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mercoledì, novembre 22, 2006

 

Papa Otelma e mago Ratzinger, colleghi o concorrenti?














Papa Otelma e mago Ratzinger, colleghi o concorrenti?

Nella foto, Otelma e Ratzinger (con la mano alzata)

Fonte:
http://nochiesa.blogspot.com

 

Ratzinger va in Turchia

Il tempo delle imprese coloniali è finito

di Vittorio Giorgini

Sempre i predatori umani hanno colonizzato le popolazione limitrofe e anche quelle molto più lontane. I soldati e gli emigrati europei invasero territori dalle Afriche alle Americhe alle Asie guidati spesso dalla politica della Chiesa, dai missionari, dai sacerdoti e dai prelati che li aizzavano a uccidere, a distruggere, a depredare popolazioni che tanto non avevano anima, ma erano selvaggi e ignoranti a cui venivano sottratti territori e beni. I colonizzatori si impossessavano di splendide opere d'arte, argenti, ori, depredando preziose testimonienze di altre culture. La Chiesa, armata di arroganza e mezzi, si avvaleva della propria posizione di autorità, autorità che si dava da sola e in nome del solito dio. Qualsiasi cosa facesse, anche la più abietta e la più criminale, la faceva in nome di dio. Questo vizietto le è restato.

Che cosa va a fare Ratzinger in Turchia?

Ratzinger non solo è buono, bravo, intelligente, unico, ma anche coraggioso e pronto al martirio. Ma chi lo ha invitato? Sarebbe interessante saperlo: se ci va per ragioni oscure o ancora una volta per dimostrare che quanto egli propaganda della sua religione è migliore del propagandare di altre religioni concorrenti. Va in Turchia come missionario a portare la buona novella? Va a fare pubblicità di paccottiglie? Va a presentare il prodotto religione come in una fiera si presenta una nuova marca di dentifricio? Avrà il suo stand? Ci sarà un lancio di spot televisivi e diffusione di gadget pubblicitari? La sua religione lava più bianco dal peccato e bisogna farla provare a chi non la conosce?

I turchi non hanno invitato Ratzinger, ma a lui non interessa, si è invitato da solo, come si fa a volte in certe feste, ci si “imbuca” ammesso che qualcuno poi non ti butti fuori prendendoti per la collottola. Quanto costerà questo viaggio alla Turchia la cui economia non permette certo di sprecare soldi in stupidaggini e in giochetti per giunta pericolosi? Il ricchissimo Vaticano - multinazionale di straordinaria potenza economica e politica ed enorme capacità di penetrare il mercato - stragonfio di soldi da scoppiare può permettersi automobili ultra corrazzate, aerei super attrezzati e grande quantità di persone e cortigiani al seguito di Ratzinger, prelati-manager che conoscono perfettamente il proprio mestiere di esperti di marketing.

Mi domando se il mondo “non cristianizzato” sarà d'accordo nel farsi “evangelizzare”. Chissà se la campagna promozionale e pubblicitaria di questo top manager dall’accento tedesco avrà effetto positivo e gli permetterà di portarsi a casa altri nuovi clienti? Segnali chiari, questi, che la “Finisecclesia”(*) è vicina.

Vittorio Giorgini

(*) "Finisecclesia" non è un genitivo ma un neologismo, si scrive senza la 'e' finale, "finisecclesia" appunto.

(Giorgini è ipovedente, può essere contatto solo per telefono: 0552382882).

Nella foto, l’architetto e scrittore Vittorio Giorgini autore del libro
"Le religioni plagiano - Lettera agli intellettuali"
per averlo gratis in formato digitale è sufficiente scrivere a:

Fonte:

Questo testo è in regime di Copyleft: la pubblicazione e riproduzione è libera e incoraggiata
purchè l’articolo sia riportato in versione integrale, con lo stesso titolo,
citando il nome dell’autore e riportando questa scritta.

sabato, novembre 18, 2006

 

Mobilitiamoci tutti per difendere Luigi Tosti

Sosteniamo il giudice Luigi Tosti
inviando un messaggio al Presidente della Repubblica Napolitano
e al Vice Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura

Clerofobia da oggi, intende promuovere una iniziativa che vorrebbe vedere coinvolte più persone possibile, a difesa di un uomo che è per me diventato il simbolo del coraggio e della abnegazione.

