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martedì, marzo 31, 2009

 

Ascolta: Michele Ainis, costituzionalista autore di CHIESA PADRONA - Un falso giuridico dai Patti Lateranensi a oggi - Garzanti Editore


domenica, marzo 29, 2009

 

NATIONAL GEOGRAPHIC: Religione Segreta - Gli Altri Messia 1/5


 

NATIONAL GEOGRAPHIC: Religione Segreta - Gli Altri Messia 2/5


 

NATIONAL GEOGRAPHIC: Religione Segreta - Gli Altri Messia 3/5


 

NATIONAL GEOGRAPHIC: Religione Segreta - Gli Altri Messia 4/5


 

NATIONAL GEOGRAPHIC: Religione Segreta - Gli Altri Messia 5/5


sabato, marzo 28, 2009

 

DI KI E' KVUESTO?



 

IL VATICANO INVASO DA MIGLIAIA DI PRESERVATIVI

Chiunque voglia inviare il preservativo alla cricca del Vaticano basta infilare il preservativo dentro una busta, affrancare e spedire al seguente indirizzo postale:

Prefettura della Casa Pontificia
00120 Città del Vaticano


Il Vaticano riceverà migliaia di preservativi, grazie ad un’iniziativa di Facebook, in protesta per le recenti dichiarazioni del Papa Benedetto XVI contro l'uso dei preservativi per combattere l'AIDS in Africa. Gli organizzatori del gruppo italiano della rete sociale assicurano che 60.000 persone invieranno preservativi al Vaticano questo venerdì. L’invio dei preservativi potrebbe arrivare a milioni, se altri gruppi di tutto il mondo simili a Facebook, si animino a partecipare all’iniziativa.

Ogni persona invierà oggi un preservativo alla Prefettura della Casa Pontificia 00120 Città del Vaticano, e gli organizzatori sperano che questi arrivino il 1 di aprile. Il gruppo italiano dice che questo gesto deve essere una "provocazione pacifica... tra la gente giovane che probabilmente sono i più affettati dal problema delle malattie di trasmissione sessuale." La campagna di Facebook cominciò in Italia ma si è estesa in tutta l'Europa, migliaia di persone si sono unite dalla Francia, Regno Unito, Germania, Austria e Bulgaria, affermano gli organizzatori.

Dichiarazioni polemiche

Il Pontefice attrasse l'attenzione mondiale lo scorso martedì quando disse che i preservativi non aiutavano non solo, ma "incrementavano il problema" della trasmissione dell'AIDS, parlando coi giornalisti durante la sua visita in Africa. Le sue dichiarazioni furono contestate dalle organizzazioni umanitarie e gruppi di lotta contro l'AIDS, come la Commissione Europea e da vari governi europei come Germania, Francia, Spagna, Belgio e Lussemburgo. I vescovi italiani accusarono lunedì ai mezzi di comunicazione, ad alcuni politici europei ed alle organizzazioni internazionali di aver "deriso" del Papa coi "offensivi" e "volgari" attacchi. In appoggio al Papa, il presidente della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), il Cardinale Angelo Bagnasco, disse che l'alluvione di critiche contro il Papa andava "oltre ognicosa ragionevole." 27.03.2009

Fonte
http://www.insurgente.org/modules.php?name=News&file=article&sid=16339

 

BOICOTTA ER BIGOTTO



 

ATTENTI AL VATICANE



 

TSUNAMI DI PRESERVATIVI INONDA IL VATICANO



 

STREGONE DENTRO IL PROPRIO ELEMENTO NATURALE



mercoledì, marzo 25, 2009

 

FICA-TAXI: COSI' MANIFESTANO IN OLANDA CONTRO LO STREGONE JOSEPH RATZINGER (è quello a destra nella foto con la gonna bianca)



 

FICA-TAXI: COSI' MANIFESTANO IN OLANDA CONTRO LO STREGONE JOSEPH RATZINGER (dettaglio)



 

LA-MONA-CA SPRECATA, SPRETATA, SMONACATA, STONACATA



sabato, marzo 21, 2009

 

Saggio di Fernando Liggio: La Storia Clinica di Yeschuah Bar-Yosef il “Galileo” (Gesù il “Cristo”)



 

Saggio di Fernando Liggio: La Storia Clinica di Yeschuah Bar-Yosef il “Galileo” (Gesù il “Cristo”)


Rif.


mercoledì, marzo 18, 2009

 

DA RITAGLIARE IL BURATTINO PUPAZZO PER I GIOCHI



domenica, marzo 15, 2009

 

