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venerdì, dicembre 22, 2006

 

Il Consiglio Superiore della Magistratura "boccia" l'esposizione dei crocefissi nelle aule giudiziarie

Cronaca di un crocefisso annunciato
di Luigi Tosti

Il 31 gennaio scorso il CSM ha comminato la sospensione cautelare dalle funzioni e dallo stipendio al giudice di Camerino Luigi Tosti perché si è rifiutato di tenere le udienze sia perché il Ministro di Giustizia ha omesso di rimuovere i crocifissi cattolici dalle aule sia perché, soprattutto, lo ha discriminato negandogli il pari diritto di esporre il proprio simbolo, cioè la menorà ebraica. La motivazione dell'ordinanza è stata comunicata al diretto interessato il 20 dicembre, cioè a distanza di ben undici mesi.
"Il Consiglio Superiore della Magistratura -commenta con un misto di soddisfazione e di sconcerto il dott. Tosti- ha affermato che la mia pretesa di ottenere la rimozione dei crocifissi dalle aule giudiziarie è pienamente fondata, dal momento che la circolare fascista del Ministro Rocco deve ritenersi tacitamente abrogata sin dal 1948 per incompatibilità con la Costituzione repubblicana, innanzitutto perché si tratta di "un atto amministrativo privo di fondamento normativo e, quindi, contrastante con il principio di legalità dell'azione amministrativa, desumibile dagli articoli 97 e 113 della Costituzione, dal quale deriva che ogni atto amministrativo deve essere espressione di un potere riconosciuto all'Amministrazione da una norma", tant'è, soggiunge il CSM, che per poter esporre i simboli nazionali negli uffici pubblici il legislatore ha dovuto emanare ben due leggi. In secondo luogo, poi, il CSM riconosce che la circolare fascista "appare in contrasto con il principio costituzionale di laicità dello Stato e con la garanzia della libertà di coscienza e di religione, essendo pacifico (in tal senso Cassazione, Sezione Unite, 18.11.1997, n. 11432 e Sez. Disciplinare 15.9.2004, Sansa) che nessun provvedimento amministrativo può limitare diritti fondamentali di libertà, al di fuori degli spazi eventualmente consentiti da una legge ordinaria conforme a costituzione. Ne consegue, da un lato, che in materia religiosa lo Stato deve essere equidistante, imparziale e neutrale e, dall'altro, che l'ordine delle questioni religiose e quello delle questioni civili debbono rimanere separati, con la conseguenza che in nessun caso il compimento di atti appartenenti alla sfera della religione possa essere oggetto di prescrizioni obbligatorie o che si ricorra ad obbligazioni di ordine religioso per rafforzare l'efficacia di precetti statali: la religione e gli obblighi morali che ne derivano non possono essere imposti come mezzo al fine dello Stato. La libertà di coscienza (espressamente riconosciuta anche dall'art. 9 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali e dall'art. 10 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea) e la libertà di religione debbono essere lette come affermazione non solo positiva, di tutela delle convinzioni o della fede professata, ma anche in senso negativo, come tutela di chi rifiuti di avere una fede e, pertanto, deve essere garantita sia ai credenti che ai non credenti, siano essi atei o agnostici. Dal carattere "fondante" della libertà di coscienza deriva anche che nelle valutazioni costituzionali relative ai profili dell'eguaglianza in materia religiosa il dato quantitativo, l'adesione più o meno diffusa a questa o a quella confessione, non può essere rilevante. Alla luce dei rilievi ora svolti appare convincente la tesi dell'incolpato secondo la quale l'esposizione del crocifisso nelle aule di giustizia, in funzione solenne di "ammonimento di verità e giustizia", costituisce un'utilizzazione di un simbolo religioso come mezzo per il perseguimento di finalità dello Stato. Del pari persuasiva sembra l'affermazione che l'indicazione di un fondamento religioso dei doveri di verità e giustizia, ai quali i cittadini sono tenuti, può provocare nei non credenti "turbamenti, casi di coscienza, conflitti di lealtà tra doveri del cittadino e fedeltà alle proprie convinzioni" e pertanto può ledere la libertà di coscienza e di religione."
Il CSM "boccia" poi esplicitamente le sentenze del TAR del Veneto e del Consiglio di Stato che hanno legittimato l'esposizione dei crocifissi nelle scuole per la loro supposta valenza "culturale": "anche a poter condividere la tesi del significato meramente culturale del crocifisso -chiarisce il CSM- il problema della libertà di coscienza e del pluralismo si sposterebbe dal terreno esclusivamente religioso a quello appunto culturale, ma non sarebbe risolto, in quanto dai principi costituzionali in precedenza individuati deriva che l'amministrazione pubblica non può scegliere di privilegiare un aspetto della tradizione e della cultura nazionale, sia pure largamente maggioritaria, a discapito di altri minoritari, in contrasto con il progetto costituzionale di una società "in cui hanno da convivere fedi, culture e tradizioni diverse" (Corte Cost., n. 440 del 1995)".
In buona sostanza, dunque, dalla motivazione del CSM emerge che l'esposizione dei soli crocefissi nelle aule giudiziarie e, in genere, nei pubblici uffici, così come imposta dalla Madrepatria -cioè dal Vaticano e dalla Chiesa Cattolica- alla sua Colonia -cioè alla Repubblica Pontificia Italiana- calpesta il principio supremo di laicità delineato dalla Costituzione italiana e, quindi, l'obbligo costituzionale dei giudici di essere imparziali, calpesta il diritto dei cittadini, garantito sia dalla Costituzione che dalla Convenzione sui diritti dell'Uomo, di essere giudicati da giudici imparziali, calpesta i diritti fondamentali e costituzionali alla libertà di coscienza e di religione, che appartengono a me e a qualsiasi cittadino della Repubblica Pontificia, e, infine, calpestano il diritto costituzionale e fondamentale all'eguaglianza, senza distinzione di religione, dei cittadini non cattolici, atei o agnostici. Se la motivazione del CSM mi conforta e mi riconcilia con la Giustizia italiana, non mi conforta affatto constatare che l'unico giudice che abbia avuto, in Italia, il coraggio e la determinazione di rifiutarsi di calpestare la Costituzione e di difendere i diritti alla libertà religiosa e alla non discriminazione religiosa di tutti i cittadini italiani e, in particolare, dei non cattolici e dei non credenti, sia stato condannato, come un criminale, a sette mesi di reclusione e sia stato allontanato dalla Magistratura con ignominia per ristabilirne il supposto "prestigio" ed il supposto "decoro". Mi conforta ancor meno l'accusa disciplinare, mossami dalla Procura Generale presso la Corte di Cassazione, di aver "gettato sconcerto" nell'opinione pubblica italiana per aver osato obbedire ai precetti impostimi dalla Costituzione e per aver osato difendere il diritto alla non discriminazione religiosa che mi appartiene e che appartiene a tutti i cittadini italiani. Non mi conforta constatare che i Ministri della Giustizia di questa Repubblica Pontificia pratichino costantemente il crimine della discriminazione religiosa ai danni dei cittadini non cattolici, seguendo supinamente le direttive del Papa e della Chiesa Cattolica, e cioè esponendo il solo simbolo delle "Superiore" religione cattolica, senza che nessun Pubblico Ministero si premuri di incriminarli.