Sto parlando del nostro compagno di lotta Luigi Tosti che ha voluto sfidare l' “apparato” in nome di una laicità dello stato dichiarata a parole dai nostri esponenti politici, ma nei fatti sempre tradita in ossequio ad una chiesa cattolica sempre più aggressiva e pretenziosa.

Perfino l'ex ministro Storace, già nei guai per un grave caso di spionaggio politico, ha recentemente esortato l'attuale guardasigilli Clemente Mastella a prendere provvedimenti punitivi nei confronti di un uomo che mai ha ricorso alla violenza per affermare un sacrosanto diritto alla laicità. Luigi Tosti sta pagando pesantemente sulla sua pelle per difendere questo principio e noi abbiamo il dovere morale di difenderlo. Non mi rivolgo solo ai lettori di Clerofobia, ma alle organizzazioni laiche storiche: Italia Laica, Nogod, Uaar, Partito Radicale, Radicali di Sinistra, SDI di Enrico Boselli, Laicitàlia ecc. E' ora che noi laici facciamo sentire la nostra voce e non solo per denunciare il marcio che da secoli alberga nella chiesa cattolica.

Abbiamo contro tutti i media che fingono di non sentire e di non vedere i continui scandali che vedono coinvolti esponenti della chiesa. All' estero una grande televisione come la BBC, già per due volte, ha mandato in onda programmi di denuncia sulla copertura dei preti pedofili da parte dell'allora cardinale Ratzinger, mentre in Italia, l'omertà regna sovrana. Se è vero che la nostra opera di informazione e di controinformazione sul web è importantissima, abbiamo però anche il dovere morale di fare quadrato attorno a Luigi Tosti con atti più concreti e più visibili da parte della gente comune e delle istituzioni.

Io sono solo un dilettante che quasi per gioco ha iniziato a fare militanza laica sul web e mi rivolgo ai ben più importanti esponenti della resistenza laica: Giulio Cesare Vallocchia, Sergio D'Afflitto, Piergiorgio Oddifreddi, tanto per fare qualche nome, affinchè siano essi con la loro comprovata esperienza di lotta ad indicarci come come comportarci a difesa del giudice Tosti. Volantinaggio, petizioni, manifestazioni... lo dicano loro. Un anno fa circa molti lettori di Clerofobia aderirono ad una iniziativa a difesa di Luigi che partiva da Brights France. Noi italiani vogliamo essere da meno?

Forse non servirà a nulla:”dura lex, sed lex”, ma non possiamo limitarci a prendere atto di una sentenza di condanna, assolutamente insensata, senza muovere un dito.Luigi Tosti chiede che al posto del crocifisso nelle aule dei tribunali, venga affissa la foto ufficiale del Presidente della Repubblica. Il Presidente della Repubblica è il Presidente di tutti i cittadini: cattolici, protestanti, islamici, ebrei e non credenti. La Costituzione italiana garantisce libertà di culto: l'immagine del Presidente Napolitano simboleggerebbe la garanzia istituzionale dell'imparzialità dei giudici nei confronti dei cittadini che non fanno parte della schiera dei cattolici. Mi pare che questa richiesta abbia profonde e giustissime ragioni d'essere.

Intanto per l'8 dicembre io ed alcuni fedeli clerofobi, incontreremo a Rimini il giudice Tosti per esprimergli la nostra personale stima e parlare con l'interessato delle nuove strategie difensive.

Al giudice Tosti tutta la nostra solidarietà e ammirazione.