Crise de confiance pour Benoît XVI dans l'Eglise

Agence France-PresseCite Du Vatican

Entre l'affaire des évêques intégristes et l'excommunication controversée d'une mère ayant fait avorter sa fillette violée au Brésil, un fossé se creuse entre le Vatican et une partie de l'Eglise catholique que le pape Benoît XVI peine à combler. «Le pape n'est pas seul, tous ses collaborateurs les plus proches lui sont fidèles et sont profondément unis à lui», a affirmé vendredi le numéro 2 du Vatican, le cardinal Tarcisio Bertone. Une mise au point inhabituelle qui se voulait une réponse au titre «La solitude du pape» publié en première page de deux des plus grands quotidiens de la Péninsule, La Stampa et La Repubblica. Jeudi, Benoît XVI, déstabilisé par la crise provoquée dans l'Eglise catholique par la levée de l'excommunication de quatre évêques intégristes, s'est justifié dans une lettre au ton amer, une démarche inusitée qui a révélé un pape isolé et blessé par les polémiques. Le souverain pontife s'est notamment plaint de la «véhémence» des réactions à cette décision, se disant «peiné» de l'incompréhension, voire de «l'hostilité» de nombreux catholiques, et appelant à l'unité parmi les fidèles. La levée de l'excommunication des quatre prélats intégristes, dont le négationniste Richard Williamson, avait provoqué des tensions entre le Vatican et la communauté juive, mais aussi d'importants remous au sein de l'Eglise. Des divergences sur lesquelles Tarcisio Bertone est revenu vendredi, parlant de «quelques voix discordantes» parmi les évêques et dénonçant leur «manque de confiance envers le pape et ses décisions». L'Osservatore Romano, quotidien du Vatican, a reconnu que la «tempête» déchaînée par la levée des excommunications était «sans précédent». Cette crise se superpose au malaise provoqué parmi les fidèles par l'excommunication début mars d'une mère brésilienne ayant fait avorter sa fille de 9 ans, enceinte de son beau-père qui la violait. Au Vatican, le cardinal Giovanni Battista Re, préfet de la congrégation pour les évêques, avait justifié cette mesure prononcée par l'archevêque de Recife, affirmant que les jumeaux portés par la fillette «étaient deux personnes innocentes qui avaient le droit de vivre». Mais vendredi, la Conférence nationale des évêques du Brésil a désavoué l'archevêque de Recife, estimant que la mère avait agi «sous la pression des médecins» qui lui disaient que sa fille allait mourir si sa grossesse n'était pas interrompue. Fait exceptionnel, plusieurs évêques français avaient exprimé publiquement leur incompréhension après cette excommunication, estimant que le principe du «respect de la vie» auquel l'Eglise est attaché ne justifiait pas «la sévérité» d'une décision «abrupte» et privée de «compassion». En mai 2007, lors de son déplacement au Brésil, le pape avait justifié l'excommunication des élus ayant légalisé l'avortement à Mexico. Les blogs catholiques se sont fait l'écho du malaise général, voire du dégoût de certains fidèles. Un climat propice à la campagne pour la «débaptisation» menée à travers l'Europe depuis plusieurs années, et qui est en train de réaliser une percée en Italie. «Des milliers de personnes nous contactent pour obtenir un formulaire à renvoyer à leur paroisse pour se débaptiser», raconte à l'AFP Ennio Montesi, responsable en Italie du «Axteismo, Mouvement international pour la libre pensée, non à l'Eglise, non à la religion». Selon lui, de 2.000 à 3.000 personnes sont passées à l'acte ces derniers mois car «les gens sont fatigués (de l'Eglise), et les prises de position du Vatican sur l'avortement ou l'euthanasie y sont pour beaucoup».

lunedì, marzo 09, 2009

 

PEDOFILIA: SI DIMETTE IL SEGRETARIO DI TRE PAPI


Si è dimesso il vescovo irlandese John Magee, ex segretario personale di tre papi (Montini, Luciani, Wojtyla), finito nella bufera per i preti pedofili denunciati nella sua diocesi
Pedofilia:si dimette il segretario di tre papi

L'accusa è di aver coperto sacerdoti colpevoli di abusi su minori: mai lo scandalo pedofilia era arrivato fino all'appartamento pontificio.