Auguro ai sudditi italiani di festeggiare con serenità la prossima ricorrenza della vera natività del Dio Mitra e quella, anche se falsa, della natività del suo emulo Gesù Cristo."

Luigi Tosti
tel. 0541789323
mobile 3384130312.
tosti.luigi@alice.it
via Bastioni Orientali 38 Rimini

Nella foto, il giudice Luigi Tosti (foto Campanella Lasca ©)

Fonte:
http://nochiesa.blogspot.com

Questo testo è in regime di Copyleft: la pubblicazione e riproduzione è libera e incoraggiata
purchè l’articolo sia riportato in versione integrale, con lo stesso titolo,
citando il nome dell’autore e riportando questa scritta.
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Le conseil Supérieur de la Magistrature «recale» l’exposition des crucifix dans les salles d’audience

Chronique d’un crucifix annoncé
Par Luigi Tosti

Le 31 janvier dernier le CSM a prescrit la suspension conservatoire des fonctions et du salaire du juge de Camerino Luigi Tosti parce qu’il se refusait à tenir audience tant parce que le Ministre de la Justice a omis de retirer les crucifix catholiques des salles d’audience, que parce que, surtout, il a eu une attitude discriminante à son égard en lui refusant le même droit d’exposer son propre symbole, c’est-à-dire la menorah juive. La motivation de l ‘ordonnance a été communiquée à l’intéressé direct le 20 décembre, c’est-à-dire onze bons mois après.
« Le conseil Supérieur de la Magistrature – commente avec un mélange de satisfaction et de trouble le Dr Tosti – a affirmé que ma prétention d’obtenir l’enlèvement des crucifix des salles d’audience, est pleinement fondée, du moment que la circulaire fasciste du Ministre Rocco doit être considérée comme tacitement abrogée depuis 1948 par incompatibilité avec la Constitution républicaine, avant tout, parce qu’il s’agit d’un acte administratif privé de fondement légal, et par suite, en opposition avec le principe de légalité de l’action administrative, que l’on peut déduire des articles 97 et 113 de la Constitution, d’où vient que tout acte administratif doit être l’expression d’un pouvoir reconnu à l’Administration par une loi», si bien, ajoute le CSM, que pour pouvoir exposer les symboles nationaux dans les bâtiments publics le législateur a dû promulguer deux lois au moins. En second lieu, ensuite, le CSM reconnaît que la circulaire fasciste « apparaît opposée au principe constitutionnel de laïcité de l’Etat et avec la garantie de la liberté de conscience et de religion, étant incontestable (dans un tel sens Cassation, Sections rassemblées, 18/11/97, N° 11432 et Sect. Disciplinaire 15/09/04, Sansa) qu’aucune mesure administrative ne peut limiter des droits fondamentaux de liberté, en dehors des cas éventuellement admis par une loi ordinaire conforme à la constitution. Il en résulte d’une part, qu’en matière religieuse l’Etat doit être à même distance, impartial et neutre, et de l’autre, que l’ordre des questions religieuses et celui des questions civiles doivent rester séparés, avec pour conséquence qu’en aucun cas l’accomplissement d’actes appartenant à la sphère de la religion ne puisse être objet de prescriptions obligatoires ou que l’on recourre à des obligations d’ordre religieux pour renforcer l’efficacité de règles d’Etat : la religion et les obligations morales qui en dérivent ne peuvent être imposés comme moyen pour un but d’Etat.. La liberté de conscience (expressément reconnue aussi par l’art. 9 de la Convention européenne pour la sauvegarde des droits humains et des libertés fondamentales, et par l’art.10 de la Charte des droits fondamentaux de l’Union européenne et la liberté de religion doivent être considérées comme une affirmation non seulement positive, de protection des convictions ou de la foi professée, mais aussi dans un sens négatif, comme protection de qui refuse d’avoir une foi et, par suite, doivent être garanties tant aux croyants qu’aux non-croyants, qu’ils soient athées ou agnostiques. Du caractère »fondateur » de la liberté de conscience dérive aussi que dans les évaluations constitutionnelles relatives aux profils de l’égalité en matière religieuse la