LETTERA AI PRESIDENTI

Un lettore della mailing-list di NO GOD ha scritto al Presidente Napolitano e al Vice Presidente del CSM una lettera che abbiamo qui sotto rielaborato. Se lo ritenete opportuno potete copiarla, cambiandola anche come preferite, e spedirla agli unici due indirizzi email che abbiamo trovato.
- Per il Presidente della Repubblica dovete andare su questa pagina:

https://servizi.quirinale.it/webmail/
e trascrivere il testo nell' apposito modulo o inviare al
FAX 0646993125

- Per il Vice Presidente del CSM c'è invece questo indirizzo:


Al Presidente della Republica
Al Vice Presidente CSM

Oggetto : giudice Luigi Tosti

Signor Presidente Napolitano e Sig. Vice Presidente CSM,
protesto per il grave giudizio espresso dal CSM sul giudice Luigi Tosti, riferito dal giornale La Repubblica. Il Dr. Tosti è stato ritenuto indegno di una promozione -che gli spetta per diritti maturati nella sua lunga e onorata carriera- a causa della sua ferma presa di posizione contro l'esposizione nelle aule di giustizia non già dell'unico emblema della Repubblica (approvato dall' Assemblea Costituente e stabilito con DL 535/1948) ma del crocifisso, che è solo il simbolo di una delle varie religioni riconosciute dallo Stato. Altrettanta solerzia nel privare un giudice della meritata promozione non è stata mostrata a carico di magistrati chiacchierati dalla pubblica opinione per ben altro che questioni di principio costituzionale.
Voglio auspicare che il CSM, ritornando sulla sua decisione, riconosca al giudice Tosti quanto gli è stato negato a causa della suo impegno affinché l'unico emblema della Repubblica, ammissibile all' esposizione in tutti i pubblici edifici del territorio nazionale, sia quello stabilito dalla Legge e non altri simboli religiosi per quanto oggetto di venerazione da parte di larghi strati della popolazione.

Sosteniamo il giudice Luigi Tosti
inviando un messaggio al Presidente della Repubblica Napolitano
e al Vice Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura

collaboriamo tutti per la massima diffusione dell’appello!

Nella foto, il giudice Luigi Tosti

Fonte:
http://www.bloggers.it/Hereticus


venerdì, novembre 17, 2006

 

Fede “privata”. E pari dignità davanti alla legge

di Luigi Tosti

Il giudice Tosti chiese e chiede, difendendo la Costituzione italiana e la Convenzione per la salvaguardia dei Diritti dell’Uomo, la rimozione dei crocifissi dai luoghi pubblici.


La laicità dello Stato implica o no che le religioni debbano essere escluse dalla sfera pubblica?

Per rispondere a questa domanda è innanzitutto necessario attribuire al termine "laicità" il suo esatto significato giuridico. Ebbene, la laicità, alla luce sia della normativa nazionale che internazionale (in particolare: Convenzione per la salvaguardia per i diritti dell'uomo) nient'altro è se non il "rovescio della medaglia" del diritto all'eguaglianza che viene riconosciuto a qualsiasi essere umano, sia dalla Costituzione italiana (art. 3) che dalla citata Convenzione (art. 14). L'art. 3 della Costituzione, in particolare, sancisce che "tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di....religione..." Questo significa, dunque, che lo Stato non può privilegiare una particolare religione perché, se lo facesse, discriminerebbe tutti coloro che credono in religioni diverse o che non credono in nessuna religione. E, in effetti, la Corte Costituzionale e la Cassazione hanno affermato e seguitano ad affermare -oramai con costanza- che il principio di laicità implica che lo Stato debba essere imparziale, neutrale ed equidistante nei confronti delle religioni e dei cittadini, proprio perché le religioni e i cittadini sono eguali dinanzi alla legge, senza distinzione ideologica. Questo principio affonda le sue radici anche nell'art. 97 della Costituzione (l'Amministrazione pubblica deve essere imparziale) e nell'art. 111 (i giudici debbono essere imparziali).

Nonostante la chiarezza di questi principi normativi, è ben noto che la realtà italiana sia tutt'altro che rispettosa del principio supremo di laicità, dal momento che la Chiesa Cattolica e i cattolici in genere seguitano a godere di assurdi ed anacronistici privilegi, "conquistati" (si fa per dire) attraverso la collusione e commistione di interessi col potere politico. Accade così che danaro pubblico sia destinato al sovvenzionamento del clero cattolico (è il caso dell'8 per mille), che lo Stato insegni nelle scuole pubbliche a spese della collettività (e, quindi, anche degli atei e dei non cattolici) la sola religione cattolica, che sulle pareti degli edifici pubblici sia esposto il solo simbolo del crocifisso e via dicendo. Si tratta -come appare evidente- di una situazione di illegalità che viene prepotentemente mantenuta dal cattolici, per lo più ricorrendo ad acrobazie giuridiche del tipo: il crocifisso non è solo un simbolo religioso, ma un simbolo culturale; i cattolici sono la "maggioranza"; anche i paesi islamici privilegiano l'islam.