GIACOMO GALEAZZI

L’accusa è di aver coperto sacerdoti colpevoli di abusi su minori: mai lo scandalo pedofilia era arrivato fino all’appartamento pontificio. Si è dimesso ieri il vescovo irlandese John Magee, ex segretario personale di tre papi (Montini, Luciani, Wojtyla), finito nella bufera per i preti pedofili denunciati nella sua diocesi. Il presule di Cloyne, nel sud dell’Irlanda, ha chiesto a Benedetto XVI di nominare un amministratore apostolico cui spetterà di gestire la diocesi fino a quando non sarà ordinato un nuovo vescovo. Negli ultimi anni la Chiesa cattolica irlandese è stata sconvolta da numerose vicende di pedofilia e di abusi sessuali ed accusata di aver coperto alcuni casi. John Magee, 72 anni è stato segretario privato di ben tre papi Paolo VI, Giovanni Paolo I e Giovanni Paolo II e nel 1992 è stato nominato da Karol Wojtyla Maestro delle cerimonie pontificie. Da mesi è stato investito da un’inchiesta su presunti casi di pedofilia e a dicembre dell’anno fu duramente criticato dal «Comitato nazionale per la salvaguardia dei bambini» in seguito al caso di due preti della diocesi di Cloyne accusati di violenze sessuali e molestie su bambini. Conosciutissimo in Curia, monsignor Magee è testimone diretto di uno degli eventi storici più discussi e misteriosi del XX secolo: l’improvvisa morte di Giovanni Paolo I. Fu lui a documentare che il pomeriggio precedente la sua morte papa Luciani ebbe almeno altri due malori. A cena poi il Papa ebbe una premonizione e al segretario disse: «Il ritiro che adesso vorrei fare è quello per una buona morte». Le dimissioni monsignor Magee arrivano come una bufera preannunciata da segnali inquietanti. «Si sapeva delle difficoltà in cui era incorso a seguito di alcune denunce ed era noto in Vaticano che ormai non aveva più il controllo effettivo della propria diocesi- racconta il teologo Gianni Gennari, editorialista di “Avvenire”, quotidiano della Cei-.Per la storia della Chiesa Magee è il primo ecclesiastico entrato nella stanza di papa Luciani il 29 settembre del 1978. Fu lui a dare l’allarme e a chiamare il Segretario di Stato, Jean Villot». Karol Wojtyla, eletto Pontefice, lo confermò nell’incarico di segretario personale, ma poi, precisa Gennari, «quando iniziarono le voci e le illazioni sulla ricostruzione della morte del suo predecessore rimosse e Magee destinò ad altro incarico». Il caso è scoppiato in Irlanda. Oltre 270 pagine di racconti, dati e testimonianza circostanziate: il «libro nero» della chiesa cattolica irlandese, stilato da un’apposita commissione governativa che ha lavorato per tre anni, snocciola cifre che fanno rabbrividire. Oltre 100 i sacerdoti coinvolti, 350 vittime, in 40 anni di omertà, con vescovi compiacenti che coprivano o al massimo trasferivano i preti colti in flagrante. L’inchiesta, denominata «The Ferns Report», è partita nel 2002 dopo le dimissioni di una delle figure più in vista della chiesa cattolica irlandese, il vescovo di Ferns, Brendan Comiskey, costretto a lasciare quando emerse che non aveva difeso le vittime, pur essendo venuto a conoscenza degli abusi perpetrati da preti della sua diocesi. E un campanello di allarme era stato, tre anni prima, il suicidio del parroco Sean Fortune, che si tolse la vita dopo essere stato accusato di multipli abusi sessuali. Nel 2002 la chiesa, travolta dalle accuse, fu costretta a pagare 128 milioni di euro per risarcire per le vittime, ma evidentemente era solo l’inizio. L'inchiesta del governo ha ulteriormente approfondito lo scandalo, mentre alcune associazioni delle vittime contestano la mancanza di pene detentive e chiedono maggiore severità nel punire i colpevoli. Il ministro irlandese per l’infanzia Brian Lenihan ha dichiarato: «Il rapporto prova che nessuna azione fu intrapresa per proteggere bambini vulnerabili, per molti anni. Da parte di tutto il governo irlandese condanno nel modo più forte possibile il ripetuto fallimento e la grossolana trascuratezza di chi aveva incarichi di responsabilità nella diocesi». Ma nessuno pensava che nella rete finisse persino il segretario di tre papi. 7/3/2009

Fonte:
http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=242&ID_articolo=194&ID_sezione=524&sezione=

 

ENGLARO: DENUNCIO IL CARDINALE BARRAGAN

«Il prelato è stato arrogante, ha parlato di assassinio»

LECCO - Solo. Con se stesso. Le montagne sul lago, il vento che taglia la faccia. Non più le visite alla Casa di cura Lecco. Finiti anche i battibecchi con le suore misericordine. Perché, da un mese, Eluana non c'è più. E il tempo è volato. Tra viaggi a Udine e inchieste giudiziarie. Ma per papà Beppino è il momento di fermarsi. A pensare. A quello che è stato e a che cosa succederà. Non ultime le querele «contro chi gli ha mancato di rispetto». «Ho intenzione di denunciare anche il cardinale Barragan che ha parlato di assassinio - spiega -. I miei avvocati stanno valutando le sue affermazioni. Io ricordo la sua arroganza nei miei confronti in una tavola rotonda organizzata da Micromega. Mi diede fastidio soprattutto quando, alla fine, sottolineò che aveva simpatia per me. Ma cardinale, gli dissi, se mi tratta come un assassino, vuol dire che non ha molta simpatia...».