donnée quantitative, l’adhésion plus ou moins diffuse à telle ou telle confession, ne peuvent être relevants. A la lumière des critiques déjà développées, apparaît convaincante la thèse de l’inculpé suivant laquelle l’exposition du crucifix dans les salles d’audience, en fonction solennelle d’ «admonition de vérité et de justice», constitue une utilisation d’un symbole religieux comme moyen pour la poursuite d’une finalité de l’Etat. De même persuasive semble l’affirmation que l’indication d’un fondement religieux des devoirs de vérité et de justice, auxquels sont tenus les citoyens, peut provoquer chez les non-croyants « perturbations, cas de conscience, conflits de loyauté entre devoirs du citoyen et fidélité aux convictions propres » et donc peut léser la liberté de conscience et de religion. »
Le CSM « recale» ensuite explicitement les sentences du TAR de Vénétie et du Conseil d’Etat qui ont légitimé l’exposition des crucifix dans les écoles pour leur supposée valence « culturelle » ; « même si on pouvait partager la thèse de la signification simplement culturelle du crucifix – explique le CSM – le problème de la liberté de conscience et du pluralisme se déplacerait du terrain exclusivement religieux à celui précisément culturel, mais il ne serait pas résolu, vu que des principes constitutionnels signalés plus haut dérive que l’administration publique ne peut choisir de privilégier un aspect de la tradition et de la culture nationale, même s’il est largement majoritaire, au désavantage d’autres minoritaires, contrairement au projet constitutionnel d’une société « dans laquelle ont à vivre ensemble des fois, des cultures et des traditions diverses » (Cour Const. , N°440 de 1995).
En définitive, donc, de la notification du CSM ressort que l’exposition des seuls crucifix dans les salles d’audience et, plus généralement, dans les bâtiments publics, ainsi que cela est imposé par la Mère Patrie - i.e. par le Vatican et l’Eglise Catholique – à sa Colonie – i.e. à la République pontificale Italienne – foule aux pieds le principe suprême de la laïcité tracé par la Constitution italienne et, donc, l’obligation constitutionnelle des juges d’être impartiaux, foule aux pieds le droit des citoyens, garanti tant par la Constitution que par la Convention sur les droits de l’Homme, d’être jugés par des juges impartiaux, foule aux pieds les droits fondamentaux et constitutionnels à la liberté de conscience et de religion, qui appartiennent à moi et à tout citoyen de la République pontificale, et, enfin, foule aux pieds le droit constitutionnel et fondamental de l’égalité, sans distinction de religion, des citoyens non-catholiques, athées ou agnostique. Si la motivation du CSM me réconforte et me réconcilie avec la Justice italienne, cela ne me réconforte pas du tout de constater que l’unique juge qui ait eu, en Italie, le courage et la détermination de se refuser à fouler aux pieds la Constitution et de défendre les droits à la liberté religieuse et à la non-discrimination religieuse de tous les citoyens italiens et, en particulier des non-catholiques et des non-croyants, ait été condamné, comme un criminel, à sept mois de prison et ait été éloigné de la Magistrature avec ignominie pour en rétablir le supposé « prestige » et le supposé « décorum ». Me réconforte encore moins l’accusation disciplinaire, formulée contre moi par le Procureur général près de la Cour de cassation, d’ « avoir jeté le trouble » dans l’opinion publique italienne pour avoir osé obéir aux règles que m’impose la Constitution et pour avoir osé défendre le droit à la non-discrimination religieuse qui m’appartient et qui appartient à tous les citoyens italiens. Ne me réconforte pas de constater que les Ministres de la Justice de cette République Pontificale pratiquent constamment le crime de la discrimination religieuse aux dépens des citoyens non-catholiques, suivant servilement les directives du Pape et de l’Eglise Catholique, c’est-à-dire en exposant le seul symbole de la « Supérieure » religion catholique, sans qu’aucun Ministère Public ne s’empresse de les inculper.