In realtà, però, tutte queste "motivazioni" -sebbene accolte da giudici partigiani di fede cattolica (Consiglio di Stato in testa)- risultano assolutamente incompatibili col principio di "eguaglianza" che, come ha sancito la Cassazione, non sopporta esclusivismi o privilegi: se si accorda ad una o più religioni un privilegio, il principio di laicità risulta ineluttabilmente calpestato, sicché è pura ipocrisia affermare che uno Stato è "laico" anche se privilegia una particolare religione. Sarebbe come affermare che uno Stato può essere qualificato come "no razzista", anche se privilegia una particolare razza umana.

Da queste considerazioni discende, come corollario imprescindibile, che uno Stato veramente laico deve escludere la sfera religiosa dalla cosa pubblica e relegarla, per converso, in quella privata: in ogni caso, qualsiasi intevento pubblico deve essere rivolto a qualsiasi confessione o credo religioso, anche individuale, in modo da evitare qualsiasi privilegio e/o discriminazione.

E' importante sottolineare, poi, che le credenze religiose -appartengano o meno a gruppi più o meno diffusi- non possono interferire in nessun modo nella sfera delle libertà dei cittadini: tantomeno in quella di coloro che non si identificano in quelle credenze religiose. Purtroppo, anche questo principio è stato e viene costantemente violato nella realtà italiana, dove le predominanti "credenze religiose" dei cattolici hanno limitato e limitano diritti fondamentali di libertà di tutti coloro che non si identificano in quella religione. Si consideri, ad esempio, che la legislazione italiana ha imposto l'indissolubilità del matrimonio anche ai non credenti, e questo perché la maggioranza dei parlamentari ha votato una disposizione di legge che è ispirata, in toto, dalla credenza religiosa che il matrimonio non sia soltanto un contratto, ma anche un "sacramento dinanzi a Dio". La stessa matrice ideologico-religiosa si deve ravvisare nella normativa che impedisce l'eutanasia (la si vieta perché i cattolici vogliono imporre la loro credenza religiosa che la vita non sia soltanto un diritto, ma anche un "dovere" nei confronti di un certo Dio, che l'avrebbe "donata") e nel divieto di uso degli embrioni (si vieta alla donna, proprietaria degli embrioni, di destinarla alla ricerca scientifica, non per motivi di interesse pubblico, ma perché si crede che una semplice cellula sia fornita di anima e via dicendo). Queste prevaricazioni ideologiche dimostrano quanto sia pericolosa l'interferenza delle religioni nella sfera pubblica. Basterebbe considerare che, se ipoteticamente i testimoni di Geova acquisissero la maggioranza numerica, essi potrebbero -con la stesa "logica" sino ad ora adottata dai Cattolici - approvare leggi che vietassero le trasfusioni di sangue: e non per motivi di pubblico interesse, ma semplicemente per pura superstizione religiosa. Chissà se, allora, la minoranza cattolica capirebbe che è costituzionalmente giusto che le credenze religiose debbano rimanere relegate nella sfera privata, onde evitare che i diritti di libertà di qualsiasi cittadino, anche se in minoranza, siano calpestati non per un interesse pubblico ma in nome di una particolare credenza religiosa. In realtà ritengo che l'esercizio della libertà debba essere garantito nella sua massima estensione possibile, cioè sino a che non invade la sfera di libertà altrui. Solo in questa ottica di civiltà la convivenza è possibile, perché ognuno è libero di scegliere e nessuno è obbligato a rinunciare: chi vuole ricorrere all'eutanasia, ad esempio, è libero di farlo perché dispone della propria vita, e non della vita altrui; chi non vuole ricorrere all'eutanasia è altrettanto libero di prolungare la propria vita e le proprie sofferenze anche con l'accanimento terapeutico. Chi vuole divorziare è libero di farlo, dal momento che il contratto matrimoniale lo ha concluso lui; chi lo ritiene contrario ai propri convincimenti è invece libero di seguitare a mantenerlo in piedi, magari scannandosi entro le mura domestiche. Purtroppo, sino a quando il valore della "libertà" non sarà percepito e compreso dalla massa dei cittadini, le prospettive di progresso sono veramente esigue: è comunque un obbligo morale denunciare che tutto ciò è da imputare, pressoché in modo esclusivo, al fanatismo ed alla presunzione delle religioni, che si arrogano il diritto di essere depositarie della Vera Verità ed il diritto di imporla agli altri, nel "loro stesso interesse".