Per il resto, nessuna nostalgia né rimpianti. «Non mi manca nulla di quello che avevo - racconta -. Perché con Eluana se n'è andato anche il tormento. Di vederla lì, in un letto d'o-spedale, ostaggio di mani altrui». Un «senso di liberazione»: la dimensione attuale. «È vero, potevo an-darla a trovare, accarezzarla, baciarla. Ma questo fa parte del sentire comune. Io, ogni volta che la guar-davo, avrei spaccato il mondo per la rabbia. Ogni volta che qualcuno la toccava, dovevo dominarmi. La mia creatura era vittima di violenza inaudita, anche se a toccarla erano le mani delle suore. Ma loro hanno sempre saputo come la pensavo». Fa parte del passato. Un'altra vita. Quella nuova inizia il 9 feb-braio, giorno della morte di Eluana. «Ero a casa, a Lecco, quando mi ha chiamato De Monte: "Tua figlia è morta". Sono rimasto paralizzato. Non me l'aspettavo. Fino a quel momento ero impegnato a fare di tutto perché non venisse sospeso il decreto. Invece lei se n'è andata all'improvviso. Ho capito che era il momento di essere presente. Se prima il suo accudimento era un fatto infermieristico, ora toccava a me starle vicino».

Papà Beppino, sotto scorta, arriva a Udine il 10 febbraio. Eluana è all'obitorio per l'autopsia. Il padre chiede di vederla. «Sono rimasto solo con lei. È stato straziante, nello stesso modo in cui, nel 1992, il giorno dopo l'incidente stradale, andai all'ospedale di Lecco. Ecco: davanti a me avevo mia figlia inerme con gli occhi chiusi. Un impatto devastante, non ero preparato, ma forse non si è mai preparati». I giorni scorrono veloci. Eluana va seppellita. Beppino vorrebbe farlo senza funerale, ma interviene il fratello Armando: «Io devo pregare, mi dai la possibilità di farle un funerale?». «Ho deciso pensando al legame tra mia figlia e lo zio. Ogni volta che lo vedeva, lei diceva: "Papà, sposo lo zio Armando ».

Quel pomeriggio Englaro resta chiuso nella casa di Paluzza, mentre in chiesa si celebra la messa. Ancora qualche giorno. Poi il ritorno a Lecco. La solitudine. Nuovi pensieri. «A Elu non può succedere più niente, ma come sarà la mia vita, rientrerò anch'io in una dimensione umana?». Nel suo futuro ci sono già la fondazione «per Eluana » e l'impegno a portare avanti il dibattito sui temi di fine vita. Ma il 27 febbraio si aggiunge l'indagine giudiziaria. Quella mattina è l'avvocato Vittorio Angiolini ad avvertirlo che è stato iscritto nel registro degli indagati con l'accusa di omicidio volontario. «Me lo aspettavo, ma ho provato fastidio per essere finito in quel meccanismo». Ritorna a Udine, sempre sotto scorta. Poi si sposta a Paluzza. Impegni di famiglia, incontri per la fondazione. E la settimana vola. Ve-nerdì scorso il rientro a Lecco. Le giornate si riempiono di telefonate, appuntamenti. Lo cercano le tv, ma anche i politici.

Ieri, addirittura, un colloquio con il ministro Bondi: «Ha voluto conoscere la mia storia e gliene sono grato. Quello che mi ha sempre premuto è che Eluana fosse capita e rispettata come persona. Ora lo vorrei per tutti». È ciò che gli sta più a cuore: «Spero che la legge sul testamento biologico accolga le ragioni di ognuno di noi: di quelli che la pensano come me, ma anche di coloro che con me non sono mai stati d'accordo. Questa è la libertà nello Stato di diritto».

Grazia Maria Mottola
08 marzo 2009

Fonte:
http://www.corriere.it/cronache/09_marzo_08/englaro_barragan_bcb14f4c-0bb0-11de-a15e-00144f02aabc.shtml


lunedì, marzo 02, 2009

 

Crocifisso: Un’altra scomoda sentenza, il caso del giudice Luigi Tosti - di Lilith Sophia 1/3


 

Crocifisso: Un’altra scomoda sentenza, il caso del giudice Luigi Tosti - di Lilith Sophia 2/3


 

Crocifisso: Un’altra scomoda sentenza, il caso del giudice Luigi Tosti - Dario Visconti: Vivere nello spirito di uguaglianza - di Lilith Sophia 3/3


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