Mes vœux aux sus-dits citoyens italiens pour qu’ils fêtent avec sérénité la prochaine fête de la vraie nativité du Dieu Mithra et celle, même si elle est fausse de son émule Jésus-Christ.

Luigi Tosti

«Quand le citoyen est passif c’est la démocratie qui tombe malade.»
Alexis Charles de Tocqueville

Traduzione di Georges Jobert

giovedì, dicembre 14, 2006

 

Auguri Axtei – Una cartolina mooolto speciale


Là dove la razionalità si scontra con l’indottrinamento accade sempre qualcosa. “Vale più un’immagine che un universo di parole” diceva un famoso fotografo.

Ecco in formato pdf la cartolina postale per ogni ricorrenza, con effetto a… sorpresa. Istruzioni: ritaglia nel perimetro, piega a metà, incolla in un cartoncino, affranca e invia. Puoi inviarla anche per em@il naturalmente. Gli esperti la possono mettere scaricabile nei siti. Ringraziamo Sergio Martella, psicoterapeuta e scrittore,
http://www.arte-e-psiche.com che ha trasferito il concetto di indottrinamento in pura immagine visiva:

Si può uccidere un figlio per ‘amore’?
I cristiani ‘credono’ di sì!

Alla redazione di Axteismo
http://nochiesa.blogspot.com
ha collaborato la redazione di Clerofobia
http://www.bloggers.it/Hereticus

Auguri Axtei a tutti

Cartolina Axteismo
per averla gratis in formato digitale è sufficiente scrivere a:
axteismo@yahoo.it

 

Miracoli e leggi per Italioti


“Il Governo italiano fa miracoli, mentre il Vaticano fa le leggi”. En. 32-34.

Ennio Montesi

sabato, dicembre 09, 2006

 

On. Elisabetta Gardini commenta i crocifissi nei luoghi pubblici

“Mobilitiamoci per difendere Luigi Tosti”

Sosteniamo il giudice Luigi Tosti inviando un messaggio al Presidente della Repubblica Napolitano e al Vice Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura

Da: On. Elisabetta Gardini
gardini_e@camera.it

L'ignoranza sia con voi!!!!! La democrazia non vi tocca minimamente!!!!!! Dovreste sapere che ben oltre il 90% degli italiani vuole che la croce sia esposta nei luoghi pubblici. Con il vostro fondamentalismo laicista perchè non chiedete di abolire dai programmi scolastici Dante e Manzoni, per esempio....e poi tutta la storia dell'arte...(troppe crocifissioni, e deposizioni, e Madonne con Bambino....) Tanta ostinazione meriterebbe migliore causa.
Elisabetta Gardini

Risponde Ennio Montesi:

A: On. Elisabetta Gardini
gardini_e@camera.it

...e con il tuo spirito, Gardini, amen, alleluia! I cattolici possono vantarsi e avere il primato assoluto in fatto di ottusità mentale e arroganza sugli altri cittadini.

