobi dal cervello fine e dalla tastiera facile che hanno dato vita ad uno dei più scoppiettanti siti del web.
Ora è tempo di salutarci….
Non è detto che non apra un blog sulla poesia… o sui bei tempi andati… quando io avevo gli occhi ancora pieni di sogni…
Chissà
Addio…..

http://www.clerofobia.it/?p=482

 

GRAZIE A DIO SONO ATEO!



 

CAUSA DANNI IRREPARABILI ALLA SALUTE



 

AFFANCULO ALLO STREGONE PARASSITA!



 

DISABILE SFRATTATA E PIGNORATA DALLA CHIESA, CHE SUCCHIA L'8 PER MILLE AGLI ITALIANI E NON PAGA L'ICI

I frati maroniti, dopo aver sfrattato una disabile perché pagava "soltanto" 700 euro di canone mensile, le hanno anche pignorato la casa in cui era stata costretta a traslocare, e questo per "recuperare" un credito di ben 12.000 euro per spese giudiziarie di sfratto. Questo è l'uso, altamente "cristiano", che la Chiesa fa delle immense ricchezze immobiliari e patrimoniali che ha accumulato, parassitariamente e senza mai lavorare, nei suoi 2.000 anni di storia criminale. Un patrimonio che la Chiesa, "grazie" all'8 per mille e grazie ai priviligi ed alle esenzioni fiscali, incrementa ed accumula tutt'oggi ai danni dei cittadini italiani, ridotti sempre più in povertà e miseria. Guardatevi questo servizio, mandato in onda dalle Jene il 15 maggio 2009, e confrontatelo con gli spot, ipocriti e ingannevoli, che la Chiesa diffonde sulle reti televisive per elemosinare l'8 per mille truffaldino accordatole da Craxi & C.: spero che i conati di vomito non vi impediscano di arrivare alla fine del filmato.

sabato, maggio 16, 2009

 

ROMA: DISABILE SFRATTATA DAI PRETI - DA VOMITARE


 

Vaticano Spa di Gianluigi Nuzzi - Chiarelettere Editore

Titolo: Vaticano Spa
Genere: Problemi e Servizi Sociali
Autore: Gianluigi Nuzzi
Editore: Chiarelettere
Anno: 2009
Collana: Principioattivo
Informazioni: pg. 280
Codice EAN: 9788861900677
Prezzo Book Shop: € 12,00
Prezzo di listino: € 15,00
Sconto: € 3,00 (20%)

IL LIBRO – Spericolate operazioni finanziarie mascherate da opere di carità e fondazioni di beneficenza. La storia raccontata in questo libro parte da un archivio custodito in Svizzera e da oggi accessibile a tutti. Circa quattromila documenti riservati della Santa Sede. Lettere, relazioni, bilanci, verbali, bonifici. Tutto grazie all’archivio di monsignor Renato Dardozzi (1922-2003), tra le figure più importanti nella gestione dello Ior fino alla fine degli anni Novanta. Sembrava una storia conclusa con gli scandali degli anni Ottanta: Marcinkus, Sindona e Calvi. Invece tutto ritorna. Dopo la fuoriuscita di Marcinkus dalla Banca del Papa, parte un nuovo e sofisticatissimo sistema di conti cifrati nei quali transitano centinaia di miliardi di lire. L’artefice è monsignor Donato de Bonis. Conti intestati a banchieri, imprenditori, immobiliaristi, politici tuttora di primo piano, compreso Omissis, nome in codice che sta per Giulio Andreotti. Titoli di Stato scambiati per riciclare denaro sporco. I soldi di Tangentopoli (la maxitangente Enimont) sono passati dalla Banca vaticana, ma anche il denaro lasciato dai fedeli per le messe è stato trasferito in conti personali. Lo Ior ha funzionato come una banca nella banca. Una vera e propria “lavanderia” nel centro di Roma, utilizzata anche dalla mafia e per spregiudicate avventure politiche. Un paradiso fiscale che non risponde ad alcuna legislazione diversa da quella dello Stato Vaticano. Tutto in nome di dio.

L’AUTOREGianluigi Nuzzi è nato a Milano nel 1969. Inviato di «Panorama» dopo aver lavorato a «Il Giornale» e collaborato con il «Corriere della Sera», dal 1994 segue le più rilevanti inchieste giudiziarie con implicazioni politiche e finanziarie del nostro paese. Negli ultimi anni i suoi scoop hanno fatto scandalo e determinato nuove indagini come nella guerra tra l’ex ministro Vincenzo Visco e l’ex numero uno della Guardia di finanza Roberto Speciale, le intercettazioni di Piero Fassino e Giovanni Consorte («Allora Gianni siamo padroni di una banca?») e quelle di Gianpiero Fiorani e Antonio Fazio («Tonino ti darei un bacio in fronte») nell’inchiesta sulle scalate a Bnl e Antonveneta o, più recentemente, quelle dell’allora premier Romano Prodi.


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