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mercoledì, febbraio 08, 2006

 

C’è il crocifisso in municipio? Riprendetevi la mia tessera elettorale: io non voterò


Sergio Martella, psicoterapeuta, scrive al presidente Ciampi, al ministro Pisanu e al sindaco affinchè il crocifisso venga rimosso essendo appeso in un ufficio laico e pubblico
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Padova – “Sono pervenuto alla decisione di restituire la tessera elettorale all’ufficio competente del comune di Padova, sede di mia residenza, privandomi del diritto dovere del voto” comincia così la lettera che Sergio Martella, psicoterapeuta, studioso e autore di brillanti libri di saggi, ha inviato al presidente Carlo Azeglio Ciampi, al ministro Giuseppe Pisanu e a Flavio Zanonato sindaco della città. Continua la lettera: “Mi asterrò dal partecipare ad ogni scadenza elettorale fintantoché, presso i locali dell’ufficio elettorale, non sarà rimosso il crocifisso, simbolo dell’universalismo cattolico, che, in quel luogo, contraddice l’identità laica e garantista dello Stato. Ritengo molto grave l’affissione di un simbolo confessionale di parte nel luogo che, altrimenti, dovrebbe accogliere il ritratto del Capo dello Stato o il tricolore, simbolo dell’Italia”. Il caso Martella è analogo a quello di Luigi Tosti, il giudice che chiese – per non discriminare i cittadini - l’affissione nei luoghi pubblici degli altri simboli religiosi, dei simboli atei e non soltanto la croce, oppure la rimozione del crocifisso. “Tra le più gravi, esprimo due considerazioni:” continua Martella nella lettera inviata al Capo dello Stato. “La Cei, organo dei vescovi in Italia, e lo stesso Vaticano non rinunciano ad orientare le scelte politiche dei cattolici, ponendosi, in questo modo, in una evidente posizione politica di influenza, incompatibile, quindi, con la neutralità di un ufficio pubblico. Sul piano della coscienza civile, è intollerabile la condivisione da parte di una istituzione pubblica di un messaggio che dichiara in modo esplicito il diritto morale del genitore – nelle vesti divine – di incarnare e far sacrificare il figlio per la inopinata “salvezza” dei cattivi e dei violenti! Il significato ambiguo del martirio cristiano è una pedagogia perversa rivolta all’influenza concreta degli affetti familiari, ed è causa di inevitabili introiezioni sadiche ed autolesive nei giovani. Poiché ritengo” conclude Martella “che la civiltà sociale e la salvezza del singolo risiedano nell’educazione al rispetto ed alla responsabilità di ciascuno, e non nel rito sacrificale di un debole, denuncio nel modo più fermo e pubblico la preoccupante caduta di coerenza democratica nelle istituzioni”. Chissà se altri seguiranno l'iniziativa. Non resta che aspettare per vedere se il crocifisso verrà rimosso.
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Riferimenti:
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Sergio Martella
www.arte-e-psiche.com
mobile 3283841536
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Nelle foto, lo psicoterapeuta Sergio Martella e il crocifisso "incriminato".

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