Suvvia leggiamo insieme... Costituzione della Repubblica Italiana - Art. 3. Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

Come anche il più grande tra gli ottusi può rendersi conto facilmente, il giudice Luigi Tosti sta applicando e difendendo la nostra Costituzione Italiana oltre che la Convenzione per la salvaguardia dei Diritti dell'Uomo, cosa che dovreste fare soprattutto voi parlamentari, stipendiati dai noi cittadini. Comprendiamo tuttavia che ai credenti, parlamentari o no, con la mente inebriata di chissà quali misticismi ultraterreni, se ne fregano altamente continuando a imporre i propri feticci chiodati medievali, marcando il territorio appartenente a tutti i cittadini dello Stato laico. Cosa di cui la Chiesa è maestra avendo compiuto nell'arco dei secoli genocidi e crimini immani contro l'umanità: persone, uomini, donne e bambini sbudellati, sgozzati, bruciati, torturati, annegati, strangolati, impalati, squartati, spellati vivi, fatti a pezzi. "Quando il cittadino è passivo è la democrazia che s'ammala" afferma Alexis Chales de Tocqueville. Il problema è che il termine "democrazia" - per i fondamentalisti religiosi - è del tutto sconosciuto.

Ennio Montesi
enniomontesi@tiscali.it
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Da: On. Elisabetta Gardini
gardini_e@camera.it

Ma vi entra nella testa che parlando di "feticci chiodati medievali" siete voi ad offendere? Ripeto che la quasi totalità degli italiani preferisce che il simbolo della croce, che è simbolo di un amore universale tanto alto da arrivare a sacrificare la vita, sia esposto. E' un amore universale, senza limitazioni di razza, di sesso, di censo, di lingua, di religione....E' grazie alla rivoluzione cristiana che gli uomini sono diventati uguali davanti alla legge degli uomini, così come lo sono da sempre davanti a Dio....e gli ultimi saranno i primi. Il disprezzo che c'è nelle vostre parole invece è il contrario di tutto quello che dite di voler difendere. Qual è il motivo vero? E' abbastanza incomprensibile. Laico poi è un termine che usate in modo improprio. La parola laico viene dal greco laikós - uno del popolo, dalla radice laós – popolo. Il termine ebbe in origine un uso esclusivamente religioso: riferendosi ai fedeli di una religione, veniva usato (e, nel suo senso proprio, viene usato tuttora) per indicare colui che, pur professando un dato culto, non è appartenente alla gerarchia del suo clero. L'insieme dei fedeli laici è detto laicato. Nella Chiesa cattolica si utilizza la denominazione di laico anche per gli appartenenti ad Istituti di Vita consacrata che non sono presbiteri: cioè per coloro che, pur essendo monaci non hanno ricevuto l'ordinazione sacerdotale. Insomma, laico è il popolo di Dio. Guardate pure il dizionario e rimettete a posto i "significati". Tra poco è Natale...non sarete, spero, tra coloro che vorrebbero far perdere le nostre tradizioni ai nostri bambini nelle scuole.
Anche il Natale è una festa di pace.
Elisabetta Gardini
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Possiamo pubblicare i commenti inviati?

Axteismo, No alla chiesa, no alle religioni
Movimento Internazionale di Libero Pensiero
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I miei "commenti" sono in realtà risposte alle vostre mail. Quindi riterrei giusto, per contestualizzarli, che fossero riportati in forma di "dialogo" riportando anche le vostre mail. In questo caso non ho nulla in contrario.
Elisabetta Gardini
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Pronto fatto Gardini!

Axteismo, No alla chiesa, no alle religioni
Movimento Internazionale di Libero Pensiero

Nella foto, da sinistra: il giudice Luigi Tosti, il cristologo Luigi Cascioli e lo scrittore Ennio Montesi al Tribunale dell’Aquila alla sentenza sui crocifissi. Sotto la parlamentare Elisabetta Gardini.

Fonte:
http://nochiesa.blogspot.com

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