Luigi Tosti
tosti.luigi@alice.it
mobile: 3384130312
telefono: 0541789323

Nella foto, il magistrato Luigi Tosti

Fonte:
www.lalente.net

 

La bestemmia sia con te…


Una bestemmia al giorno, toglie il prete di torno” En. 28-30.

dal vangelo di Ennio Montesi

domenica, novembre 05, 2006

 

Consiglio Superiore della Magistratura “boccia” giudice “anticrocefisso” Luigi Tosti

Comunicato stampa da pubblicare e diffondere

Roma – Rimini – Macerata - Il CSM ha dichiarato il giudice Luigi Tosti non idoneo alla qualifica di magistrato di cassazione perché, pur essendo capace, laborioso e diligente sotto il profilo professionale, gli difettano “la correttezza, il riserbo e l'equilibrio”. Questo giudizio negativo è stato tratto sia dalle circostanze che il magistrato, per sua stessa ammissione, è una sorta di “cane sciolto”, che non è stato mai iscritto all'Associazione Nazionale dei Magistrati, non si è mai candidato ad elezioni politiche, che non conosce membri del CSM e non ha mai contatto nessuno per ottenere favori, sia dalla pendenza del procedimento disciplinare relativo alla sua “scelta di non svolgere più attività di udienza fino a quando non vengano rimossi dalle aule di giustizia i crocifissi, e ciò pur avendo avuto la disponibilità di un'aula priva di ogni simbolo religioso”. "Questo provvedimento del CSM” dichiara il diretto interessato Luigi Tosti “si riferisce alla valutazione del triennio 1999-2002 ed è stato significativamente deliberato dopo che sono stato addirittura costretto a proporre e a notificare ben due denunce penali per omissione di atti di ufficio nei confronti dei membri del CSM i quali, a distanza di ben due anni dalla mia domanda, temporeggiavano, non sapendo a quali argomenti appigliarsi per respingerla. E, in effetti, è significativo il fatto che il CSM abbia deliberatamente violato la legge e le sue stesse circolari, decretando la mia idoneità sulla base di episodi che sono avvenuti nel 2005 (quindi inutilizzabili perché successivi al triennio 1999-2002) per quali, oltretutto, manca qualsiasi decisione disciplinare. Altrettanto significativa è la circostanza che il CSM si sia dimenticato di considerare - al pari del Tribunale dell'Aquila e della Procura Generale presso la Cassazione - che io avevo manifestato la piena disponibilità a tenere le udienze in presenza del mio simbolo, la menorà ebraica, e che il mio rifiuto è scaturito pertanto da atti di discriminazione religiosa. Evidentemente per il CSM - e non solo per il CSM - solo i “Cattolici” hanno il diritto di marcare con i loro idoli gli edifici pubblici, cioè di tutti gli italiani, perché appartengono ad una Superiore Razza religiosa. Significativa, infine, è la circostanza che il CSM mi addebiti il fatto di non aver accettato l'offerta di seguitare ad espletare il mio lavoro, sino a pensionamento, nell'aula-ghetto che è stata amorevolmente allestita per me. Spero che queste deliberate violazioni della legge e queste forme di razzismo vengano convalidate dal TAR del Lazio e dal Consiglio di Stato e mi auspico, ovviamente, che lo stillicidio persecutorio nei miei confronti prosegua con costanza e con perfetta consapevolezza di impunità”.

Luigi Tosti
tosti.luigi@alice.it
mobile 338-4130312
tel: 0541789323
Via Bastioni Orientali n. 38
47900 Rimini

Nella foto, il giudice Luigi Tosti

Fonte:
http://nochiesa.blogspot.com


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